sabato, febbraio 09, 2019

PAOLO SAVONA LASCIA L’INCARICO DI MINISTRO PER ASSUMERE LA PRESIDENZA DELLA CONSOB. COPERTURA DI UN SUO “RITIRO” PER DISSONANZE CON LA COMPAGINE DI GOVERNO, OPPURE PROMOZIONE PER LE SUE NON COMUNI CAPACITÀ?


Oristano 9 febbraio 2019
Cari amici,
La notizia, appena trapelata, ha fatto il rumore di una bomba. Si perché su Paolo Savona, nominativo sulle cui altissime capacità di eccellenza nessuno può avere nulla da ridire, fin dalla prima ipotesi di entrare nuovamente a far parte dell’attuale esecutivo come ministro dell’economia e delle finanze (ministero poi affidato a Tria), ci furono reazioni contrarie di ogni tipo, a partire da quelle che gli addebitavano di essere un anti europeista convinto.
Ora, dopo aver superato lo scoglio di rientrare nel Governo come ministro degli affari europei, scoppia il nuovo caso: abbandono del Governo per assumere la presidenza della CONSOB, incarico che pare abbia trovato d’accordo le due anime del governo in carica, Matteo Salvini e Luigi di Maio. Savona, che ha cercato di svolgere fino ad oggi l’incarico di ministro degli affari europei in modo propositivo, purtroppo non sempre ha trovato, sia a Roma che nell’esecutivo dell’UE, rispondenza alle sue giuste richieste.
Come ho avuto modo di scrivere di recente su questo blog, un suo libro di recente pubblicazione mette “il dito nella piaga”, evidenziando senza timore alcuno delle sue perplessità su quello che purtroppo in Europa non funziona. Il libro, che porta per titolo “Una Politeia per un’Europa diversa, più forte e più equa”, è stato di recente presentato anche ad Oristano, nel salone della Concessionaria Citroen di Sebastiano Salvietti, suo fraterno amico. Per chi è curioso, si può andare a leggere quanto scrissi in data 21 gennaio 2019 cliccando sul seguente link http://amicomario.blogspot.com/2019/01/il-ministro-savona-ha-presentato-ad.html. Ma veniamo alla cronaca dei fatti recenti.
Appena si è sparsa la voce che l’illustre professore di economia, ministro degli Affari europei Paolo Savona era stato nominato dal Consiglio dei ministri nuovo presidente della Consob (l’autorità garante della borsa), si sono scatenate le ipotesi più fantasiose. Quale la reale motivazione di questa nuova nomina? C’erano problemi o frizioni con altri esponenti dell’esecutivo? Le opposizioni hanno immediatamente tuonato sulla incompatibilità dell’ormai ex ministro a ricoprire l’incarico che gli era stato assegnato. La prima incompatibilità deriverebbe dalla cosiddetta legge Frattini del 2004, quella che regola il conflitto di interessi. Questa legge stabilisce che chi ha ricoperto un incarico di governo non può svolgere incarichi in Enti di diritto pubblico per un anno dopo il termine del suo incarico.
La risposta del governo Conte non si è fatta attendere. Conte ha ricordato che la legge Frattini prevede incompatibilità solo quando l’Ente pubblico in questione si occupa di questioni che rientrano nell’area di competenza dell’ex membro del governo. Gli Affari europei, di cui si occupava Savona, non c’entrano con la vigilanza sulla borsa e quindi il problema non si pone, ha sostenuto Conte. Inoltre, altri, hanno confermato l’opinione governativa ricordando un precedente caso avvenuto durante il governo Gentiloni, che ottenne un parere legale favorevole alla nomina dell’allora ministro della Coesione territoriale Claudio De Vincenzi alla presidenza dell’Autorità per l’energia.
Una seconda causa di incompatibilità deriverebbe dalla legge Madia del 2014, che stabilisce che i pensionati, come Savona, non possono ricoprire incarichi dirigenziali all’interno di amministrazioni pubbliche, tra le quali è indicata esplicitamente la Consob. L’unica eccezione prevista è per i casi in cui il pensionato in questione venga nominato per un anno soltanto e a titolo gratuito. Il governo ha invece assegnato a Savona un mandato pieno della durata di 7 anni. Una terza causa di incompatibilità deriverebbe dagli affari nei quali è impegnato Savona. L’ex ministro è tuttora socio di Euklid, un fondo speculativo con sede a Londra del quale era presidente fino a poco prima della nomina a ministro.
A prescindere però dalla miriade di motivazioni sui pro e sui contro di questa inattesa nomina, credo che alla base ci siano ragioni di fondo che esulano da quanto detto finora.  Fra le voci più accreditate, quella che Savona sia voluto scappare a gambe levate da un “governo del fallimento”. L’economista, si sostiene, aveva dato da tempo ripetuti segnali di insofferenza. Anche durante la definizione della manovra di Bilancio, erano corse voci sulle sue presunte dimissioni, in seguito a scontri con esponenti del Governo. Ad uno esperto come Savona, che in precedenza aveva ricoperto in modo eccellente ruoli strategici, non si possono far digerire determinati provvedimenti, se ritenuti inadeguati.
Poiché le eventuali dimissioni di un uomo del suo peso non sarebbero state un bel segnale per un governo, specialmente a pochi mesi dalle elezioni Europee, si mormora che si sia studiata una “exit strategy”: con la nomina di Savona a Presidente di Consob, l’Autorità di vigilanza del mercato mobiliare italiano, un incarico ovviamente incompatibile con quello di ministro!
Cari amici, la politica è fatta di finezze (e anche di schifezze) che non basterebbe un enorme vocabolario ed elencarle tutte. Anche io credo che la nomina di Savona alla Consob non sia una nomina qualunque. Savona è in questo momento (anzi, era) uno dei pochi ministri del governo con una solida preparazione economica e finanziaria, un vero pilastro, a perfetta conoscenza dei mercati, dell’economia e della nostra difficile situazione all’interno di un’Unione Europea che di equità proprio non vuole saperne.
Se risultasse vero che Egli era pronto ad abbandonare la nave, c’è da preoccuparsi non poco! Chissà, a questo punto, cosa ci aspetta domani…
Staremo a vedere. A presto.
Mario



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