Oristano
21 Gennaio 2019
Cari amici,
Se oggi Paolo Savona può
vantare il primato di essere il Ministro più anziano della storia della Repubblica, è
anche vero che la sua preparazione, la sua competenza e le sue capacità, sono senz’altro fuori discussione. Nella sua
lunga carriera, a partire da quella prestigiosa in Banca d’Italia, può dire di
aver lavorato nei contesti economici più importanti e prestigiosi in assoluto.
Paolo Savona, dopo la fattiva esperienza in Bankitalia (lasciata nel 1976), inizia a insegnare politica economica all’Università di Cagliari; esperienza successivamente perfezionata alla Luiss. Assume subito dopo la direzione di Confindustria, sotto la presidenza di Guido Carli, restando nell’incarico fino al 1980. In quegli anni diventa Presidente anche del Credito Industriale Sardo, diventando anche segretario generale per la Programmazione economica del Ministero del bilancio.
Paolo Savona, dopo la fattiva esperienza in Bankitalia (lasciata nel 1976), inizia a insegnare politica economica all’Università di Cagliari; esperienza successivamente perfezionata alla Luiss. Assume subito dopo la direzione di Confindustria, sotto la presidenza di Guido Carli, restando nell’incarico fino al 1980. In quegli anni diventa Presidente anche del Credito Industriale Sardo, diventando anche segretario generale per la Programmazione economica del Ministero del bilancio.
Lasciato il CIS diventa
poi amministratore delegato della Banca nazionale del lavoro, banca che lascia nel
1990 per diventare presidente del Fondo interbancario per la tutela dei
depositi. Nel 1993 è nominato Ministro dell’Industria nel governo Ciampi.
La sua straordinaria esperienza, maturata in contesti tanto diversi e difficili, lo porta a scrivere numerosissimi libri di grande interesse economico e monetario, ricercati sia dagli esperti che dalla gente comune. Personalmente è stato sempre poco favorevole all’introduzione in Italia dell’Euro, in quanto, quando si è realizzato il passaggio dalla lira all'euro l'Italia non era pronta, perchè mancavano le condizioni per farlo. Famosa una sua battura risalente al periodo 2009/10: “L’Euro? È una gabbia tedesca. La Germania ha sostituito la volontà di potenza militare con quella economica”. Ora, dopo diversi tentativi ostruzionistici, proprio per la sua dichiarata posizione poco favorevole all’Euro, con la nascita dell'attuale governo, il 1° Giugno del 2018 è tornato a fare il Ministro per gli affari europei con il governo Conte.
La sua straordinaria esperienza, maturata in contesti tanto diversi e difficili, lo porta a scrivere numerosissimi libri di grande interesse economico e monetario, ricercati sia dagli esperti che dalla gente comune. Personalmente è stato sempre poco favorevole all’introduzione in Italia dell’Euro, in quanto, quando si è realizzato il passaggio dalla lira all'euro l'Italia non era pronta, perchè mancavano le condizioni per farlo. Famosa una sua battura risalente al periodo 2009/10: “L’Euro? È una gabbia tedesca. La Germania ha sostituito la volontà di potenza militare con quella economica”. Ora, dopo diversi tentativi ostruzionistici, proprio per la sua dichiarata posizione poco favorevole all’Euro, con la nascita dell'attuale governo, il 1° Giugno del 2018 è tornato a fare il Ministro per gli affari europei con il governo Conte.
Ora, nonostante la sua non più verde età, per ribadire il suo pensiero e la sua
posizione “non allineata” al verbo europeo, pur assorbito dall’impegno
ministeriale, ha voluto dare alle stampe un nuovo libro, che già nel titolo appare alquanto significativo. Il libro, nella sua sobria copertina, porta una frase interessante, che invita a riflettere; il titolo è “Una Politeia per un’Europa diversa, più forte e più equa”. Al lettore che lo sfoglia, che lo legge, appare come una
severa riflessione su un’Europa più matrigna che madre. Risulta evidente che l’attuale Unione Europea, anche se
ha riempito i trattati di tanta benefica teoria, non riesce praticamente a
trasformare i concetti, i principi, in concreta realtà; le norme evidenziate nei trattati restano teoria, lettera morta, che non si concretizza in realtà
operativa. Insomma, c'è qualcosa che non va! La prima considerazione da fare è che senza applicare la solidarietà tra gli Stati componenti l'Unione, senza la necessaria condivisione tra i vari Stati che
compongono questa parvenza di Unione Europea, priva purtroppo di potere statuale, nulla
potrà essere reso operativo, restando, le enunciazioni dei trattati, solo principi
astratti.
Questo interessante libro
è stato presentato dal Professore Sabato 19 gennaio ad Oristano, in un convegno
organizzato dal Concessionario della Citroen Sebastiano Salvietti, suo fraterno
amico. La serata, arricchita dalla presentazione al pubblico di un nuovo
modello di autovettura, la nuova Citroen C5 Aircross, ha avuto un grandissimo
successo, con una partecipazione che ha superato ogni più rosea previsione
(basti pensare che lo stock dei libri messi in vendita è andato a ruba,
lasciando a bocca asciutta molti possibili acquirenti). Anche l'interesse per la nuova auto non è mancato, tanta la gente che l'ha osservata e chiesto spiegazioni; è stata
anche benedetta dall’Arcivescovo di Oristano Mons. Sanna. Erano presenti al meeting
diverse autorità civili, militari e religiose, tra cui anche l’Arcivescovo di
Sassari Mons. Saba.
La serata, ben
orchestrata, è stata allietata anche dalla musica: Maria Giovanna Cherchi, in
apertura, ha intonato la bellissima canzone sarda “Non poto reposare”, con
l’accompagnamento di Luigi Puddu alla chitarra, mandando in visibilio il folto
pubblico. Ha preso poi la parola il professore, che inizialmente, con tono canzonatorio, ha
affermato che la parte migliore della serata era conclusa con il terminare
della bella canzone cantata dalla Cherchi.
"Avevo pensato - ha detto poi - che data l'età il mio percorso professionale e di servitore dello Stato fosse arrivato a termine, ma così non è stato", Poi, con una lucida e precisa esposizione ha esternato le sue valutazioni sulla non facile situazione che l’Italia attraversa.
Nella sua impietosa analisi
ha ripercorso i pericolosi passaggi monetari, dall'abbandono della lira alla nascita dell’euro, ribadendo il fatto che
l’Italia non era pronta al grande passo, ma che, ora, tornare indietro non è
proprio possibile; bisogna però correggere i punti deboli, ha affermato, quelli che creano i
maggiori problemi, da quello della mancata crescita a quelli creati dell’immigrazione,
dalla mancata solidarietà tra Stati, in favore di quelli in difficoltà,
all’egoismo di alcuni Stati forti, che si arricchiscono a scapito di quelli più deboli dell'Unione. Ha parlato anche del suo difficile interloquire con i
rappresentanti dell’Unione Europea, così carichi di pregiudizi e di
diffidenza.
Un'analisi impietosa, quella
fatta dal professore sull’Unione. La complessa situazione in essere, ha detto, è
relativa ai trattati successivi a quelli di Maastricht. Secondo Savona il
governo dell'economia e della società europea in genere, non può essere regolato da
asettiche, meccaniche norme organizzative e di governance di stampo
privatistico, ovvero volte ad una algebrica, efficiente gestione delle risorse,
ma frutto di oculate scelte politiche, che partano e tengano conto delle
condizioni strutturali e congiunturali, tempo per tempo, dei singoli Stati
membri dell'Unione.
Scelte quindi ispirate da una “Politeia”, ovvero da una gestione politica che dovrebbe
tener conto della necessità di salvaguardare sempre il bene comune, quello che
abbraccia anche il sociale, salvaguardando in particolare le parti più deboli
della popolazione.
Paolo Savona in chiusura ha
confermato di aver inviato, per conto del Governo italiano, alle autorità
europee un documento preciso e realistico che affronta i gravi problemi in essere. Un
documento utile, necessario per cercare di rendere l'Unione "più forte e più equa" nei
confronti dei vari Stati che la compongono. È questo il fine che il documento intende
svolgere e per cui è stato redatto. Un documento contenente una serie di
proposte, elaborate al fine di completare l'architettura istituzionale europea e
correggere le politiche errate attualmente seguite, aprendo un dialogo paritario
tra Stati, che elimini il fatto che all’interno di questa strana Unione Europea
ci siano ancora figli e figliastri.
Potrà
cambiare qualcosa? Chissà! Lo scetticismo è d’obbligo.
A domani.
Mario
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