Oristano
14 Gennaio 2019
Cari amici,
La Sardegna, posta al
centro del Mediterraneo, circondata da un mare bellissimo e pulito, potrebbe –
a livello di pesca e itticoltura - recitare un ruolo ben più efficace e produttivo
di quello attuale. Con un intelligente utilizzo del mare che circonda la notra isola, potremmo moltiplicare a
dismisura, in positivo, la situazione economica e produttiva attuale che appare scarsa e di poco
valore aggiunto, costringendoci ad importare prodotti ittici da altre zone,
quando invece potremmo essere noi ad esportare.
Un esempio di questo
grande potenziale viene da una zona del Nord Est dell’Isola, precisamente da
Tortolì e dalle sue lagune. In questo compendio ittico funziona, fin dal primo
dopoguerra, una cooperativa (la Cooperativa Pescatori di Tortolì), fondata nel
1944 da tredici pescatori (ogliastrini e ponzesi arrivati in Sardegna alla
fine dell’800), che utilizza lo stagno alimentato dal Rio Mirenu. In questo specchio d'acqua non
viene esercitata solo l’attività di pesca ma anche quella della
mitilicoltura. Qui, a partire dal 2005, è stato realizzato un moderno centro
per la produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici,
che dimostra quanto questa attività potrebbe essere produttiva e remunerativa anche in altre identiche zone dell’Isola.
L’intelligente attività
di questa cooperativa non si limita infatti alla semplice attività ittica, ma la amplia e
integra con quella turistica. Fin dal 1998 la Cooperativa Pescatori
Tortolì ha iniziato ad esercitare l’attività di ittiturismo. Per primi in Sardegna e probabilmente
anche in Italia questi pescatori hanno aperto un locale, dove è possibile degustare i prodotti della pesca
sia in laguna che in mare aperto. Nel locale, collocato nella magnifica area umida
dello Stagno di Tortolì adiacente alla Peschiera San Giovanni, i clienti dopo
aver effettuato una passeggiata di circa 300 mt passando di fronte agli impianti di
cattura del pesce, agli allevamenti delle cozze e delle ostriche e davanti al
canale dove si effettua la pesca sportiva, possono, dopo aver respirato a pieni polmoni l’aria
salsa della laguna, degustare a tavola i freschi prodotti ittici a chilometro
zero.
Come accennato prima,
la cooperativa non si limita a pescare il prodotto ittico presente in laguna
(in particolare muggini), ma alleva orate e spigole (in gabbie galleggianti),
utilizzando gli avannotti che provengono da riproduttori pescati sempre nello stesso
stagno. L’allevamento si è poi esteso alle cozze (quelle piccole in autunno
vengono immesse in una rete tubolare dove crescono) che, una volta arrivate a
raggiungere la taglia commerciale, vengono sgranate, cioè staccate dal filare,
depurate, confezionate, etichettate e commercializzate. Dalle cozze si è poi
passati all’allevamento delle ostriche e delle vongole.
Le ostriche vengono
allevate all’interno di cassette o cementandole attorno a una cordella in modo
che non abbiano il problema della sovrapposizione l’una con l’altra in presenza
di onde, che creerebbero disturbo notevole alla crescita. Da poco la
cooperativa sta sperimentando anche un sistema di allevamento chiamato a “lanterne”.
Le ostriche allevate a Tortolì hanno convinto anche i francesi della loro
bontà, tanto che vengono esportate pure in Francia (Costa Azzurra); per ora circa 50
tonnellate.
Il progetto dell’allevamento
della “vongola sarda” nasce invece nel 2012. Vengono utilizzati per la
riproduzione esemplari prelevati nella stessa laguna; si tratta di esemplari
della “vongola verace del Mediterraneo” (la tapes decussatus), specie ormai
rara, oggi in gran parte sostituita dalla varietà filippina, meno pregiata. L’obiettivo
postosi dalla cooperativa è stato quello di recuperare una specie che altrimenti
correva il serio pericolo di estinguersi. Gli esemplari recuperati vengono posti
nello schiuditoio, nutrite con fitoplancton e, dopo circa un anno e mezzo le
vongole sono pronte per essere commercializzate. La Regione sarda, tramite
AGRIS, agevola questa interessante iniziativa.
L’attività della
cooperativa non ha conosciuto e non conosce soste. Nel 2007 ha avviato l’attività
di fattoria didattica. La fattoria didattica consente a chiunque di conoscere
il mondo della pesca e della possibile attività di allevamento e riproduzione.
Un modo per insegnare, in particolare ai ragazzi, il necessario rapporto tra
l’uomo e il mare e lo stagno. L’attività principale della fattoria è quella di
far capire a chi la visita che la vera ricchezza che l’uomo trae dal territorio
non è altro che l’equilibrio che esso costruisce con esso. L’attività didattica
si svolge nel periodo tra Settembre e Giugno, con laboratori didattici che di
volta in volta vengono modificati in base al tipo di attività formativa che si
vuole far intraprendere agli alunni.
Cari amici, non ho
parole per dire quanto mi rendano felice iniziative così interessanti, sia dal
punto di vista commerciale che economico e anche di difesa dell’ambiente. La Sardegna,
totalmente circondata dal mare e ricca di lagune, potrebbe diventare una
regione capace di produrre in grande quantità i prodotti del mare, non solo per la nostra sana alimentazione ma per
esportarli nel resto dell’Italia e anche all’estero! Il pescato dei nostri mari, considerata la salute delle nostre acque, è davvero un sano e pregiato prodotto
ittico. Oggi invece, buona parte delle nostre necessità alimentari viene soddisfatta con
l’importazione.Non vi sembra tutto questo una vera e propria assurdità?
Dovremmo riflettere
molto sul mancato utilizzo delle nostre risorse, delle nostre ricchezze, che
continuano a restare ferme, inutilizzate, dando spazio, reddito e linfa vitale (oltre che lavoro) agli altri. Pensiamoci seriamente!
A domani.
Mario
Particolare della Laguna di Tortolì (Foto Gianna Saba)
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