giovedì, gennaio 17, 2019

LA CRUSCA: GRAZIE AL CONTENUTO DI UN SUO PARTICOLARE ANTIOSSIDANTE, SCOPERTO UN SISTEMA INNOVATIVO PER CONSERVARE I CIBI IN MODO NATURALE.


Oristano 17 Gennaio 2019
Cari amici,
di recente è stato scoperto un nuovo modo per conservare i cibi utilizzando degli ingredienti naturali. Per prolungare la durata dei cibi l’industria alimentare è ricorsa finora agli antiossidanti sintetici, ma la recente scoperta nella crusca di grano (ma anche in quella di segale e orzo) di un antiossidante naturale ha fatto maturare l’idea che si potrebbero preservare più a lungo i cibi, anche in modo assolutamente naturale, con l’utilizzo della crusca di questi cereali.
Sono stati i ricercatori della Penn State University a rilevare nella crusca di questi cereali la presenza di particolari composti, chiamati alchilresorcinoli (Ar). Le piante come il grano, la segale e l'orzo, infatti, producono Ar in modo naturale; è questa una protezione che le piante di queste specie mettono in atto per prevenire la formazione di muffe, batteri e altri organismi sui loro chicchi. Dalla scoperta fatta dai ricercatori, all’eventuale utilizzo di questi composti per preservare il cibo, il passo è stato breve.
Gli studiosi della Penn State, dopo aver scoperto il composto Ar, hanno ipotizzato che se l’alchilresorcinolo era in grado di svolgere la funzione di preservare i chicchi dal degrado, sarebbe stato in grado anche di conservare allo stesso modo i cibi, svolgendo quindi la funzione oggi supportata dagli antiossidanti sintetici. Gli antiossidanti, per chiarire, sono in realtà delle sostanze che rallentano la velocità con cui gli acidi grassi omega-3 si degradano (dando luogo così al tipo odore di marcio), riuscendo in questo modo a rallentare il degrado dei cibi, e di conseguenza impedire al cibo di rovinarsi rapidamente e quindi di nuocere alla salute.
I prodotti chimici, tra l’altro, sono sempre più visti con diffidenza dai consumatori, in quanto nei confronti di certe sostanze si ha paura e conseguente rifiuto, per la possibile contaminazione dei cibi conservati, per cui viene sempre più richiesto l’utilizzo di ingredienti naturali per la conservazione dei prodotti confezionati industrialmente, creando di conseguenza alle aziende seri problemi per reperire antiossidanti naturali efficaci come quelli sintetici.
Il Team della Penn State, come ha riportato dettagliatamente lo studio pubblicato su 'Food Chemistry', ha sviluppato una particolare tecnica per estrarre e purificare gli Ar dalla crusca di segale, dopo aver studiato la capacità di preservare gli omega-3 nell'aceto e nell'olio. I risultati hanno evidenziato che gli Ar sono in grado di impedire agli omega 3 di rovinarsi rapidamente, anche se al momento non sono ancora in grado di funzionare in modo eccellente come gli antiossidanti sintetici utilizzati dall'industria alimentare, come l'alfa-tocoferolo.
Gli esperti ricercatori, però, sono già al lavoro, e contano di poter migliorare in tempi brevi la ricerca di base, in grado, essi affermano, di riuscire ad arrivare alla stessa efficacia degli antiossidanti artificiali. “Attualmente, c’è una grande spinta all’interno dell’industria alimentare per sostituire gli ingredienti sintetici con alternative naturali, e questa domanda è guidata dai consumatori”, ha detto Andrew S. Elder, dottorando in scienze alimentari. “I consumatori vogliono etichette pulite, vogliono rimuovere gli ingredienti sintetici dal suono chimico per il fatto che non li riconoscono e che alcuni di essi (gli ingredienti) hanno una presunta tossicità”, ha aggiunto.
“Non ci sono molte alternative naturali per gli antiossidanti sintetici”, ha continuato il Dr. Elder, “Il nostro lavoro si concentra sull’identificazione di nuovi antiossidanti naturali per estendere la durata di conservazione degli alimenti e soddisfare le richieste dei consumatori”.
Altro motivo d’interesse, o se vogliamo di vantaggio, è che questo antiossidante naturale può essere ricavato da una sostanza che normalmente è considerata uno scarto: la crusca. “La crusca è spesso un flusso di rifiuti”, ha precisato Elder, “noi stiamo prendendo qualcosa che di solito viene scartato in un flusso di rifiuti, trasformandolo, invece, in qualcosa di utile.”
Cari amici, seppure con lentezza l’uomo sta continuando a scoprire che in natura è sempre esistito tutto ciò che è necessario, tutto ciò di cui egli aveva ed ha bisogno. Molte delle cose che l’uomo ha cercato di procurarsi con processi chimici si sono rivelate poi un boomerang che si si è ritorto contro sé stesso, come è avvenuto per esempio per la plastica. È necessario, dunque, accelerare e approfondire quanto più possibile la ricerca, per scoprire e utilizzare i prodotti naturali, in quanto certamente più sicuri e salutari. La ricerca, per il nostro bene, deve proseguire con fermezza su questa strada.
A domani.
Mario


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