Oristano
30 Gennaio 2019
Cari amici,
Nella nostra isola il Carnevale riceve tradizionalmente il battesimo in concomitanza con i
festeggiamenti in onore di “Sant’Antoni
de su fogu”, festeggiato il 16 gennaio con l’accensione di grandi falò;
fuochi di varia foggia per composizione, forma e dimensione, e che, a seconda
delle zone dell’Isola, vengono chiamati in modo differente: Is fogus, is fogaronis o fogadonis, sos
focos, sos o’os, foghilloni, fogoni e s’ogulone e credo anche con altri
nomi.
È questo del fuoco, un rito antico e sempre gioioso, vissuto nella Comunità come una festa molto sentita, di stampo non solo religioso. I partecipanti, incantati dal rituale, dal calore e dal crepitio delle fiamme, mangiano e bevono in compagnia, inebriati dal vino novello che circola in abbondanza. Ho già avuto occasione di scrivere su questo blog di questo interessante rito, e...per i più curiosi, ecco il relativo link: http://amicomario.blogspot.com/2012/01/dallantico-rituale-pagano-del-fuoco.html .
È questo del fuoco, un rito antico e sempre gioioso, vissuto nella Comunità come una festa molto sentita, di stampo non solo religioso. I partecipanti, incantati dal rituale, dal calore e dal crepitio delle fiamme, mangiano e bevono in compagnia, inebriati dal vino novello che circola in abbondanza. Ho già avuto occasione di scrivere su questo blog di questo interessante rito, e...per i più curiosi, ecco il relativo link: http://amicomario.blogspot.com/2012/01/dallantico-rituale-pagano-del-fuoco.html .
Il rito del fuoco nasce nella Comunità umana
in epoca primordiale come rito pagano, successivamente fu la Chiesa, che ha sempre evitato di cancellare i riti precedenti, a trasformare
l’ancestrale rito del fuoco, venerato come un dio pagano, in rito cristiano,
attraverso la venerazione di un Santo che aveva avuto a che fare con il fuoco. Il santo scelto fu Sant'Antonio Abate, che, secondo la leggenda, era stato
capace di vincere il fuoco andando addirittura all’inferno a prenderlo. Questo Santo fu uno dei più illustri
eremiti della storia della Chiesa. Nato in Egitto intorno al 250, scelse di
vivere da eremita, conducendo una vita anacoretica per più di 80 anni. La
leggenda, attribuì al Santo la visita all'inferno dove si recò per contendere
al demonio le anime dei peccatori, portandosi via una scintilla di fuoco.
Amici, Carnevale come
sappiamo è un periodo notoriamente di festa, e, proprio per questo, i
festeggiamenti comunitari sono da sempre arricchiti con grandi mangiate, vino
novello e dolci tipici, quelli che caratterizzano la vita sociale nelle Comunità
di appartenenza. Mentre a Oristano il re di queste dolcezze è il mostacciolo
accompagnato dalla vernaccia fresca e giovane, in Barbagia il 16 e 17 gennaio,
in numerosi centri la festività di Sant'Antonio Abate è festeggiata con un particolare
dolce chiamato "Su Pistiddu". È questo un dolce buonissimo, costituito
da una sfoglia molto friabile di pasta che racchiude un morbido e gustoso
ripieno a base di sapa, (oppure miele sardo), caramello, scorza di arancia e di
limone.
Sulla pasta, preparata in
forma arrotondata, si fanno dei bellissimi ritagli in rilievo dai quali si
intravede il ripieno. Il termine Pistiddu deriva da pistiddare, che sta ad indicare una via di mezzo tra caramellare e
fare una marmellata, ed è naturalmente riferito al buonissimo ripieno. Su
Pistiddu è confezionato in vari centri della Barbagia, ognuno dei quali
utilizza qualche particolarità nella ricetta, come a Orotelli, Dorgali,
Orgosolo e Oliena, etc. Ecco allora, per i curiosi e gli appassionati, una
delle ricette base.
La
ricetta base de “Su Pistiddu”. Il dolce è costituito da
una focaccia di pasta sfoglia o frolla ripiena di sapa (di mosto cotto o di
fichi d’india o di corbezzolo) oppure miele, semola di grano duro, scorza
grattugiata d’arancia o limone, zafferano o spezie (cannella e/o noce moscata). A
seconda del paese varia ancora il ripieno, sostituendo, per esempio, il miele o
la sapa con marmellata d’arance, confettura di corbezzoli, di mele cotogne, di
fichi e mandorle.
I migliori “Pistiddi” sono
ritenuti quelli di Dorgali, Orgosolo, Orotelli e Oliena; a Dorgali lo troviamo
con un sapore più deciso, mentre quello di Orgosolo ha un gusto più delicato perché
oltre al miele, è composto anche da acqua e zucchero. Su Pistiddu (o Pistiddi) è
confezionato in forma rotonda, di circonferenza tra i 15 e i 20 centimetri. Ogni
paese ha un suo “ricamo speciale”, quei tagli che lasciano intravedere il
ripieno che connotano anche la provenienza. Passiamo allora alla preparazione.
Ingredienti
della ricetta base.
Per
la pasta violata: 500 gr semola di grano duro biologica, 100
gr zucchero, 100 gr. di strutto, acqua, un pizzico sale, un cucchiaino lievito di
birra o 1 bustina di lievito per dolci.
Per
il ripieno: 500 ml miele o sapa o marmellata, 100 gr
semola di grano duro, una scorza di arancia (o limone) grattugiata, zafferano e/o
spezie.
Istruzioni
per la preparazione.
Iniziare con il ripieno.
Mettete a riscaldare la sapa o il miele e la scorza d'arancia grattugiata.
Quando sta per bollire, versare piano piano la semola (come se fosse una
polenta) e mescolare bene fino a far diventare il composto come una marmellata.
Lasciare intiepidire. Preparare la pasta, aggiungendo per ultimo lo strutto.
Lasciare riposare per 30 minuti. Riprendere la pasta e fare delle sfoglie
sottili di circonferenza di 15, 20 centimetri.
Mettere ora al centro del
ritaglio tondo di pasta un po' di ripieno, abbassarlo e livellarlo con le mani,
coprendo poi con un'altra sfoglia e premendo per bene la pasta sui lati.
Passare ora la rotella tagliapasta, facendo dei disegni in superficie (sempre
con la rotella). Finiti tutti i pistiddos, cuocerli a 150° per 30 minuti o a
180° per 20 minuti, fino a quando assumono un colore leggermente dorato. Una
volta spento il forno lasciare raffreddare, in quanto è preferibile servire il
dolce freddo, in un vassoio tagliato a spicchi. Accompagnato, per essere
gustato al meglio, da un ottimo vino da dessert, come un buon moscato di Tempio
o una malvasia di Bosa.
Cari amici, ormai siamo
entrati nel Carnevale! Ovunque Voi siate, godetevi quello della tradizione a
Voi più congeniale, dolci compresi: dai mostaccioli a su Pistiddu!
A domani.
Mario
SU PISTIDDU di Orotelli
Nessun commento:
Posta un commento