Oristano
27 Gennaio 2019
Cari amici,
All’apparenza la notizia
che sta circolando sembra proprio un “bufala”, una di quelle quotidiane fake
news che di questi tempi abbondano, in particolare in rete. Eppure credo
proprio che sia vera, in quanto viene riportata anche da fonti che io da sempre
considero serie. Ma vediamo esattamente di cosa si tratta.
L'Autorità per le
garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ha assegnato all’Istituto
di Statistica (ISTAT) un numero telefonico particolare, facilmente
memorizzabile e riconoscibile, da utilizzare per chiamare i cittadini nelle
rilevazioni statistiche ufficiali, dati necessari per le scelte economiche e
politiche del Paese. Sulla necessità di questi dati niente da dire, ma la cosa
‘particolare’, che crea non poco sconcerto, è che è stata prevista l’obbligatorietà
della risposta alla chiamata fatta dall’ISTAT.
Il riferimento
legislativo a cui il provvedimento si appoggia è quello dell’articolo 7 del
decreto di una norma risalente al 1989 (ma ancora in vigore) che prevede per i
cittadini italiani, “l’obbligo di
fornire dati statistici”. Ne deriva esplicito obbligo di risposta all’Istat: “È
fatto obbligo a tutte le amministrazioni, enti e organismi pubblici di fornire
tutti i dati che vengano loro richiesti per le rilevazioni previste dal
programma statistico nazionale”.
Obbligatorietà che, udite,
udite, in caso di inadempimento prevede pesanti sanzioni nei confronti delle
persone e delle aziende che per qualsiasi ragione non dovessero rispondere alla
chiamata. Per ogni evenienza è pure previsto che questo numero, il 1510 per l’esattezza, possa essere chiamato anche dai
cittadini. La vera novità, in realtà, consiste proprio in questa
“obbligatorietà di risposta”, che prevede come accennato anche la sanzione!
Cari amici, sta
succedendo qualcosa che prima non era mai stato nemmeno ipotizzata! Dobbiamo fare
dunque molta attenzione: se dovesse arrivare una telefonata dal numero 1510, c’è
da mettersi subito sull’attenti e, dopo aver velocemente detto “Pronto” all’incaricato
dell’ISTAT, ascoltare per bene le domande poste, rispondere dicendo solo la
verità, nient’altro che la verità, aggiungendo magari pure ‘lo giuro’! Scusate l’ironia…
Si, credo proprio che non
si tratti di una bufala ma di una concreta realtà. A chi si è posto il
problema, provando a chiedere chiarimenti, risulta che gli sia stato risposto
che era necessario farlo, in quanto l’ISTAT finora si era dovuto appoggiare a dei
call center privati, con la conseguenza di minori tutele, sia per l’Istituto
che per chi partecipava alle indagini. Memorizziamo pertanto il Numero 1510, il numero con risposta
obbligata.
Ma chi riceverà le
chiamate dal 1510? Dipende dal target delle ricerche. Basti considerare che ad
oggi l’Istat ha in atto 101 differenti indagini statistiche per fotografare la
situazione del nostro Paese sotto diversi profili. Queste indagini si basano
proprio sulla collaborazione di migliaia tra famiglie e imprese che si rendono
disponibili a rispondere a dei questionari, anche via telefono.
La richiesta risulta che sia
stata inoltrata all’AGCOM dal Governo, e l’Agenzia per le Comunicazioni ha
subito provveduto a dotare l’Istituto Nazionale di Statistica di un numero
telefonico: il 1510 appunto. E sarà proprio obbligatorio rispondere, altrimenti si
rischiano multe fino ai 2mila euro (fino a 5mila euro nel caso si tratti di
imprese) in base all’articolo 11 del decreto in materia.
Cari amici, seppure visto
come imposizione, l’obbligo di rispondere alla chiamata del 1510 è un dovere di
ogni cittadino. Il lavoro dell’Istat ha carattere strategico per le scelte
economiche e politiche di uno Stato, ed è indispensabile ottenere una risposta
da parte degli interpellati. A questo scopo l’ente statistico, partendo da
elenchi ufficiali e banche dati, individua i nomi dei cittadini e delle aziende
da intervistare, creando dei campioni rappresentativi. È dunque necessario
collaborare.
In caso di mancata
collaborazione, la sanzione amministrativa comminata può essere contestata con
un ricorso al Prefetto. Ci si dovrà rivolgere al Giudice di pace allorché si
tratti di ordinanza-ingiunzione. Se il ricorso viene respinto bisognerà
mettersi l’animo in pace e pagare (col modello F23). Da precisare che il
cittadino o l’impresa, una volta ricevuta la contestazione, non possono evitare
la multa, seppure fornendo le risposte richieste.
I doveri, amici miei,
sono spesso anche fastidiosi, ma se sono rivolti al bene della nazione…
A domani, amici.
Mario
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