martedì, gennaio 22, 2019

“MANCAVA AI VIVI”, FRASE CHE CONTIENE IL SIGNIFICATO DI RIPORTARE A CASA LE SPOGLIE DEI NOSTRI EROI DELLA GRANDE GUERRA. UN OBIETTIVO POSTOSI DA TINO MELIS PER I CADUTI DELLA ZONA DI ORISTANO. SINTESI DI UN CONVEGNO.


Oristano 22 Gennaio 2019
Cari amici,
Ci sono passioni che possono essere innate, oppure sorgere anche all’improvviso; ma comunque, se la passione è forte, “vera”, questa ci martella dentro, ci preme, ci costringe a soddisfarla. È quello che è successo a Tino Melis, una persona davvero speciale, colta (con laurea in Scienze politiche), ex sindaco di Santa Giusta dal 1990 al 2015, colpito da una passione particolare e impegnativa: portare a casa le spoglie dei nostri soldati caduti nella Grande Guerra, uno scopo diventato per Lui quasi una missione.
Si, amici, passione diventata poi missione. Tino Melis nelle numerose interviste rilasciate ha affermato con convinzione: «Ho deciso di andare in cerca dei luoghi e delle tombe in cui sono sepolti i soldati degli 88 Comuni della Provincia di Oristano, quei soldati che morirono al fronte, negli ospedali della Grande Guerra o nei campi di prigionia». Qualcuno si è chiesto “come mai” Tino Melis, persona già fortemente impegnata, fosse stato colpito da questa passione così poco comune. Tino non ha avuto difficoltà a soddisfare questa curiosità, ricordando che quando era sindaco di Santa Giusta, nelle annuali cerimonie di commemorazione dei caduti il 4 Novembre, leggendo i nomi dei compaesani caduti in battaglia iniziò a porsi il quesito:  “chissà dove” erano sepolti i resti mortali di quei soldati-eroi.
Ecco dunque la prima motivazione, circa la decisione di intraprendere una ricerca che sarebbe durata anni. Ricerca portata avanti con la consultazione di registri, effettuando lunghi studi e ricerche faticose, ma dopo tanto lavoro una prima risposta è arrivata. Il frutto di questo certosino lavoro è stato poi portato poi a conoscenza delle Amministrazioni interessate, in modo che i risultati ottenuti fossero conosciuti e conseguentemente si potessero avviare le pratiche necessarie per riportare a casa le spoglie dei loro caduti. 
Per rendere partecipi le popolazioni interessate, sono state allestite apposite conferenze che hanno avuto un titolo significativo: “Mancava ai vivi”, a significare che, oltre il rinverdire il ricordo, poteva dare sollievo alla Comunità conoscere “il dove erano conservate le spoglie dei loro caduti”, oltre che, ove possibile, riportare fisicamente a casa i resti mortali dei loro cari rimasti in terra straniera.
La conferenza che ha riguardato Oristano si è svolta il 18 gennaio nella Sala Conferenze dell’Hospitalis Sancti Antoni, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Oristano guidato da Massimiliano Sanna, e inserito nell’ambito delle commemorazioni della Grande Guerra. L’incontro, che ha avuto un’ampia partecipazione, ha messo in luce aspetti spesso poco conosciuti circa il doloroso e tragico impegno prestato dai soldati oristanesi caduti nella Prima Guerra Mondiale. A spiegare il certosino lavoro effettuato, Tino Melis, il protagonista delle ricerche storiche, archivistiche, militari e geografiche, portate avanti in modo approfondito quanto appassionato; ricerche durate anni, ma che hanno consentito la scoperta e la ricostruzione di molte pagine tragiche scritte col sangue dei giovani eroi figli delle nostre Comunità.
Nel corso della serata i presenti hanno potuto conoscere i nomi dei tredici soldati-eroi di Oristano che persero la vita durante la Grande Guerra del 1915/18, il primo conflitto mondiale, e dei quali poco o nulla si sapeva, in quanto di loro si erano perse le tracce. Tino Melis ha riepilogato la strada seguita per arrivare a scoprire dove le loro spoglie si trovavano. Un lavoro lungo, certosino, ma alla fine la pazienza e la determinazione hanno portato a scoprire, finalmente, i nomi e i luoghi di sepoltura dei caduti oristanesi.
Nel sacrario di Redipuglia sono stati ritrovati i fratelli Giovanni e Giuseppe Atzori, Giuseppe Murtas, Antonio Vargiu e Giovanni Battista Zara; a Udine, nella chiesa di San Nicolò, erano sepolti Salvatore Cadau, Salvatore Cao, Felicino Floris, Daniele Vargiu e Serapio Vinci. Infine, nel grande sacrario di Oslavia, vicino a Gorizia, si è scoperto che erano custoditi i resti di Giovanni Murtas, Vincenzo Pippia e Anselmo Simbula. “Di questi soldati - ha detto Tino Melis - tre non sono ricordati nel monumento ai caduti di Oristano. Ma sono sedici in tutto quelli che ancora non hanno il loro nome nella lapide di Piazza Mariano”.
Massimiliano Sanna, nella sua veste di Vice Sindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Oristano, parlando a nome della Giunta, ha voluto subito precisare che, come è giusto che sia, sarà reso onore ai nuovi soggetti prima ignoti; anche i loro nomi verranno aggiunti a quelli attualmente presenti nella lapide esistente nel monumento ai caduti di Piazza Mariano. “Verrà creata una lapide aggiuntiva, e la stessa cosa verrà fatta anche nelle frazioni, proprio perché alcuni dei caduti provenivano proprio da lì, e ci sembra giusto che siano ricordati”, ha affermato.
Tanta la commozione in sala, ma anche una certa, felice soddisfazione, per aver riportato alla luce nomi e fatti di nostri giovani eroi rimasti nell'oblio. Il giusto e dovuto completamento sarà quello di riportare presto a casa le spoglie di chi ha sacrificato la vita per il futuro dell’Italia, quel futuro che oggi è nostro, e che, non dimentichiamolo, è frutto anche del loro grande sacrificio.
A domani, amici.
Mario



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