Oristano
11 Gennaio 2018
Cari amici,
La notizia dei giorni
scorsi, immediatamente diffusasi, sul caso dei due gemelli la cui circoncisione
clandestina ha avuto effetti devastanti (uno è morto e l’altro è in gravi
condizioni), ha sconvolto l’opinione pubblica, che continua a restare inorridita
di fronte a questa antica barbarie che, seppure per motivi religiosi, continua
a sopravvivere anche nel 3° millennio. Nel mondo occidentale, poco avvezzo a simili pratiche, ci si
interroga e si discute, anche in modo forte, sulla permanenza del fenomeno e di
come risolverlo.
Si, nonostante stiamo
percorrendo il 3° Millennio, ben diverso da quello di migliaia di anni fa,
questa pratica, per motivi culturali e religiosi, continua. Si calcola che tra
i 4.000 ed i 5.000 bambini stranieri ogni anno in Italia vengono sottoposti alla
circoncisione; di questi tra i 1.400 e 1750, pari al 35%, vengono circoncisi clandestinamente,
e molto spesso l’intervento non è effettuato da medici, con il rischio concreto
di infezioni ed emorragie che, come nel caso prima riportato, possono portare
alla morte dei piccoli. Per chi non è molto al corrente di questa pratica
antichissima, voglio qui riepilogare, anche se per sommi capi, l’origine di
questa barbara consuetudine.
Circoncidere viene dal
latino circum («intorno») e caedere («tagliare»), quindi indica il «tagliare
intorno» all’organo sessuale maschile la parte che ricopre il pene, ovvero il prepuzio.
L’uso di eliminare questa parte che ricopre il pene nacque quasi certamente per
motivi igienici, diventando poi, invece, una pratica legata alla religione e
come simbolo di appartenenza. Rito che iniziò ad essere praticato in tempi lontanissimi,
come risulta dalla descrizione fattane dagli antichi Egizi nel cosiddetto
Papiro di Ebers, reperito a Luxor nel 1862 dall'archeologo tedesco Georg Moritz
Ebers, che accertò che lo scritto era stato deposto tra le gambe di una mummia risalente
a circa 3000 a.C.
La circoncisione era
nota anche ai Caldei, abitanti sulle montagne dell'Armenia e del Kurdistan,
com'è documentato nelle tavolette di argilla ritrovate da Sir Henry Layard nel
1849 nelle rovine del Palazzo Reale di Nineveth, distrutto nel 612 a.C, ed
attualmente esposte al British Museum di Londra. Queste tavolette furono
collezionate dal re Assurbanipal (668-626 a.C.) e si ritiene che siano state
prodotte nel 1600 a.C.
Presso gli Ebrei la
circoncisione risulta ancora oggi praticata non per motivi igienici ma con un
significato puramente religioso. Motivo religioso dunque, in quanto fin dall’antichità la
chirurgia in generale era scarsamente praticata presso gli Ebrei (era limitata
soltanto a casi dove era l'unica soluzione inevitabile), per cui non si ipotizza altra motivazione nel continuare a sottoporre i bambini o i giovanissimi
a questo barbaro trattamento, considerato anche che la circoncisione non era e non è ancora oggi effettuata
da un medico, ma dal Rabbino.
Storicamente la circoncisione è
menzionata anche nella Bibbia (Genesi, 34 ed Esodo 4 e 25), dove si rileva che
si tratta di una iniziazione puberale. Infatti il termine khatana
(«circoncisione») deriverebbe da hatan che in ebraico significa «fidanzato». Questo
ragionamento concorda anche con quanto praticato da altre civiltà, presso le
quali la circoncisione viene ancora oggi effettuata alla pubertà, come ad
esempio presso le tribù africane dei Konso, dei Kerre, dei Gheleba, ecc., oltre
che presso molte altre tribù in Africa Orientale e Centrale, dove è considerata
un rito capace di abilitare alla vita sessuale rendendo più facili i rapporti
sessuali.
Nell’antichità la
circoncisione si diffuse e venne praticata anche nella civiltà greca e in
quella romana, effettuata soprattutto per migliorare la situazione igienica
della zona puberale, facilmente soggetta ad infezioni. Anche le popolazioni
pre-colombiane dell'America praticavano la circoncisione, come rilevato sia
presso le tribù degli Athabaska del Canada, e presso alcune tribù messicane e
amazzoniche. Gli Atzechi ed i Totonacs risulta che circoncidevano i loro bambini
con una cerimonia rituale all'età di 28 o 29 giorni. Nel corso della stessa
occasione cerimoniale il sacerdote che praticava la circoncisione ai maschi praticava un rito analogo anche alle bambine, che venivano deflorate con il dito.
Amici, con questi
presupposti non desti meraviglia, dunque, che popolazioni ancora oggi legate a riti
religiosi antichissimi, come gli Ebrei, continuino a praticare anche nel terzo
Millennio questo barbaro rito. Che fare, dunque, per evitare tragiche
situazioni come quella recente del bambino deceduto a Monterotondo? Indubbiamente, per non
turbare i sentimenti religiosi, sarebbe almeno opportuno regolamentare l’operazione,
facendola svolgere attraverso l’utilizzo del Servizio Sanitario pubblico. È già stato
inoltrato un appello alla Ministra della Salute, proponendo di abbassare i costi
dell'operazione ed evitare, quindi, gli interventi clandestini.
D’altro canto, proibire
il rito stabilito da una religione millenaria diventerebbe troppo difficile, in quanto le
operazioni clandestine continuerebbero; alcune nazioni europee hanno tuttavia già
emanato norme di proibizione, come la Germania. La corte d'appello di Colonia
ha di recente stabilito che la circoncisione per motivi religiosi è un delitto
perseguibile penalmente. E' quanto si legge nella motivazione di una sentenza
del Giugno scorso relativa al giudizio nei confronti di un medico, citato per aver circonciso
un bambino di 4 anni. Per i giudici di Colonia, le circoncisioni devono essere
considerate alla stregua di ''lesioni contrarie alla legge'' perché ''violano
l’integrità fisica'' dei minori, così è scritto nella sentenza.
Cari amici,
personalmente non sono molto favorevole alla circoncisione, però credo anche
la proibizione, che andrebbe a stravolgere una tradizione millenaria, parte integrante di
una fede professata da milioni di persone, sia un rimedio peggiore del male.
Ribadisco, però, l’esigenza che questo rito, per quanto barbaro, vada
regolamentato e gestito con tutte le garanzie, quindi effettuato presso una struttura medica pubblica.
A domani.
Mario
Circoncisione di un bimbo ebreo
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