martedì, gennaio 01, 2019

LEGGE DI BILANCIO 2019. LE COPERTURE NECESSARIE PER INTRODURRE LA QUOTA 100 PER LE PENSIONI ED EROGARE IL REDDITO DI CITTADINANZA, RICHIEDONO SACRIFICI PESANTI: NON SOLO TAGLI MA ANCHE NUOVE TASSE…


Oristano 1 Gennaio 2019
Cari amici,
Inizio i post di questo neonato 2019 riflettendo con Voi del possibile futuro della nostra bella Italia, che, purtroppo, al momento non appare proprio roseo. Parlo dal punto di vista economico e sociale. In tanti si aspettavano un cambio decisamente più positivo, dopo le ultime elezioni e la nuova squadra di Governo.
Ebbene, relativamente ai fatti più recenti, dopo la defatigante maratona parlamentare, conseguente al lunghissimo tira e molla con l'UE e paragonabile ad una “una notte al museo” del genere horror, il Senato della Repubblica prima e la Camera dopo, hanno approvato il nuovo testo della “Finanziaria 2019”. Per il Governo Pentastellato questo è un ulteriore passo avanti, nonostante il chiassoso e forte dissenso espresso dalle opposizioni, che hanno accusato chi governa di aver esautorato in modo brutale il Parlamento dalle sue funzioni. Indubbiamente la vita politica italiana vive un momento particolarmente tumultuoso, che certamente agli osservatori stranieri, in particolare quelli che tra l’altro sono in possesso di un grosso pacchetto del nostro debito pubblico, non appare esente da rischi.
Dopo il durissimo braccio di ferro con l’Unione Europea, che, nonostante l’apparente accettazione del deficit al 2,04 per cento continua a ritenere il nostro Paese un “Sorvegliato Speciale”, ora, caparbiamente, questa contestata manovra finanziaria messa in piedi dal Governo Giallo-Verde, continua imperterrita il suo tormentato iter. La paura, che a sentire i media pervade una grande parte dell'opinione pubblica, l'applicazione pratica del contenuto della manovra non sarà esente da traumi; troppi gli interventi di "taglio" su settori importanti, come quelli del volontariato, e troppa poca chiarezza sull'utilizzo delle importanti cifre destinate al "Reddito di cittadinanza" e alla famosa "Quota cento" sulle pensioni. Alle rimostranze delle opposizioni di governo si sono aggiunte anche quelle dei Sindacati e delle diverse Associazioni di categoria. Cosa potrà succedere, dunque, ai cittadini comuni, una volta che questa finanziaria appena approvata entrerà in vigore? A quanto pare le preoccupazioni non sono poche.
Amici, partendo dal presupposto che “quando la coperta è troppo corta”, se copri la testa si scoprono automaticamente i piedi, succede la stessa cosa quando si vogliono, comunque, effettuare spese ma non si hanno i soldi necessari. A leggere tra le righe della nuova Finanziaria 2019 si scoprono poste apparentemente poco significative che, invece, andranno a pesare non poco sulle tasche dei cittadini! Proviamo a vedere alcuni esempi.
Partendo dalla bocciatura della Commissione Europea, circa il deficit del nostro Paese che inizialmente veniva portato al 2,4 per cento, ridotto dopo lunghe trattative al 2,04 per cento, questa diminutio, tradotta in soldoni ha significato reperire ulteriori 10 miliardi di euro per coprire le spese prima preventivate. Facciamo un po' di conti.
Di questi, 2 miliardi verranno recuperati da sforbiciate alla Quota 100, altrettanti da quelle al Reddito di Cittadinanza, mentre la somma restante deve essere recuperata con diversi tagli. Vediamo in dettaglio quali.
Viene eliminato lo sconto Ires a favore del Terzo settore, quello del No Profit, sulla rivalutazione pensioni: sopra i 1.502 euro, verrà decurtato l’adeguamento automatico al costo della vita, gradualmente per fasce, fino alla totale eliminazione del beneficio; sulle Pensioni d’Oro: tagli dal 25 al 40 per dento sulle pensioni superiori a 100.000 euro lordi annui; acquisto auto: Per chi acquista tra il 2019 e il 2021 un’auto non elettrica o a basse emissioni con costo superiore ai 45.000 euro, ci sarà una imposta parametrata al numero di grammi di biossido di carbonio emessi.
Money transfer: tassa dell’1,5 per cento, sui trasferimenti di denaro effettuato con Money transfer verso paesi fuori dell’Unione Europea; Web Tax: Prelievo del 3% all’ammontare dei ricavi tassabili delle imprese che vendono online. Ancora: nuovi tagli per la burocrazia: il Governo conta di recuperare 1 miliardo ogni anno eliminando le spese superflue nei Ministeri; Immigrati: La spesa per l’accoglimento degli immigrati sarà ridotta; per il 2019 è previsto un risparmio di 400 milioni di euro, per un totale di 1,6 miliardi nel triennio; Ferrovie: Tagliati i fondi per 600 milioni a Ferrovie dello Stato.
Politiche comunitarie: Tagli per 850 milioni; Fondi per l’apprendistato: Taglio degli incentivi per i contratti di apprendistato: saranno 5 milioni l’anno per il 2019, il 2020 e gli anni successivi, mentre dalla scorsa manovra erano previsti 15,8 milioni per il 2019 e di 22 milioni per il 2020; Fondo Sviluppo e Coesione Sociale: Tagli per 800 milioni; Assunzioni: Stop assunzioni ai Ministeri fino al 15 Novembre 2019 e alle Università fino al 1 dicembre 2019;
Editoria: Azzeramento graduale del fondo pubblico per le testate giornalistiche; Vitalizi: Anche le Regioni dovranno adeguarsi ai tagli decisi dalla Camera, pena una diminuzione degli stanziamenti; Banche e assicurazioni: Previsto un aumento della tassazione per banche e assicurazioni. Per quest’ultime, il tasso dell’acconto d’imposta sui premi assicurativi sale al 75% nel 2019, al 90% nel 2020 e al 100 per cento nel 2021 e gli anni successivi; Spese militari: Taglio delle spese militari, senza ripercussioni sull’occupazione, per 60 milioni nel 2019 e di ulteriori 531 milioni nel periodo dal 2019-2031.
Infine la finanziaria rimuove il Blocco delle aliquote dei tributi locali, introdotto con la legge di Stabilità del 2016. Come ha precisato la CGIA di Mestre, dal 2019 gli italiani rischiano di pagare "almeno 1 miliardo in più, a seguito della rimozione del blocco delle aliquote dei tributi locali introdotto nella manovra di Bilancio attualmente in Parlamento". Dopo la rimozione, è molto probabile che alcuni Governatori e molti Sindaci torneranno ad innalzarle. Secondo alcune stime, degli 8.000 Comuni presenti in Italia oltre l’80 per cento ha i margini per aumentare sia l’IMU sulle seconde e terze case sia l’addizionale IRPEF.
Cari amici, tornando alla “coperta troppo stretta”, siamo sicuri che i cambiamenti ipotizzati (finanziaria definita “del popolo e del cambiamento”) alla fine non si rivelino (per il popolo) peggiori dei mali che intenderebbero combattere? Un'ultima considerazione. Chi ci osserva dall'esterno ed ha in mano la gran parte del nostro "Debito Pubblico", credete che non sia seriamente preoccupato e che questa preoccupazione farà lievitare il costo del nostro enorme debito? Credetemi io personalmente sono molto preoccupato!
A domani.
Mario

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