Oristano
25 febbraio 2019
Cari amici,
Piero Marongiu, mio caro
amico del quale su questo blog ho avuto il piacere di parlare altre volte, è un
personaggio sotto certi aspetti unico; dotato di capacità molteplici, è un
soggetto poliedrico, multiforme, capace di indossare indifferentemente sia la divisa di soldato che i
panni di scrittore e poeta. Leggere i suoi libri, racconti di vita vissuta, o le sue struggenti poesie, è come
scoprire il piacevole sapore di un frutto, celato all'interno di un ruvido e coriaceo rivestimento esterno,
che mai avrebbe fatto sospettare il suo piacevole contenuto interiore.
Piero in passato ha
indossato con onore la divisa di soldato; nelle sue numerose missioni di peace
keeping, svolte in diversi Paesi martoriati dalla guerra, è venuto a contatto con l’orrore, la
disperazione, la malvagità dell’uomo, osservando tutta una serie di comportamenti che definire
animaleschi è poca cosa. Ha assistito allo strazio di bambini crudelmente massacrati,
di donne anche bambine violentate, di stragi in massa e di forme di volenza etnica
che possono essere definite infermali. Piero, dopo aver vissuto i peggiori orrori della guerra, ha cercato di renderli noti, per una doverosa testimonianza.
Bisogna essere forti per
sopravvivere a certe emozioni, orrori che la nostra mente dopo averli registrati non cancella, non dimentica, ma accantona in file particolari! Si, tutto
viene accantonato in file nascosti, quasi inaccessibili,
particolari scatole segrete che Dio ha predisposto nel nostro grande, meraviglioso
super-computer, qual è il nostro cervello. File “chiusi a chiave”, ma che
chiavi speciali, come le nostre emozioni, possono riaprire in qualsiasi
momento.
È quello che nel romanzo succede al suo protagonista: Paolo, da me ritenuto l'alter ego di Piero, che, dopo la riapertura di quello scrigno, viene riportato indietro nel tempo. Un tuffo fatto nel passato dell'orrore, che riporta a galla, con lucidità, ricordi di massacri, stupri, dolore e rabbia; dalla scatola segreta dei ricordi riaffiorano momenti terribili, creandogli un pathos, angosciante e shoccante. Piero nel suo ultimo libro “Oltre la notte” (edito da la Zattera) racconta proprio il contenuto di questo file nascosto, custodito in quello scrigno segreto, rimasto a lungo celato e che ora ha deciso di rivelare.
È quello che nel romanzo succede al suo protagonista: Paolo, da me ritenuto l'alter ego di Piero, che, dopo la riapertura di quello scrigno, viene riportato indietro nel tempo. Un tuffo fatto nel passato dell'orrore, che riporta a galla, con lucidità, ricordi di massacri, stupri, dolore e rabbia; dalla scatola segreta dei ricordi riaffiorano momenti terribili, creandogli un pathos, angosciante e shoccante. Piero nel suo ultimo libro “Oltre la notte” (edito da la Zattera) racconta proprio il contenuto di questo file nascosto, custodito in quello scrigno segreto, rimasto a lungo celato e che ora ha deciso di rivelare.
Tramite il suo alter ego, Piero ha costruito una bella
storia romanzata che, tra luci e ombre, ripercorre il pericoloso sentiero da
lui calpestato quando vestiva i panni di soldato. Piero, inviato di guerra,
rivive nel libro gli incubi vissuti in quelle terre martoriate, prima in Bosnia Erzegovina e
successivamente in Albania; racconta gli orrori che lo hanno segnato, difficili da
dimenticare, e che come riaffiorano lo sconvolgendolo anche oggi, togliendogli il
sonno. I protagonisti in chiaroscuro del libro in realtà sono due: Paolo e
Marta. Tra loro c'è un legame particolarmente intenso, forte e altalenante, un
amore grande ma che non è capace di stabilizzarsi; un amore che si muove a corrente alternata, danzando come impazzito, simile all’ago
di una bussola in presenza di un forte campo magnetico.
Il libro è il racconto
di una lunghissima notte particolarmente travagliata, vissuta da un Paolo angosciato dal
distacco di Marta, la donna dei suoi sogni che ama alla follia; una notte in cui viene assalito e ossessionato
anche dai terribili ricordi della guerra. Nella sua mente si accavallano
continuamente i ricordi di Marta con quelli delle orrende stragi di cui è stato
spettatore, creandogli un caotico stato confusionale che lo sconvolge. Quella
che vive Paolo è una notte infinita, dove i ricordi sono così dolorosi da
portarlo quasi a desiderare la morte.
Andare oltre quella lunga
notte, ritrovare le luci dell’alba, significherebbe uscire dall’incubo, sconfiggere
i fantasmi del passato, riprendere a vivere una nuova vita, altrimenti arriverebbe
la fine. Ma non è facile liberarsi del peso schiacciante del passato; gli manca
Marta, gli manca come l’ossigeno che respira, continuando a domandarsi il perché dell’abbandono.
Il suo lungo, interminabile viaggio in auto, in realtà è il ripercorrere, come
in un film, la sua vita passata, piena di dubbi e di incertezze, contaminata
dagli orrori di cui è stato spettatore.
Una guerra aspra, che gli
ha creato non poco dolore, e che, in quella lunghissima notte, si mischia alla
disperazione per la perdita di Marta, che nonostante tutto lui amerà per sempre,
fino all’ultimo respiro. Nell’impetuoso fiume dei ricordi passano, come in un
film muto, volti e fatti terribili, che si alternano alle visioni degli splendidi momenti vissuti con Marta, lasciandolo
terribilmente prostrato e senza forze. Paolo, come in preda ad una febbre che lo fa delirare, vede sfilare di fronte a se tanti volti, che ricorda con grande lucidità: sono quelli tristi
di Drina e di Regep, in preda alla disperazione per aver perso tutto, di Aroon, e dei tanti altri passati a miglior vita
nelle stragi di Sarajevo. Un film dell'orrore che continua senza fine.
A perseguitarlo con maggior forza è
però il ricordo di Marta, quello del suo viso ammaliante e sorridente, del suo corpo, a volte freddo
e distaccato, a volte caldo e voluttuoso, sempre però misterioso e indecifrabile. Giunto, dopo la lunga notte, alla fine dell'onirico viaggio, ritroviamo Paolo seduto
sulla scogliera; mentre riflette, ode un rumore alle sue spalle: si accorge subito che è Marta. Lui sente subito la sua presenza da mille sfumature: dal
noto rumore della portiera della sua auto, dal suo profumo che distinguerebbe fra mille e dal lento incedere di lei verso di lui. Lei si
avvicina, ma lui non riesce a guardarla in faccia, ha paura di ricreare
qualcosa che ormai non è più disposto ad accettare; Lei sorride, lo tenta, ma lui è più
forte: con enorme difficoltà cerca di resistere, e, facendosi forza, alla fine va via. Difficile stabilire quale possa essere stato
in quel momento il suo stato d’animo! Ma il coraggio di scrollarsi di dosso il
passato l’ha avuto! Si, Paolo ora è pronto a vivere di vita nuova.
Amici, un romanzo straordinario! Leggere questo
libro mi ha fatto ulteriormente apprezzare le grandi doti di Piero; a
differenza degli altri libri che ha scritto, però, questo ha delle particolari diversità
che gli altri non hanno. Oltre la notte è un libro dove
Paolo mette a nudo il suo IO in modo totale; è la difficile rivelazione di se stessi! Aprire il nostro cuore, i nostri sentimenti più nobili e
teneri, il nostro animo vero rivolto agli altri, è cosa straordinariamente difficile: il nostro antico pudore quasi ce lo vieta, ma Piero è riuscito a farlo!
Caro Piero, in questo libro sei riuscito a rivelare agli altri chi sei veramente! Ad maiora!
Caro Piero, in questo libro sei riuscito a rivelare agli altri chi sei veramente! Ad maiora!
Mario
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