Oristano
26 febbraio 2019
Cari amici,
Che la tecnologia avanzi cn la forza di un carrarmato, che
continui a demolire modi di vivere precedenti in un’escalation ormai inarrestabile, è cosa nota, che possiamo toccare con mano tutti i giorni. In una ventina d’anni si
sono fatti progressi in tutti i campi, credo addirittura superiori a quelli avvenuti nei due secoli precedenti! Se poi ci
focalizziamo sul settore della comunicazione, l’avanzata è addirittura
strabiliante. Per uno come me, nato nella prima metà del secolo scorso, la rivoluzione avvenuta
appare ancora più sbalorditiva, se penso, per esempio, che mentre oggi ogni
persona ha più di un cellulare in tasca, quando avevo i miei 15/ 16 anni nel
mio paese natio (Bauladu), c’era un unico “telefono pubblico”, posto nel
tabacchino, dove per chiamare dovevi prenotare e quando ti cercava qualcuno ti
mandavano un bigliettino a casa, chiedendoti di presentarti al posto pubblico ad
una data ora.
Ecco, amici, oggi voglio
parlare con Voi proprio di telefoni cellulari e in particolare di quelli di ultima generazione come gli smartphone, e vi spiego anche perchè. Per un
problema che molti sottovalutano e che, invece, si sta rivelando molto serio e capace di nuocere non poco al
corretto sviluppo dell’infanzia.
Se è pur vero che le nuove tecnologie digitali non vanno viste per forza in negativo, è anche vero che esse vanno usate con prudenza, “dosate” in modo razionale, in quanto l’impatto che esse possono creare, senza un'opportuna gradualità, può avere serie conseguenze. Mi riferisco in particolare all'uso di certe tecnologie nella minore età, quella della formazione; l’esperienza digitale dei figli deve essere graduale, progressiva, andare in crescendo in relazione all’avanzamento dell’età, sempre e comunque passando gradualmente dal vaglio e dalla partecipazione attiva dei genitori.
Se è pur vero che le nuove tecnologie digitali non vanno viste per forza in negativo, è anche vero che esse vanno usate con prudenza, “dosate” in modo razionale, in quanto l’impatto che esse possono creare, senza un'opportuna gradualità, può avere serie conseguenze. Mi riferisco in particolare all'uso di certe tecnologie nella minore età, quella della formazione; l’esperienza digitale dei figli deve essere graduale, progressiva, andare in crescendo in relazione all’avanzamento dell’età, sempre e comunque passando gradualmente dal vaglio e dalla partecipazione attiva dei genitori.
Ovviamente l’intervento da
parte dei genitori deve essere messo in atto in maniera corretta, educativa, non
certo proibitiva. Per farlo, come si può immaginare, è necessario operare in
modo attento.
In che modo direte Voi? Innanzitutto con il loro esempio: limitando, loro per primi, l’utilizzo dei media device in loro presenza, perché i bambini, come sappiamo, sono dei grandi imitatori. Questo significa che gli adulti debbono educare con delle regole valide per tutti, non solo proibitive nei confronti dei figli. Essi per primi debbono quindi, almeno in presenza dei bambini, limitare l’uso di smartphone, tablet, PC, TV e quant’altro.
In che modo direte Voi? Innanzitutto con il loro esempio: limitando, loro per primi, l’utilizzo dei media device in loro presenza, perché i bambini, come sappiamo, sono dei grandi imitatori. Questo significa che gli adulti debbono educare con delle regole valide per tutti, non solo proibitive nei confronti dei figli. Essi per primi debbono quindi, almeno in presenza dei bambini, limitare l’uso di smartphone, tablet, PC, TV e quant’altro.
Studi recenti hanno confermato che un uso senza regole di smartphone, PC, tablet e videogiochi nei minori
crea loro problematiche molto serie. Problemi come deficit dell’attenzione, ritardo generalizzato
dello sviluppo, difficoltà nell’esecuzione di semplici attività, irritabilità e
incapacità nel gestire e regolare i propri impulsi e il proprio mondo
emozionale, sono conseguenze dirette di un uso improprio di certe tecnologie.
Smartphone, tablet, giochi digitali e videogiochi sono purtroppo il costante passatempo preferito dai bambini, ma è necessario, da parte dei genitori, trovare rimedi adeguati. Rimedi che spesso sono i genitori per primi a non voler trovare, in quanto a mamma e papà fa comodo che i bambini passino il tempo con questi dispositivi che riescono a tenerli impegnati e a farli stare buoni e tranquilli.
Smartphone, tablet, giochi digitali e videogiochi sono purtroppo il costante passatempo preferito dai bambini, ma è necessario, da parte dei genitori, trovare rimedi adeguati. Rimedi che spesso sono i genitori per primi a non voler trovare, in quanto a mamma e papà fa comodo che i bambini passino il tempo con questi dispositivi che riescono a tenerli impegnati e a farli stare buoni e tranquilli.
Un’indagine condotta dal
Centro per la Salute del Bambino Onlus di Trieste in collaborazione con
l’Associazione Culturale Pediatri, ha rilevato che ben un terzo dei genitori consente
l’uso dello smartphone già durante i primi dodici mesi di vita del bambino. Un’abitudine
sbagliata, che rischia di avere serie conseguenze sulla loro crescita e sul
loro sviluppo e che, nei casi estremi, può trasformarsi in dipendenza dai
giochi digitali, un disturbo chiamato “gaming disorder” che l’OMS ha
riconosciuto di recente come malattia mentale.
Rosanna Schiralli,
psicologa e psicoterapeuta afferma che «Il cervello umano, soprattutto nei primi
anni di vita, è fortemente sensibile agli stimoli esterni. Esporre liberamente
un bambino fin da piccolo all’utilizzo di dispositivi tecnologici come tablet e
smartphone, equivale a favorirgli condotte caratterizzate da minimo sforzo e
massimo risultato. Con il solo indice della mano può manipolare il cellulare o
il tablet, usufruendo di immagini e tante altre cose senza il minimo impegno e
senza il necessario sforzo per l'apprendimento».
Poi aggiunge: «Nel
bambino che utilizza un solo dito per aprire in tempo reale “ogni finestra del
mondo”, la differenziazione dei neuroni e l’estensione del sistema nervoso
centrale avviene con molta lentezza e difficoltà. Al contrario un bambino alle
prese con fogli di carta e colori impiegherà anni a disegnare alberi, case e
paesaggi, ma grazie proprio al meccanismo “massimo sforzo, minimo risultato” i
neuroni del suo cervello si svilupperanno maggiormente, con conseguente accrescimento
delle sue competenze esecutive e della sua capacità di attenzione».
L’utilizzo della moderna
tecnologia, se usata in modo incontrollato, crea davvero delle serie
problematiche come prima ho evidenziato, ma non è tutto. Stare sulla play station o
sullo smartphone significa stare seduti o fermi; questo crea sedentarietà, con
conseguente rischio di andare incontro a sovrappeso e obesità; inoltre, stare
troppo tempo sui social (magari buttati sul divano di casa) allontana i nostri
figli dalla relazione reale, favorendo quella virtuale, praticata a tutte le
ore, anche in piena notte. Ecco allora arrivare i disturbi del sonno e di
conseguenza quelli dell’apprendimento. Un uso smodato porta infine alla dipendenza
patologica, con tanto di crisi di astinenza e di rabbia, già rilevate
in abbondanza anche nei giovanissimi.
Cari amici, lo sappiamo
in tanti che il mestiere di genitore è il più difficile al mondo, soprattutto
perché non c’è nessun manuale sicuro che insegni a farlo. Allora seguiamo i
nostri figli sempre, anche quando apparentemente sembrano già “grandi”, in quanto
le diverse fasi della crescita sono tutte sempre pericolose. Un nostro
lassismo, una libertà eccessiva senza proibizioni, potrà creare a loro (e di
riflesso anche a noi) problemi anche di grande spessore. Sta a noi, anche se costa non
poco sacrificio, cercare di evitarli.
A domani.
Mario
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