Oristano 20 Marzo 2018
Cari amici,
Tutti i cellulari al
loro interno sono dotati di un codice di 15 cifre noto come IMEI. Ma in quanti sappiamo a cosa serve questo lungo
codice? La risposta è semplice: a proteggerlo da furti e sottrazioni, compresi gli smarrimenti.
L'International Mobile Equipment Identity (in breve, IMEI), è una sequenza numerica, composta come detto da 15 cifre, in cui la 15esima permette di verificare l'intera stringa. Esiste anche una variante a 16 cifre (IMEISV, dove SV sta per Software Version), dove l'ultima cifra fornisce informazioni sulla versione del software del dispositivo. Sicuramente alcuni di Voi che mi leggete avete già sentito parlare dell'IMEI, o magari avete notato il codice sulla confezione del cellulare quando lo avete acquistato, ma restano comunque tanti quelli che non conoscono la sua esistenza e la sua reale funzione.
L'International Mobile Equipment Identity (in breve, IMEI), è una sequenza numerica, composta come detto da 15 cifre, in cui la 15esima permette di verificare l'intera stringa. Esiste anche una variante a 16 cifre (IMEISV, dove SV sta per Software Version), dove l'ultima cifra fornisce informazioni sulla versione del software del dispositivo. Sicuramente alcuni di Voi che mi leggete avete già sentito parlare dell'IMEI, o magari avete notato il codice sulla confezione del cellulare quando lo avete acquistato, ma restano comunque tanti quelli che non conoscono la sua esistenza e la sua reale funzione.
Vi dico subito che è
molto meglio conoscerlo, in quanto la sua conoscenza permette, in caso di furto
o sottrazione, di bloccare il dispositivo di riferimento, impedendo così al
ladro di usarlo. Il consiglio è dunque quello di annotarlo (magari in un file
del computer) perché potrebbe risultare in futuro piuttosto utile. Di questo
codice, vero e proprio identificativo del nostro telefonino, non ne esiste un altro uguale: è in
effetti la carta d’identità del nostro dispositivo! Nel numero sono evidenziati
la marca, il modello, e il numero di serie.
A partire dal 2004 l'IMEI
è composto nel formato AA-BBBBBB-CCCCCC-D.
Le sezioni con A e B sono note come Type Allocation Code (TAC), e identificano
produttore e modello dello smartphone o tablet. Alcuni modelli hanno più TAC
(l'iPhone 5C ne ha ben cinque, ad esempio). Le sei cifre C rappresentano il
numero di serie del dispositivo, e vengono definite dal produttore. La D è una
cifra di controllo che garantisce il rispetto delle linee guida stabilite.
Questo particolare
codice IMEI consente, dunque, l’identificazione univoca del dispositivo da
parte della rete telefonica, che, in caso di blocco (come vedremo poi) non
potrà associare ad esso la Sim di un
altro utente. Anche le schede Sim, è meglio saperlo, hanno un codice simile: l’IMSI, sigla che deriva dall’inglese International Mobile Subscriber Identity (Identità internazionale
dell’abbonato), ovvero la carta d’identità della scheda SIM, necessaria
all’utilizzo della rete con il gestore di riferimento.
L'importante
codice IMEI, oltre che sulla confezione del cellulare è riportato all’interno del
dispositivo (spesso nel vano batteria), ma è memorizzato anche nella memoria
del telefono. Se non riusciamo a reperirlo possiamo conoscerlo (e poi
annotarlo) digitando nella tastiera il codice *#06# , oppure entrando nel menù impostazioni alla voce “informazioni
sul telefono” e “stato”.
Come detto prima conoscere
l’IMEI risulta necessario in diverse circostanze; una delle quali è l’aggiornamento
del software, anche se è certamente più utile in caso di furto, sottrazione o
smarrimento, in quanto i gestori di telefonia mobile sono in grado di
riconoscere il dispositivo agganciato alla rete ed inviare l’impulso necessario
a inibirne l’utilizzo. Ovviamente potranno farlo solo con presentazione da
parte nostra della relativa denuncia di sottrazione o smarrimento. Dei
dispositivi sottratti o smarriti esiste una “Black List” consultabile nel caso, per esempio, volessimo
accertarci della liceità dell’acquisto di un cellulare “di seconda mano”.
In alcuni casi, infine,
l’IMEI viene utilizzato dalle autorità per localizzare il terminale rubato ed
eventualmente procedere al fermo della persona che ne è in possesso in quel
momento. In caso di recupero del dispositivo (ritrovato o restituito), sempre
attraverso il gestore di telefonia mobile, è possibile liberare il nostro
cellulare dal blocco.
Cari amici, la
tecnologia moderna, spesso più favorevole ai ladri che ai proprietari dei cellulari,
è in grado di “sostituire” in un cellulare l’IMEI originale, che magari faceva
parte della Black List. In molti Paesi, tra cui l’Italia, cambiare il Codice
IMEI non è di per sé una procedura illegale, ma lo diventa nel momento in cui
il dispositivo è rubato o viene utilizzato per fini illeciti. Al contrario, nel
Regno Unito viete punito anche solo il possesso della strumentazione hardware e
software necessaria al cambio dell’IMEI e ciò si deve al Mobile Telephones Act,
una legge che prevede il perseguimento legale di chi compie questa operazione.
Insomma, amici, esiste
un buon sistema protettivo del nostro cellulare: allora usiamolo, faremo la
nostra parte per scoraggiare i lestofanti.
A domani.
Mario
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