Oristano 6 Marzo 2018
Cari amici,
I corsi e i ricorsi
della storia! Se è vero che nulla è immutabile, questo vale anche per le mode e
i gusti dei prodotti immessi sul mercato per soddisfare le nostre esigenze. Si,
anche i cambiamenti oltremodo graditi, spesso lasciano spazio ad un ritorno al
passato, anche se in una nuova veste. Henry Ford, che ai primi del ‘900 del
secolo scorso rivoluzionò la produzione industriale facendola diventare “di
massa”, ovvero confezionata su larga scala (epoca questa definita proprio
Fordismo), riuscì nell’impresa di rendere obsoleto un settore prima potente e
forte: quello artigiano. Per molti anni la produzione
in serie inondò il mondo, in modo gradito e accettato, ma, come era
prevedibile, non durò in eterno.
Successe lo stesso nel
campo della moda. Dopo anni di abiti sartoriali, perfettamente cuciti e
strutturati sulle persone che lo avrebbero dovuto indossare, si arrivò al
prêt-à-porter, alle confezioni di massa, inizialmente gradite e veloci da
scegliere e indossare, senza le attese e i capricci del sarto. Però, anche per questo
prodotto, come altri di medio e alto livello, il gradimento non fu perpetuo, e
oggi, seppure non si torni più dal sarto, è possibile acquistare un abito
praticamente “fatto su misura” per il richiedente. Si, c’è un gradito ritorno
alle “personalizzazioni”, che però, seppure molto individualizzate, non possono
essere considerate un ritorno al passato, alla confezione sartoriale, ma una
rivisitazione moderna, definita “Personalizzazione
di massa”.
È questo un termine coniato
per descrive la crescente tendenza, ormai sempre più diffusa tra la clientela, a “differenziarsi”, a distinguersi
dagli altri. Tramontato il piacere del prodotto ‘uniforme’, si ritorna alla
preferenza per un prodotto ‘differente dallo standard’, adattato alle proprie
esigenze. L’industria ha fiutato presto quest’esigenza e ha cercato di aderire
alla desiderata personalizzazione dei propri prodotti; lo ha fatto velocemente,
sia per battere la concorrenza, che per soddisfare nel modo migliore le
esigenze dei clienti. È così che, con intelligenza, si sono studiati i sistemi per
soddisfare le particolari richieste dei clienti, riuscendo a superare il
classico e standardizzato prodotto industriale di base.
Questa tendenza alla
personalizzazione iniziò a manifestarsi già nella seconda metà del secolo
scorso e riguardò, in primo luogo, le automobili. Iniziarono in questo modo a
diffondersi i così detti “accessori”, capaci di differenziare, almeno in parte,
l’auto acquistata da quelle definite “modello
base”. Seguirono poi, ulteriori personalizzazioni: dai sedili del colore
preferito a quelli reclinabili, dai rivestimenti ai paraurti particolari, dalla
radio agli altoparlanti stereo. Insomma l’auto acquistata doveva essere ‘esibita’
come un prodotto “unico”, diverso da quello degli altri.
Indubbiamente fu fatto uno
sforzo notevole. Le grandi aziende di ogni settore affrontarono inizialmente
sforzi enormi, successivamente mitigati dalle nuove tecnologie; al giorno d’oggi
vengono effettuate creazioni così particolari che, ad un occhio inesperto,
potrebbero addirittura sembrare artigianali. Attualmente ordinare un prodotto
non è più come una volta, quando era sufficiente guardare un prototipo, o
addirittura osservarlo nel catalogo, Il venditore è in grado di mostrarci,
attraverso filmati, tutte le innumerevoli variabili del prodotto.
Successivamente si
potrà fare l’ordinazione che, impostata al computer, conterrà tutte le nostre
preferenze; al termine potremo vedere in anteprima la nostra “auto virtuale”
che, dopo la nostra conferma sarà prodotta esattamente come l’abbiamo voluta. Ovviamente
quest’esempio vale per moltissimi altri prodotti. Il futuro dei nostri acquisti
sarà sempre più personalizzato.
Le aziende continuano
su questa strada, portando avanti crescenti innovazioni per la piena
soddisfazione del cliente, supportate non solo dalle incredibili possibilità
offerte dalla moderna tecnologia computerizzata, ma anche dalla perfetta
suddivisione dei compiti, ripartiti per settore. Oggi funziona la complementarietà:
le aziende produttrici, ormai, non confezionano il bene (auto o computer che
sia) ‘per intero’, ma solo una parte di esso; una delle fabbriche assemblerà,
poi, il prodotto finale. In questo modo risulta più facile soddisfare le
esigenze specifiche di ciascun cliente, uscendo dallo standard, come il cliente
lo ha richiesto.
In questo modo, per
esempio, oggi è possibile avere un computer altamente personalizzato (con pezzi
provenienti da ogni parte del mondo, anche se perfettamente assemblabili), come
un’auto praticamente unica, o un abito che messo addosso ci sta a pennello,
come quando i nostri nonni se lo facevano “cucire addosso” dal sarto. Oggi, con
l’elettronica avanzata, che tra l’altro è in perenne crescita e
perfezionamento, soddisfare le richieste dei clienti, anche di quelli più
fantasiosi, è quasi sempre possibile; con le stampanti 3D, poi, risulta addirittura
non solo semplice ma anche della massima perfezione.
Cari amici, nulla è
immutabile, come ho accennato in premessa. Quella di cui abbiamo parlato oggi,
credetemi, è vera evoluzione-innovazione,
non un semplice “ritorno al passato”! Il prodotto di oggi, seppure
particolarmente perfetto e gradevole, rimarrà sempre un “Personalizzato di massa”, non sarà mai “un prodotto artigiano”, uscito dalle mani sapienti di un artista-artigiano,
i cui prodotti (pensiamo ai coltelli, alle nostre “leppe” sarde), quelli sì,
saranno e resteranno per sempre dei “pezzi unici” e inimitabili!
Si amici, il passato è
passato: è storia e leggenda; storia dalla quale possiamo, anzi dobbiamo,
abilmente attingere, pensando, però, che
quello che stiamo vivendo oggi non è un ‘ritorno al passato’ ma un “ritorno al
futuro”.
A domani.
Mario
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