Oristano
22 Marzo 2018
Cari amici,
Quand’ero ragazzo il
mio paese natio (Bauladu) era privo sia del medico che della farmacia. Erano
gli anni Cinquanta de secolo scorso e, in particolare durante l’inverno, quando
le malattie da raffreddamento mettevano a letto tante persone, in caso di
particolare necessità era necessario recarsi a Milis, centro vicino dove vi era sia il
medico che la farmacia, per cercare assistenza. Mio padre all’occorrenza prendeva la bicicletta e si
recava dal Dottor Pili per chiedergli di venire a casa per una visita medica.
Anche lui, il dottore, quando chiamato ad intervenire a Bauladu, prendeva la sua “borsa
degli attrezzi” e, inforcata la bicicletta, pedalava, nel mio caso con mio
padre, per raggiungere il paziente ed effettuare la visita di rito e la
prescrizione degli appositi farmaci.
Tutto questo al giorno
d’oggi sembra qualcosa di preistorico, eppure sono solo passati solo una
cinquantina d’anni! Di questi tempi le malattie vengono affrontate con ben
altri strumenti che, a volte, appaiono addirittura da fantascienza, come ad
esempio l’utilizzo del modernissimo mezzo diagnostico qual'è quello della Telemedicina.
Termine quest’ultimo che sta entrando sempre più spesso nelle analisi di tipo medico,
anche se, in realtà, molti di noi ancora non sanno bene cosa sia, e sopratutto quale sicurezza possa realmente dare questo "strumento a distanza". Vediamo allora di comprenderlo meglio.
Col il termine Telemedicina si indica tutto quel
complesso di moderne tecnologie e strumenti, che consentono di fare diagnosi a
distanza, ovvero di verificare lo stato del paziente senza la presenza fisica
del medico o addirittura dello specialista, nel luogo dove il paziente si trova. I
servizi messi a disposizione dalla telemedicina sono numerosi e complessi; si
va dal servizio medico di formazione di un parere (ovvero un consulto) alla
diagnosi conseguente, dalle successive prescrizioni per la cura, al trattamento
e al costante monitoraggio del paziente, il tutto effettuato da remoto,
attraverso un buon collegamento con una connessione Internet.
L’utilizzo della
telemedicina o “Tele-salute” in realtà non è qualcosa di assolutamente nuovo,
scoperto in questi ultimi tempi. La telemedicina, sia pure nella sua forma più
primitiva, fu adottata inizialmente negli Stati Uniti negli anni ’70, quando
alcune strutture mediche universitarie iniziarono ad usare un apparecchio
televisivo a due vie per inviare i dettagli degli esami neurologici ai loro
studenti di medicina. Anche le complesse strutture di controllo e monitoraggio della
NASA, l’Agenzia impegnata nei voli spaziali, utilizzò in quegli anni questo sistema a distanza
per monitorare le condizioni di salute dei primi astronauti (battito cardiaco e
altri valori) impegnati nelle missioni nello spazio.
Col tempo, quello che
era solo uno strumento per scambiare dati fra ospedali e medici divenne invece
un vero e proprio canale di comunicazione, diagnosi e terapia fra medico e
paziente, grazie anche alla diffusione sempre più capillare di computer, tablet
e device portatili, che hanno acquisito funzioni sempre più sofisticate. A
consentire un avanzamento quasi rivoluzionario di questa nuova branca della
medicina hanno contribuito anche l’invenzione di nuovi “sensori” che, connessi
in rete, hanno letteralmente rivoluzionato i vecchi sistemi di rilevazione.
Ci basti pensare ai modernissimi
misuratori portatili della glicemia comandabili via app, o ai moderni
cardiofrequenziometri utilizzabili da smartphone, oppure alle piattaforme che
offrono tool di videoconferenza direttamente con il proprio medico curante e
riducono il numero di visite da effettuare di persona o ancora alle cartelle
cliniche digitali, una vera e propria documentazione clinica consultabile
sempre e ovunque dagli operatori sanitari. Tutte innovazioni, queste, che hanno avuto e
sicuramente avranno in futuro enormi ripercussioni, sia sui costi dell’assistenza
sanitaria che sui disagi del paziente non più costretto a spostamenti faticosi
e costosi.
Studi recenti hanno
messo in luce che, una volta completato a livello nazionale un efficace sistema
di monitoraggio attraverso la telemedicina, si potrebbe realizzare addirittura un
taglio del 40% sui costi attuali di degenza ospedaliera. “Una giornata di
degenza in ospedale – affermano gli esperti – costa fino ad 800 euro, contro i
200 euro del costo di una giornata di teleassistenza”. C’è da dire, però, che in
Italia manca tutt’ora una regolamentazione sull’uso della medicina telematica e
solo poche Regioni hanno deciso di affrontare il problema avviando
progetti pilota di tele-monitoraggio di pazienti cronici.
Cari amici, personalmente
credo che in futuro questo nuovo sistema di cura a distanza verrà necessariamente
adottato, e che, considerata la necessità di risparmiare sui costi (cosa sempre
predicata ma mai attuata), verrà visto nella giusta luce anche dai pazienti
che, seppure ancora dubbiosi, capiranno che anch’essi potranno risparmiare tempo, fatica e denaro.
A domani.
Mario
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