giovedì, marzo 29, 2018

I RAGAZZI SARDI E LA SCUOLA. PERCHÉ IN TANTI RIFIUTANO DI STUDIARE? PERCHÉ LA SARDEGNA, QUANTO A DISPERSIONE SCOLASTICA, È PENULTIMA IN ITALIA?


Oristano 29 Marzo 2018
Cari amici,
Nell'analisi della "dispersione scolastica", la Sardegna figura penultima in classifica, appena un pelino prima della Sicilia, ben collocata all’ultimo posto. Certo, la dispersione scolastica risulta piuttosto allarmante in tutta l’Italia, ma nella nostra isola in realtà va certamente molto peggio che nelle altre regioni, considerato che il flusso degli abbandoni continua a crescere, collocando appunto la nostra Sardegna negli ultimi posti della classifica, facendone insomma un bel fanalino di coda. 
Per quale motivo, ci chiediamo in tanti, la situazione risulta, almeno in apparenza, senza via d'uscita? Sicuramente la motivazione non è una sola, ma vi concorrono cause e fattori diversi e variegati.
Partendo dalla situazione nazionale, che evidenzia una dispersione scolastica che vede ogni anno circa 135 mila studenti abbandonare la scuola, la stessa Ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli ha dovuto dichiarare che "Nel nostro Paese restano forti divari sociali e territoriali. Dove la dispersione è alta, vuol dire che non sono garantite a sufficienza pari opportunità alle ragazze e ai ragazzi". Le statistiche evidenziano anche che permane un significativo divario tra Nord e Sud del Paese: è qui, al Sud, che il fenomeno della dispersione scolastica continua ad essere più marcato.
Tornando ai dati della nostra Isola, a Cagliari il tasso di dispersione scolastica appare davvero allarmante, come del resto in tutta la Sardegna, che nella classifica nazionale per Regioni si colloca appunto al penultimo posto per abbandoni. Nonostante tutti i tentativi finora fatti, i miglioramenti appaiono appena percettibili, se pensiamo che nell'ultimo dato fornito dalla Regione la percentuale di abbandoni è passato dal 22,9 a 18,1 per cento, dato in miglioramento, ma che resta comunque ben superiore a quello della media nazionale che è del 13,8 per cento.
Analizzando ancora i dati si rileva che la vera e propria “emorragia” avviene nel biennio della superiori, al limite dell'età dell'obbligo scolastico, ma questo avviene anche nelle classi inferiori, come sostengono i servizi sociali del Comune, che si occupano anche di bambini con meno di 10 anni che non frequentano se non saltuariamente la scuola. Questi ultimi, in particolare, vengono da famiglie con gravissimi problemi sociali ed economici, che vivono situazioni a volte disperate. Il record negativo lo detiene Sant'Elia, il rione che ha la più bassa scolarizzazione della città: il 30 per cento della popolazione risulta essere con la sola licenza elementare (o addirittura analfabeta) e appena il 4 per cento possiede un diploma o una laurea.
Il Comune, attraverso l’Assessorato alle politiche sociali, ha cercato di mettere in campo diverse azioni di sostegno, agevolando, per esempio, il lavoro della Cooperativa Sociale "La Clessidra" e della "Fondazione Somaschi", Onlus che si occupano di aiutare oltre cento ragazzini a rischio dai 10 ai 15 anni. La vera emergenza, però, riguarda gli Istituti superiori. Nell'ultimo anno, su circa 15.000 ragazzi iscritti negli Istituti cagliaritani, oltre 2.500 hanno abbandonato la scuola o sono stati respinti. Negli Istituti professionali, dove la dispersione risulta maggiore, un ragazzo su tre lascia.
Per cercare di tamponare questa pericolosa emorragia, la regione sarda ha cercato di mettere in campo provvedimenti ad hoc, come il progetto Iscol@. Questo progetto, denominato “Tutti a Iscol@” è stato varato dall'Assessorato della Pubblica Istruzione, unitamente a quello dei Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, con l'obiettivo di migliorare la qualità dell'offerta formativa delle scuole sarde e di valorizzarne il ruolo sociale attraverso forme di apertura al territorio.
Per realizzarlo al meglio l'Assessorato ha chiesto e ottenuto la collaborazione di Sardegna Ricerche, che è stata chiamata a occuparsi della parte riguardante i Laboratori extracurriculari didattici tecnologici. Questa parte, nello specifico, mira ad ampliare l'offerta formativa attraverso azioni extracurricolari centrate sulla metodologia della didattica laboratoriale, che prevedano anche la realizzazione di prodotti digitali multimediali come siti web, blog e narrazioni digitali. Strumenti questi particolarmente interessanti per i ragazzi. In quest'attività Sardegna Ricerche si avvale anche del supporto tecnico da parte del CRS4.
Cari amici, nonostante tutto, quello fatto finora risulta ancora poco efficace, e la dispersione resta un problema serio, che necessita di ben altri interventi. Per contrastare davvero la dispersione scolastica e incentivare i ragazzi ad acculturarsi, a migliorare le competenze insite in ciascuno di loro, bisogna mettere in campo risorse ben più importanti. Quanto viene investito nel campo della scuola e dell’istruzione appare una goccia in un mare, gocce che evaporano in un soffio. Gli investimenti dovrebbero riguardare le zone interne, dove creare dei poli di istruzione dotati delle migliori tecnologie, tali da incentivare i ragazzi alla frequenza, non come oggi che anche per frequentare la scuola media sono costretti a raggiungere altri paesi vicini con mezzi a dir poco ottocenteschi.
Nelle città importanti, invece, sarebbe utile arrivare al “tempo pieno”, con attività parascolastiche anche di natura pratica, nei campi dell’arte, dello sport, e della ricreazione sociale. Senza interventi attrattivi, senza creare accattivanti strutture che facilitino la vita di gruppo in maniera costruttiva, credo che la dispersione scolastica non migliorerà, anzi penso che possa solo peggiorare.
A domani.
Mario

Evitare la dispersione scolastica è compito e dovere di tutti!

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