Oristano
5 Marzo 2017
Cari amici,
Chi e cosa è stato per
Oristano e il suo territorio il Prof. Giuseppe Pau, più noto come Peppetto, credo che lo sappiano in
tanti e non ci sia bisogno di riepilogarlo qui. Ho già avuto modo di ricordare
qualche anno fa su questo blog la sua eccelsa figura di studioso e poliedrico
cultore di svariate arti (poeta noto anche come il Cantore Del Sinis), e chi è curioso può andare a rileggere il mio post
del 30 Settembre 2013 cliccando su questo link: http://amicomario.blogspot.it/2013/09/peppetto-pau-lusignolo-dolce-ardente.html.Ad Oristano, però, il "Nemo propheta in patria", è sempre ben valido.
Ebbene, proprio nello
scorso mese di Febbraio una notizia ha colpito non solo me ma anche una buona parte degli oristanesi: la casa dove il professore trascorse gran parte della
sua vita, dove si incontrarono con Lui nomi altisonanti della cultura e del sapere, è andata all’asta (dopo non pochi tentativi andati a vuoto) acquistata da
un avvocato della nostra città che l’ha pagata una cifra a dir poco ridicola: poco più di 50.000 euro. In tanti, perplessi e oltremodo meravigliati, si sono
posti la domanda: ma come mai il Comune ha ignorato la possibilità di entrare
in possesso di questa antica casa, piena di storia, ricca di ricordi e di
prestigio, consentendo per inerzia, invece, ai privati di acquisirla? La storia di questo
ennesimo fatto increscioso che è capitato nella nostra città merita di essere
raccontato nei dettagli.
Dopo la morte del
professore, avvenuta nel 1989, la casa dove Egli visse a lungo fu alienata,
venduta dagli eredi ad un privato. L’acquirente, avendo avuto bisogno di liquidità, contrasse
un mutuo bancario di 250 mila euro che però non venne regolarmente onorato alle scadenze previste e conseguentemente fu messo in mora
dalla banca per insolvenza. L'antica dimora posta al numero civico 65
di via Mazzini, entrò dunque nella procedura di vendita forzosa. Nel 2012, esaurite le formalità
burocratiche, la Banca inizia a procedere con l’esecuzione immobiliare. L’offerta dell'ampia
casa del professore, di ben 138 metri quadri posta nel centro storico, parte
con una base d’asta iniziale di 650 mila euro (il vecchio proprietario,
pensate, ne aveva chiesto addirittura 800 mila al Comune che inizialmente aveva
manifestato interesse a rilevarla). Dopo una infinita serie di aste, andate tutte deserte, pian
piano la cifra cala, fino ad arrivare sino alla modesta cifra intorno ai 50 mila euro finali, prezzo
al quale la dimora è stata recentemente venduta.
A prescindere da tutto c'è da mettere in evidenza che
nel 2014 il Ministero per i Beni culturali aveva inserito l’immobile tra i beni
storici, fatto questo che consente alla Sovrintendenza di esercitare il diritto di
prelazione sull’immobile, in caso di vendita. In questo caso il diritto poteva essere esercitato dal Comune, che, volendo, avrebbe potuto acquisirlo al medesimo prezzo con
cui è stato venduto ora in tribunale. Pare che ora l’amministrazione attenda il via
libera per potersi inserire, ed esercitare così il diritto di prelazione
spettante. A questo punto, però, la città si interroga: perché il Comune non ha
seguito le fasi delle varie aste, monitorando il momento giusto per intervenire, anziché
affannarsi a rincorrere il bene a posteriori? Io mi auguro che tutto vada per il meglio, anche se i
dubbi rimangono.
Per meglio comprendere
questo ennesimo episodio, che conferma quanto detto in premessa, voglio riportare oltre la mia anche la lucida riflessione che su
questa vicenda ha fatto il noto giornalista-scrittore Beppe Meloni, profondo
conoscitore della realtà oristanese. Eccola.
^^^^^^^^^^
Il Museo del Sinis, la casa di Peppetto e una città senza memoria.
di Beppe Meloni
Va avanti speditamente la costruzione del nuovo “Museo del Sinis”
dedicato alle statue di Monte Prama, e forse siamo solo agli inizi di una
avventura straordinaria destinata a durare nel tempo. E sarà un percorso
progettuale obbligato ripensare al Museo del territorio, dedicato alla civiltà
nuragica, con l’Unione dei Comuni costieri da poco costituita, che sulla
pianura oristanese condividono monumenti naturali e storici, scenario e sfondo
della antica civiltà delle cosiddette “Torri del Cielo”. Sembrano dunque
destinati ad una prospettiva di sviluppo i programmi turistici dell’Oristanese,
potenziati dal forte richiamo a livello mondiale che sicuramente avranno
le nuove campagne di scavo. Un programma che sarebbe piaciuto allo studioso e
cantore del Sinis Peppetto Pau, che a quei luoghi ha reso omaggio con i suoi
racconti, le sue conferenze e le sue poesie. Quando mezzo secolo fa, o giù di
lì, si percorreva il Sinis in carretta e a marce forzate, sotto il sole
rovente, alla ricerca di tesori nascosti, nelle profondità di quelle terre
inesplorate.
Fu amore a prima vista fra gli studiosi del Novecento Antonio
Taramelli, Gennaro Pesce, Ferruccio Barreca, Sabatino Moscati che amavano
ricordare le loro traversate del Sinis in una giornata di inverno in carretta,
con i raggi maturi del sole che squarciando le nubi avevano messo in risalto le
bellezze di Tharros. E infine Peppetto Pau, con il suo libro “Il Sinis” (Edizioni Stampografica
–Bologna, 1941), compì il miracolo. Il professore scese dalla cattedra e con un
linguaggio vibrante ma accessibile, prese per mano i lettori e li guidò
attraverso i sentieri della storia Arborense verso la penisola del Sinis, dalla
quale un giorno molto lontano, i Sardi poterono scrutare il mondo mediterraneo.
Le sue parole, in prosa e in versi, hanno aperto a tanti sardi, la mente e il
cuore alle bellezze e ai valori che non sempre la scuola sa illustrare
degnamente. Sono passati ventotto anni dalla sua scomparsa ed è come fosse
ieri, tanto vivi sono il ricordo e il rimpianto. “Da oggi Oristano è più vuota, è morto il suo
poeta: l’usignolo dolce e ardente del Sinis, il fido custode del sacro, dei
miti della sua terra”. Così lo ricordava, con intensa commozione, l’amico
carissimo il pittore Antonio Amore, il 26 luglio 1989 giorno della sua
scomparsa. L’amore profondo per la sua città, “La vecchia, nuova e cara
Oristano”, per la sua storia e la sua archeologia, hanno fatto di Peppetto Pau
un punto di riferimento preciso per la cultura e l’arte dell’intera Sardegna.
Ma Oristano, la sua Oristano, sembra aver dimenticato troppo in fretta
il suo cantore. Se è vero che la sua casa di via Mazzini, un antico stabile nel
cuore del centro storico della città, con annesso giardino e resti dell’antica
Aristanis, è stata acquistata all’asta per sessantaduemila euro. Dove erano
Comune, Sovrintendenza e Regione che si svegliano solo a cose fatte? E come è
stato possibile far passare sotto silenzio un’operazione che investe il buon
nome di Oristano e della sua storia, l’acquisto di un edificio di interesse
storico che andava protetto e tutelato dalla legge? Interrogativi doverosi che
difficilmente avranno risposte in una città, spesso molto distratta e talvolta
senza memoria.
Beppe Meloni
^^^^^^^^
Non credo di dover
aggiungere nient’altro….
A domani.
Mario
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