Oristano
2 Marzo 2017
Cari amici,
Dire bugie fa parte
della natura umana: man mano che le tappe dell’età evolutiva vanno avanti, il
bambino si rende conto di avere una propria autonomia, di essere un soggetto
diverso da mamma e da papà, con un suo pensiero e un comportamento autonomo.
Questo fa sì che inizi a ragionare anche in maniera diversa dai suoi genitori,
che, per quanto volendolo, non possono “leggergli nel pensiero”! Il piccolo lo può constatare al
primo tentativo, quando sostenendo di non essere stato lui a commettere
qualcosa di proibito, essi non saranno in grado di dimostrarlo. A questo punto
la strada verso la bugia è intrapresa e galoppa anche velocemente.
Per questo motivo si viene
educati fin da bambini a non dire le bugie. Il bambino, prendiamone atto, come prima cosa mente innanzitutto
per evitare la punizione dopo aver commesso qualcosa di proibito, ma non solo:
lo fa anche per soddisfare il bisogno che tutti, a tutte le età, hanno di
sentirsi approvati dagli altri. Insomma, fin da piccoli lo facciamo per cercare di dare agli altri un’impressione
di noi diversa e certamente più positiva di quello che in realtà siamo. Ognuno, qualunque sia la sua età, se fa un esame di coscienza ammette di aver
detto delle bugie, per una infinita serie di ragioni. Tante, in effetti, sono le
ragioni che ci portano a non dire la verità, perché mentendo possiamo riuscire
a risolvere un problema o una situazione che la verità non farebbe altro che ingigantire.
A parte il mentire per
evitare una punizione (è difficile assumersi sempre la responsabilità delle
proprie azioni), si mente in effetti per non delude le aspettative che gli altri
hanno su di noi; lo facciamo per farci belli, per acquisire consenso e importanza, per rendere
maggiormente serene le persone che abbiamo intorno e che amiamo, per influenzare
positivamente i sentimenti e i comportamenti degli altri nei nostri confronti,
insomma per dare di noi un’immagine più positiva e di conseguenza sentirci stimati
e approvati. Allora, per esaminare meglio il problema, partiamo dall’inizio, da quando
eravamo bambini.
Quante volte abbiamo
fatto ‘carte false’ per riuscire a rimanere a casa per non andare a scuola perchè non avevamo fatto i
compiti, millantando un finti mal di gola o supposti brividi di
febbre? Il bambino, già novello attore, riesce quasi sempre a convincere, con
il suo viso angelico, così come allo stesso modo prova a sfuggire ad una
punizione, negando la marachella commessa. Sta a noi genitori essere
comprensivi: evitando in particolare punizioni inutili, e cercando di creare
con il nostro giovane rampollo un rapporto reale di confidenza, incoraggiandolo ad
essere sincero. Se sapremo farlo in modo adeguato, riusciremo ad avere da lui una
maggiore sincerità che lo aiuterà non poco quando sarà più grande.
L’esperienza fatta da
tanti genitori dimostra che l’utilizzo di lunghe prediche, le punizioni con l’aggiunta
dell’etichetta di “bugiardo” data al figlio, non solo non aiutano il soggetto nel
suo periodo di formazione ad essere sincero, ma lo rendono ulteriormente sospettoso e quindi tendenzialmente
ancora più bugiardo. La nostra opera deve quindi tendere ad insegnare l’importanza
di dire sempre la verità, perché è la verità che rafforza la fiducia tra le persone
che si vogliono bene. Ovviamente insegnare ai figli a dire la verità, deve
partire da un presupposto paritario: pretendere che essi dicano sempre la
verità, significa che anche noi, allo stesso modo, dobbiamo essere sempre
sinceri con loro.
Allora, se siamo
riusciti seppur in modo efficace e convincente ad ottenere un buon risultato,
com’è che da grandi essi continueranno in lungo e in largo a mentire? Quali le
reali cause che li porteranno da adulti a dire le loro bugie quotidiane? Il
campo delle verità e delle bugie, amici miei, è ben vasto, anzi smisurato! È risaputo che mentiamo
in casa con i familiari, nei luoghi di lavoro, in società. Mentiamo con amici e
nemici, in modo quasi spontaneo. Dire le bugie risulta, in effetti, un modo efficace
e collaudato per influenzare a nostro favore i pensieri e i sentimenti degli
altri. Ma non è tutto.
Mentiamo soprattutto per
evitare i conflitti: in famiglia tra coniugi, tra genitori e figli, nel lavoro tra
superiore e subordinato, insomma nelle diverse relazioni/situazioni dove sono
presenti diversi livelli di potere. Allora la domanda è: mentire
è sempre sbagliato? Difficile rispondere con esattezza, anche se io penso
di no. Spesso dire una bugia risulta vitale, la sua azione agisce come un
anestetico e serve a ridurre il dolore; la bugia copre, con un velo leggero e
dolce, una realtà terribile che farebbe soffrire molto di più, in modo atroce.
Verità
e bugie: due mondi apparentemente antitetici ma che, come
gli estremi, sono vicini e spesso si toccano. Questo non toglie che c’è bugia e
bugia e bisogna saper distinguere. Non sempre fa male e non sempre fa bene. Possiamo
quindi concludere che, come per tante altre manifestazioni umane, anche la
bugia va utilizzata “cum iudicio”,
con saggezza, senza esagerazione. Dire che è sempre sbagliato mentire è un’affermazione errata, generica e che
non mette a fuoco in modo concreto il problema.
Cari amici, nella mia ironica
visione del mondo e della vita reale di tutti i giorni, penso con tristezza a
come sarebbe amara e avvilente la giornata trascorsa senza tutta una serie di
sorrisi e abbracci, conditi anche da tante piccole bugie giocose ma necessarie
e confortanti. Immaginatevi, incontrando un amico e vedendolo pallido ed
emaciato se gli dicessimo: “Mio Dio, come ti trovo male, hai un aspetto
che fa paura!”; oppure incontrando un’amica di lunga data che sfoggia
un abito particolarmente giovanile o un taglio di capelli da teenager (in un’età
poco consona), la apostrofassimo con la frase: “ma che hai fatto, sembri in
anticipo sul carnevale!”. La bugia, in effetti, a volte è necessaria: risultando un vero e proprio toccasana!
Grazie, amici, a
domani.
Mario
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