Oristano 9 Marzo 2017
Cari amici,
“In
medio stat virtus” è una locuzione latina che tradotta in
italiano significa che «la virtù sta nel mezzo». La locuzione che ho riportato, in
effetti, vuole ribadire il concetto di equilibrio, quella via di mezzo che,
evitando gli estremi, si pone al di fuori di ogni esagerazione. Ho volutamente
usato questa saggia espressione di pensiero valida fin dai tempi più antichi,
per introdurre l’argomento di oggi: Cibo fresco o Cibo surgelato, sono la
stessa cosa? Alla schiera dei fautori dell’uno o dell’altro alimento, si
dovrebbe sempre rispondere che la verità, anche in questo caso, sta sempre nel
mezzo.
Ovviamente per
affrontare e conoscere al meglio il problema, è meglio partire dal presupposto
che i prodotti alimentari non sono disponibili 12 mesi all'anno ma a cadenza stagionale, per cui è
impossibile trovare quello che vogliamo in tutte le stagioni. Ciò ha comportato
fin dall’antichità la scoperta della ‘conservazione’, inizialmente fatta in
maniere arcaiche (salatura, essicazione, conservazione sott’olio o aceto, etc.)
e successivamente utilizzando la catena del freddo, col tempo sempre più
perfezionata. A questo punto ecco la domanda di cui in premessa: nel cibo surgelato
le proprietà nutritive e quelle organolettiche rimangono inalterate, ovvero restano
uguali a quelle del cibo fresco, oppure con la surgelazione avvengono dei
cambiamenti importanti? Il problema, amici, sta proprio qui!
Vediamo allora insieme
cosa la scienza è stata in grado di appurare, quali le differenze che possono
essere riscontrate nei cibi dopo il trattamento di conservazione attraverso la
catena del freddo. Questa tecnica, sempre più perfezionata, è ritenuta al momento la migliore in assoluto per conservare i cibi, tecnologia che garantisce il prolungamento della vita del prodotto al meglio, sia dal punto di vista igienico che nutrizionale. A
questo punto, però, è necessaria una precisazione: non tutti i prodotti sono adatti ad
essere correttamente surgelati, in quanto con la surgelazione avvengono delle trasformazioni, dei
cambiamenti importanti.
Come afferma la nota nutrizionista
Elena Orban, del Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione CRA-NUT di Roma, ci sono
prodotti che riescono a mantenere sapore e proprietà molto vicine a quelle del
prodotto fresco, mentre altri no, in quanto non risultano adatti a subire il processo di surgelazione.
Nel primo caso possiamo citare gli spinaci preparati in cubetti, le patate affettate sottili o le verdure per il minestrone fatte a dadini, i legumi (fagioli e piselli), la carne sia rossa che bianca (pollo, coniglio) che conservano inalterate le proteine, il pesce fra cui risultano ottimi il merluzzo atlantico, il nasello, i pesci piatti e magri come la sogliola e la platessa, che grazie alla pelle spessa possono essere conservate in freezer per sette-otto mesi, i molluschi e i crostacei. ma ve ne sono altri che invece non sono adatti ad essere surgelati.
Nel primo caso possiamo citare gli spinaci preparati in cubetti, le patate affettate sottili o le verdure per il minestrone fatte a dadini, i legumi (fagioli e piselli), la carne sia rossa che bianca (pollo, coniglio) che conservano inalterate le proteine, il pesce fra cui risultano ottimi il merluzzo atlantico, il nasello, i pesci piatti e magri come la sogliola e la platessa, che grazie alla pelle spessa possono essere conservate in freezer per sette-otto mesi, i molluschi e i crostacei. ma ve ne sono altri che invece non sono adatti ad essere surgelati.
Ci sono alimenti, infatti, che è
bene mangiare solo se freschi, perché una volta sottoposti a surgelazione modificano
la loro consistenza, cambiano sapore o perdono parte delle lor proprietà
nutrizionali. Possiamo citare in particolare: aglio, cipolla, peperoni verdi
dolci, salvia, chiodi di garofano e fritti; fra gli ortaggi la lattuga, i
pomodori, il sedano, i cetrioli e altre verdure da insalata. Nel campo della
frutta pesche, mele, pere e banane anneriscono se non vengono prima trattate
con antiossidante (acido ascorbico, acido citrico) o con succo di limone.
Infine, per quanto
riguarda pane, pasta e pizza, con la surgelazione i nutrienti si mantengono, ma
il pane (evitando quello al latte, al burro e all’olio che contiene grassi che
si deteriorano facilmente) perde parte della sua fragranza. Paste crude da pane
e da pizza possono essere invece conservate anche a -10°C, così come tortellini
e ravioli purché surgelati senza condimento.
Insomma, a prescindere
dalla fragranza e dalle qualità esteriori osservate nel prodotto surgelato, cosa
succede esattamente a vitamine, sali minerali, grassi e proteine dopo il
processo di conservazione? La realtà è che con la catena del freddo una parte dei nutrienti contenuti negli alimenti vanno perduti. Le verdure, per
esempio, anche se congelate fresche tendono a disperdere una parte delle
vitamine e dei sali minerali in esse contenuti. Le proteine al contrario non
perdono le loro proprietà nutritive e anzi, dopo il congelamento, visto che la
struttura molecolare subisce delle modifiche sembrano diventare più digeribili.
I grassi invece (a noi interessano soprattutto quelli buoni come ad esempio gli
Omega 3) subiscono invece delle modifiche che ne compromettono la qualità.
Cari amici, fermo restando che conservare attraverso la surgelazione è una necessità, tutti noi, nei limiti del possibile, dovremmo cercare sempre di utilizzare il prodotto fresco di stagione. I frenetici ritmi della vita moderna però, non dimentichiamolo, ci costringono per la penuria di tempo ad utilizzare molto di più il prodotto surgelato, in quanto in grado di risolvere velocemente molte nostre necessità: dai ridotti tempi di preparazione dei pasti a quella di essere disponibile 12 mesi all’anno.
Allora usiamo, seppure senza esagerare, il prodotto surgelato, stando però attenti
in particolare al corretto rispetto della catena del freddo.
Si, per evitare che gli
alimenti surgelati possano perdere in buona parte le loro proprietà o peggio possano
diventare anche potenzialmente pericolosi, è importante rispettare la catena
del freddo. Ciò significa che quando si acquistano prodotti già surgelati
bisogna riporli nel freezer prima possibile, evitando che inizi il processo
di scongelamento che può portare alla comparsa e diffusione di batteri
patogeni. Per lo stesso motivo non bisogna scongelare un alimento e poi
ricongelarlo: anche in questo caso infatti si rischiano delle intossicazioni
batteriche. Diversa, invece, la situazione in cui si scongela un alimento, si cucina e
poi si ricongela. In questo caso il ricongelamento è consentito in quanto la
cottura intermedia rende il tutto non pericoloso.
Si, amici miei, se non
mangiamo ‘fresco’, risulta molto importante non solo "congelare bene", ma anche saper
scongelare correttamente!
A domani.
Mario
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