Oristano 21 Marzo 2017
Cari amici,
Da qualche anno nel
mondo circola una moneta particolare: non è né di metallo né di carta, ma si
muove veloce “on line” per acquisti e vendite come e più di quella fisica, di
quella tangibile. È il BITCOIN, moneta
virtuale nata (come vedremo meglio dopo) nel 2008, che iniziò a circolare nel 2009 e il cui
valore iniziale di 10.000 bitcoin era pari a 25 dollari; Giovedì 2 Marzo scorso,
pensate, un'unità della valuta digitale ha toccato il prezzo di 1,268 dollari,
scavalcando quello di un'oncia di oro (1,233 dollari). Per la prima volta nella
storia, il Bitcoin superava dunque il valore dell'oro! In tanti, però poco o
nulla sanno di questa strana moneta elettronica: in effetti una moneta che
manca di fisicità non è facile da definire, e conseguentemente non è neanche
così semplice da utilizzare e far accettare! Vediamo allora di conoscerla
meglio insieme, partendo proprio dalle origini.
Il Bitcoin è una moneta
matematica. Questa divisa elettronica
è il risultato di un progetto di crypto-currency concluso da Satoshi Nakamoto
nel 2009 (il progetto venne caricato su Source-Forge nel Novembre del 2008), e
stava ad indicare un tipo di valuta da scambiare elettronicamente sulle reti
digitali. Da quando se ne cominciò a parlare nelle mailing list cypherpunk,
molti altri progetti di moneta virtuale sono nati: uno era quello del cinese
Wei Dai, che nel 1998 aveva proposto la b-money per favorire il commercio
elettronico. Il progetto fu subito avversato da banche e governi, e ogni
successivo tentativo di “coniare” e usare moneta elettronica fallì, fino alla
comparsa di bitcoin.
Il nome Bitcoin si
riferisce sia alla moneta (con la B minuscola) che al software open source
progettato per implementare il protocollo di comunicazione e la rete
peer-to-peer che ne consente lo scambio (con la b maiuscola) e rende concreta
la possibilità di evitare il ricorso ad una Banca Centrale emittente, grazie ad
un database distribuito tra i nodi della rete che tengono traccia di tutte le
transazioni. Ovviamente la prima domanda che viene in mente è questa: come funzionano
concretamente le transazioni il bitcoin?
Ogni importo in bitcoin
è legato a una coppia di codici, le
chiavi crittografiche: una privata nota solo al proprietario, che gli
permette di spenderlo, una pubblica, e cioè l’indirizzo bitcoin, che permette
di riceverlo. La moneta bitcoin, infatti, non viene “coniata” da banche o enti
centrali, ma funziona grazie a un algoritmo residente sui computer attraverso
il mining (è questo il metodo utilizzato dal sistema bitcoin e dalle cripto-valute
in generale per emettere e gestire le monete virtuali; il termine significa
estrazione di dati). Tanto più ampia è la rete dei miners (utilizzatori), tanta
più la moneta verrà controllata e generata attraverso l’algoritmo del software
bitcoin.
Il sistema della rete
bitcoin funziona con la creazione di ‘blocchi’ casuali di monete che devono
essere verificati dai miners per poterli utilizzare. Oggi esistono numerosi
servizi su Internet che vendono bitcoin accettando come controvalore anche le
monete nazionali. L’intero sistema monetario bitcoin risiede in un database, replicato in tutti i nodi
della rete bitcoin e questo semplice fatto rende superfluo l’intervento di un’Autorità
Centrale. All’utilizzatore, per creare il proprio portafoglio virtuale è
sufficiente scaricare il client bitcoin su qualsiasi piattaforma software
divenendo subito parte della rete, che ne garantisce stabilità e affidabilità anche
contro il double spending. Bitcoin infatti usa la crittografia per proteggersi
da furti e manipolazioni consentendo al titolare di spenderla una sola volta e solo a lui.
Le transazioni in
bitcoin sono pseudo-anonime tra chi possiede un indirizzo bitcoin (se ne può
creare uno per ciascuna transazione), e ogni possessore può tenerle in un
portafoglio virtuale sul proprio computer o presso terze parti. Il numero di
bitcoin circolanti, stabilito a priori algoritmicamente in 21 milioni di unità,
rende virtualmente impossibile manipolare il numero dei bitcoin. Tuttavia il
controvalore del bitcoin è variabile in relazione al numero di bitcoin
circolanti, alle transazioni e quindi agli acquisti effettuati. Il suo valore,
infatti, segue le leggi della domanda e dell’offerta.
Entrare a far parte
degli utilizzatori di bitcoin non è difficile: basta entrare in una piattaforma
di scambio per Bitcoin e altre monete digitali. La procedura d'acquisto è
estremamente semplice e permette a chiunque di entrare in possesso di Bitcoin o
altre monete digitali in pochi minuti, senza complicazioni e in tutta sicurezza.
Si può pagare con carte tipo Postepay, ma si può anche, se non si è titolari di
conti o carte, pagare in contanti, senza dover necessariamente essere
identificati.
Per quanto non sia
facile da comprendere all’inizio, la movimentazione economica di questa moneta
segue proprio le regole del baratto. Da quando le monete reali non sono più
vincolate alle riserve auree ma seguono criteri flessibili, è il mercato a
stabilirne il valore corrente. Ovviamente il sistema, per funzionare
correttamente, necessita della fiducia degli utilizzatori: acquirenti e
venditori negli scambi si accordano come nel baratto. Uno dei motivi del
successo di questa moneta parallela è considerata l’eliminazione degli
intermediari e dei costi di transazione nell’acquisto delle merci. Ma non è
tutto oro quello che luccica! Questa cripto-moneta viene utilizzata anche per
motivi “meno nobili”, da persone che vogliono e debbono muoversi in totale e
assoluto anonimato.
La cripto-valuta,
infatti, considerata la segretezza di chi la manovra, si presta all’utilizzo per fini illegali o criminali (è attribuito
l’uso dei bitcoin anche alla rete terroristica che fiancheggia l’ISIS), così
come può essere un buon sistema per convogliare risorse ad attività
perfettamente legali ma scomode, come ONG, Organizzazioni per i diritti umani o
Associazioni di cittadini, messe fuorilegge da Stati autoritari e dittatoriali.
Chi, però, decide di utilizzare il sistema non abbandoni la diffidenza: le
transazioni in rete, non dimentichiamolo, non sono infatti ancora troppo sicure. Il
grado di sicurezza non è particolarmente elevato in quanto ci sono stati molti
i casi in cui interi wallet bitcoin
e servizi online sono stati sabotati da hacker in grado di attaccare il sistema
o i singoli portafogli.
Cari amici, a chi
sostiene e predica che il futuro economico sarà gestito solo dalla moneta
elettronica, da buon scettico, dico che per ora a me sta bene così! Vuoi mettere
il piacere di sentire frusciare tra le mani le belle banconote nuove di zecca e
luccicanti di riflessi aurei? Altro che i virtuali bitcoin…
A domani.
Mario
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