Oristano
25 Marzo 2017
Cari amici,
L’elettronica
tradizionale ha fatto il suo tempo. Sembra incredibile un'affermazione del genere, ma risulta proprio vera! Si, per quanto ci sembri abbastanza strana
è concreta e reale: se in futuro l’uomo vorrà utilizzare computer dalle
prestazioni super veloci dovrà necessariamente dire addio alle attuali
connessioni elettriche tra processori e puntare su altre tecnologie. Una di queste,
che appare la più promettente, è quella dei laser. Grazie agli
ultraveloci impulsi luminosi emessi, infatti, potrà aprirsi finalmente, la strada verso una
nuova generazione di dispositivi elettronici che potranno esser 100 mila volte
più potenti di quelli attuali.
Ad affermare quanto
sopra è un team di ricercatori dell'Università tedesca di Marburgo. La notizia,
pubblicata sulle pagine della rivista specializzata Nature Photonics, afferma
che i computer tradizionali ora in uso presentano dei limiti invalicabili. Al loro
interno, infatti, c'è un incredibile e continuo movimento di elettroni che si
spostano da un punto all'altro per inviare comunicazioni tra le varie
componenti elettroniche ed elaborare calcoli. Come in tutti gli ambienti caotici
e trafficati, gli elettroni possono occasionalmente creare degli
incidenti scontrandosi l'uno con l'altro, con il rischio di perdere le informazioni e
surriscaldarsi. Sembra un dettaglio di poco conto mentre invece è un problema serio, che
impedisce agli ingegneri di “spingere” verso l’alto le prestazioni dei
dispositivi elettronici standard, frenando la ricerca.
Che fare allora? Una
soluzione per aggirare questo handicap esiste: utilizzando i laser, per
esempio. Attraverso l’utilizzo dei laser gli scienziati sono certi di poter
inviare grandi quantità di dati mediante impulsi di luce ultra veloci. Già da
anni era stato osservato come fosse possibile trasportare elettroni in modo
“sicuro” all'interno di impulsi di luce, ma il trasformare questa scoperta
in qualcosa di concreto era ancora molto lontano. Ora, invece, servendosi di un cristallo
semiconduttore, i ricercatori tedeschi sono riusciti per la prima volta in
assoluto a controllare il movimento degli elettroni. I ricercatori hanno
guidato fasci di elettroni attraverso impulsi della durata di appena 100 femtosecondi,
ossia 100 milionesimi di miliardesimo di secondo. Una velocità questa di centinaia di
migliaia di volte maggiore rispetto a quella dei metodi tradizionali.
Il nuovo metodo
potrebbe trovare impieghi non solo per garantire un importante salto in avanti
nelle prestazioni dei dispositivi elettronici ma anche come 'lente di
ingrandimento' per analizzare quello che avviene nelle reazioni chimiche e per
i futuri computer quantistici. Il futuro dell’elaborazione dati, insomma, passa
per una nuova rivoluzione attraverso l’utilizzo dei laser ultraveloci.
Quanta strada è stata fatta, amici miei, da quando negli anni Cinquanta del secolo scorso iniziò l’era delle prime enormi macchine da calcolo. Una cosa, però di quegli anni è rimasta importante: il primo Personal Computer a circolare era di marca italiana: era della nostra Olivetti!
Quanta strada è stata fatta, amici miei, da quando negli anni Cinquanta del secolo scorso iniziò l’era delle prime enormi macchine da calcolo. Una cosa, però di quegli anni è rimasta importante: il primo Personal Computer a circolare era di marca italiana: era della nostra Olivetti!
La parola calcolatore,
pensate, non era stata ancora inventata, e tanto meno quella di computer e di personal
computer PC. Si era ancora schiavi della sola calcolatrice meccanica, con
tanto di manovella e tanto rumore durante il suo girare. Le prime macchine da
calcolo si presentavano come enormi armadi con tanto di bobine riempite di nastro
magnetico che ruotavano per memorizzare i dati. A dominare il mercato di queste macchine
gigantesche e rumorosissime erano le americane IBM (International Business
Machines) ed HP (Hewlett-Packard). In questo clima, a fine anni ’50, l’italiana
Olivetti si innestò come un Davide contro Golia, riuscendo ad imprime la storica svolta: creare macchine di piccole
dimensioni, utilizzabili da tutti e dal costo accessibile.
L’Olivetti era forte di un
gruppo di giovani ricercatori: a guidare il team era un certo ingegner Pier
Giorgio Perotto, titolare di due lauree: in elettronica e in aeronautica. Da
questo improvvisato gruppo nacque la Programma 101, la prima macchina al mondo
da tavolo, che consentì di inserire programmi e dati anche da chi "non era del
mestiere”, non era un tecnico specializzato. Nel 1965 la Programma 101 fu presentata alla
fiera dell’automazione di New York riscuotendo un successo straordinario: con
il suo snello computer, definito “The first desktop computer of the World”, era in assoluto il
primo computer da tavolo. Bill Gates, fondatore di Microsoft, e Steve Jobs,
l’inventore della Apple, arriveranno ben quindici anni dopo, quando l’era della
digitalizzazione era già nata grazie alla grande genialità italiana. Di
calcolatori Programma 101 ne furono prodotti ben 43.000 pezzi e persino la NASA né comprò
dieci per pianificare lo sbarco sulla Luna dell’Apollo 11. Ricordi davvero straordinari!
Cari amici, nella
storia del Web, non dimentichiamolo, l’Italia ha recitato un ruolo incredibilmente importante! Quella che vi ho raccontato è in sintesi la
storia dell'informatica fino ad oggi, ma chissà quali e quante altre pagine dovrà ancora scrivere….
A domani.
Mario
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