Oristano
4 Novembre 2015
Cari amici,
“Resilienza” è un
termine poco noto e poco usato, quasi un termine solo per “addetti ai lavori”.
Se consultiamo un buon vocabolario, (Treccani, ad esempio), troviamo indicato: resiliènza s. f. [der. di resiliente]. 1.
Nella tecnologia dei materiali, la resistenza a rottura per sollecitazione
dinamica, determinata con apposita prova d’urto: prova di r.; valore di r., il
cui inverso è l’indice di fragilità. 2. Nella tecnologia dei filati e dei
tessuti, l’attitudine di questi a riprendere, dopo una deformazione, l’aspetto
originale. Perché oggi voglio riflettere con Voi sul significato pratico e
l’importanza di questa strana parola? Vediamo insieme il perché.
Prendendo in prestito
questo termine dalla tecnologia (sia dei materiali che dei filati) e allargandone
il significato, potremmo sostenere, latu sensu,
che la resilienza è la capacità degli esseri viventi di “adattarsi alle
difficoltà”, di superare i limiti precedentemente conosciuti. In particolare
la resilienza, riferita all’essere umano, è quella capacità, quella forza
interiore che, attingendo alle proprie risorse, riesce a fronteggiare
avvenimenti imprevisti, fatti nuovi che, portati da un repentino cambiamento, possano essere assorbiti senza soccombere, anzi uscendone vincitori.
Ritrovare dentro se
stessi quella forza particolare a cui diamo il nome di resilienza non è certo
facile: cercare di adattarsi alle novità, lasciare il “sicuro per il venturo”, crea
ansia e preoccupazione. Quante volte nella vita abbiamo sentito dire o detto:
“sbagliando s'impara”? Sicuramente tante, anche se poi non è stato facile superare
la prova, uscendone anche sconfitti. Eppure, se la cerchiamo, dentro di noi
questa forza c’è: a volte è necessario affrontare le difficoltà che si presentano rimboccandosi
le maniche e stringendo i denti, ma se vogliamo possiamo farcela! Le difficoltà
quasi sempre aiutano a crescere e ci spingono ad avventurarci in sentieri nuovi
che prima non avremmo mai percorso. E’ il cambiamento a creare le condizioni
per rinnovarci, per scoprire altre mete, altrimenti avremmo continuato a vivere
anche oggi come cinquemila anni fa.
La resilienza, dunque,
rappresenta la nostra capacità di fronteggiare gli eventi critici, imprevisti
ed imprevedibili a viso aperto, cavalcando il cambiamento e adattandoci alla
nuova situazione. Questa nostra straordinaria forza interiore, questa nostra
capacità di essere duttili, flessibili, capaci di modificare i nostri
comportamenti, è la vera molla che nel tempo ha fatto scoprire il progresso. Sta
alla nostra capacità di interpretazione dei “fatti nuovi”, capire quando è il
momento di cavalcarli, superarli e vincerli.
Certe situazioni, che
all’inizio appaiono negative, possono essere invece la molla che fa scattare in
noi la giusta reazione: l’evento sfavorevole allora viene visto come una sfida
da vincere, come un’opportunità da cogliere. La resilienza è proprio questo
credere in noi stessi, l’avere fiducia nelle proprie capacità, il saper
fronteggiare gli eventi, dando così alla propria vita una via nuova da
percorrere.
Resilienza, cari amici,
significa fronteggiare il cambiamento con il coraggio del vincitore, non con la
paura del pusillanime. La persona combattiva, fiduciosa in se stessa e nelle
proprie capacità, reagendo in modo positivo alle situazioni negative, troverà dentro
di se nuovi punti di forza mai scoperti prima, capaci di creare in lui nuove
aperture mentali che lo porteranno a stabilire nuovi progetti di vita. Credere
nelle proprie capacità di adattamento dimostra che, se vogliamo, possiamo essere “duttili e
flessibili”, insomma in una parola camaleontici! Questa capacità di resistere
al cambiamento è ben presente anche in natura: quante volte abbiamo visto un
albero con le radici aeree o attorcigliate tra le rocce non cedere alle difficoltà? Oppure svilupparsi in
una crepa dell’asfalto una pianta in fiore che, resistendo contro tutto e
contro tutti, ci mostra il suo colore e la sua forza vitale?
La resilienza, inoltre, non è
applicabile solo al singolo ma vale anche per il “gruppo”. In questo caso è l’intera
Comunità che necessita di una ‘forza collettiva’ atta a superare l’emergenza, a
creare le condizioni perché l'improvviso cambiamento non solo non possa nuocere al gruppo
ma addirittura ne migliori le condizioni. Questa resilienza collettiva l’ho
trovata addirittura presente e operante in America già ai primi del secolo scorso.
Alexis de Tocqueville, famoso
studioso e scrittore francese dei primi del 1.900, nel suo famoso libro “La Democrazia in America”, analizzando
e raffrontando il popolo americano con quello europeo (il primo nato paritario
senza principi e baroni, il secondo no), descrive questo modello di resilienza
collettiva, molto diffusa già allora negli Stati Uniti ma non ancora in Europa. Nelle
sue analisi Egli esprime in modo chiaro la capacità dell’uomo libero americano
dei primi del ‘900 di mettere in atto quella che noi oggi chiamiamo “resilienza
collettiva”. Un esempio può chiarire il concetto.
Annotando un evento
eccezionale, come quello di una improvvisa frana che cade e ostruisce una
strada, Tocqueville si rende conto della incredibile differenza che passa tra
la burocrazia europea e la libertà americana. Mentre in Europa un iter
complesso impedirebbe, prima del passaggio tra i vari livelli di responsabilità
gerarchica, qualsiasi intervento, in America pochi minuti dopo il succedere del
danno, il gruppo delle persone interessate all’utilizzo della strada,
immediatamente “si fa carico del problema”: si rimbocca le maniche, divide i
compiti in relazione alle capacità, e, senza autorizzazioni di sorta, provvede a ripristinare la strada nel più breve tempo possibile. Ecco un antico esempio di
resilienza collettiva.
Cari amici, oggi viviamo
un momento di grande tensione sociale, che mette a dura prova sia la resistenza
individuale che quella collettiva. La cronica assenza di lavoro, la scarsità
delle risorse, le difficoltà crescenti di molte famiglie a vivere in modo degno
la loro vita, prova non poco la resistenza di tutti: singoli e collettività.
Solo con una forte reazione interiore, sia dei singoli che dell'intera comunità, si possono superare questi
momenti di grande difficoltà. Solo una grande “Resilienza”, singola e collettiva insieme, può darci la forza per superare il
problema. Una cosa è certa: tutti dobbiamo sempre essere convinti che “possiamo farcela”!
Grazie, amici, a domani.
Mario
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