Oristano
2 Novembre 2015
Cari amici,
trattare quest’argomento
il 2 di Novembre mi sembra quasi, più che una curiosa coincidenza, una specie
di “funerale anticipato”, un malevolo cattivo augurio! Perché direte Voi? E’
presto detto. Nella mia curiosa ironia, mettere sul tappeto l’argomento della
messa al bando di certi alimenti, come sta avvenendo per le carni rosse e ora
anche per il caffè, mi sembra sostanzialmente di “parlare di corda in casa dell’impiccato”, in quanto scoraggiarne
il consumo è come decretarne la fine, e quindi considerarli praticamente
alimenti “defunti”, come quelli che oggi, 2 Novembre, con tristezza ricordiamo, in quanto
ricorrenza proprio della Commemorazione dei nostri cari che non ci sono più.
Nel chiedervi scusa per
l’inappropriato abbinamento, posso dirvi che la mia riflessione di oggi si
riferisce a quella incredibile telenovela che i Media stanno costruendo sulla
pericolosità alimentare paventata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ho
parlato a lungo del “pericolo carni rosse” nella mia riflessione del 29
Ottobre, dove ho cercato, come è mio solito, di dire la mia. Immediatamente
dopo deflagrante notizia della pericolosità della carne si è subito diffusa la voce che l’OMS,
sempre per merito del suo potente braccio di lavoro lo IARC, ha già pronto l'annuncio della sicura alta pericolosità del caffè,
bevanda che nel mondo ha molti milioni di estimatori. Anche la vicenda del
caffè, al pari di quella della carne, ha notevoli risvolti Kafkiani, e credo valga la pensa di riflettere con Voi anche di questa nuova aggressione.
Dopo il feroce
abbinamento della pericolosità della carne rossa a quella del fumo di tabacco,
si mormora, ora, che ben altri alimenti stiano per essere incriminati: i rumors
che trapelano, attribuiscono al caffè il prossimo primo posto sul banco degli
imputati. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha già avviato specifiche
indagini su questo prodotto e sui sistemi di preparazione per essere immesso sul
mercato; una delle modalità di preparazione, ad esempio, è il tipo di
tostatura: già nel 1991, proprio per il tipo di torrefazione il caffè era stato inserito
nel gruppo 2B «possibly carcinogenic».
L’O.M.S. prepara dunque
nuovi capi d’accusa: una serie di indagini si stanno svolgendo sugli effetti del
caffè, del mate e di altre bevande calde. Al momento non c’è ancora un allarme
concreto, definito, come quello lanciato sulla carne, ma non bisogna far finta che nulla
stia accadendo. Solo l'ipotesi di un bollino rosso sull'amatissima tazzina di
espresso ha suscitato polemiche addirittura superiori a quelle sulla carne e
gli insaccati, creando timori e panico a non finire.
Nel travolgente caos mediatico messo in atto, relativamente alle accuse mosse alla carne, si è inserita anche la voce dell’attuale Ministro della Salute, Beatrice
Lorenzin che ha detto: «Io non ho nessun problema a mangiare una bistecca, che
tra l'altro mangio molto frequentemente. E non ho problemi a farlo anche in
pubblico». Aggiungendo anche: «Non c'è niente di cui dobbiamo avere timore, abbiamo
nella nostra cultura una corretta e sana alimentazione che bilancia tutti i
nutrienti e la nostra carne è estremamente controllata in tutta la fase di
lavorazione, dalla produzione a quello che mangia l'animale fino al momento
della macellazione. Possiamo dire la stessa cosa anche dei nostri prosciutti.».
La cosa curiosa, è che
proprio di recente il Parlamento Europeo ha detto “SÌ” al consumo di grilli e
cavallette nel nostro piatto e l’OMS, invece, “NO” alla bistecca, perché quest’ultima
“fa male alla salute”! Appaiono due pesi e due misure? Chissà! Ora, intanto, sul banco
degli imputati c’è il caffè. Come possiamo considerare, dunque, questa bevanda:
Delizia o Demonio? Il caffè, cari amici, può essere entrambe le cose,
l’importante, come potremmo affermare per tanti altri prodotti, è la misura:
mai in dosi eccessive, e questo vale per la carne come per il caffè. Il caffè, per
avere su di noi effetti benefici, non deve mai essere preso in quantità
esagerate: «Mai più di quattro tazzine al giorno», dicono gli esperti.
Il filosofo e
drammaturgo francese François-Marie Arouet, meglio conosciuto come Voltaire, intorno al 1740 dopo aver
provato la bevanda ricavata dal caffè non la trovò di suo gusto, e scrisse che
“la moda” che si stava diffondendo ampiamente di consumarla sarebbe stata una
“moda passeggera”. Si sbagliava di grosso! La moda di bere caffè (la prima
caffetteria di cui si abbia notizia si chiamava “Scuola delle persone colte” e venne aperta nel 1554 a Istanbul), si diffuse subito a macchia d’olio e oggi, dopo quasi
cinque secoli, la tazzina di caffè scandisce ancora le nostre giornate e segna
i molteplici nostri appuntamenti sociali. Questa bevanda non è certo una medicina, ma
gli vengono attribuiti tuttavia molteplici effetti benefici: funziona bene contro la
depressione, migliora la pressione arteriosa in chi ce l’ha bassa, ha un
effetto stimolante in casi di stanchezza, è utile contro il mal di testa,
aumenta la resistenza fisica diminuendo il senso della fatica, migliora i tempi
di reazione; risulta utile anche per incrementare la capacità lavorativa e quella di
vigilanza, per migliorare la digestione e la motilità intestinale, e,
infine svolge pure un’azione positiva sulla memoria a breve termine.
Cari amici, ho detto
ieri che, ferma restando l’importanza dell’informazione scientifica, il
bombardamento mediatico che poi si riversa sulla gente dovrebbe essere sempre
“misurato e corretto”, non corrotto da particolari interessi di parte. Viviamo
un momento difficile, costellato di mille preoccupazioni, per cui si dovrebbe
evitare in tutti i modi di fare allarmismo. La gente è disorientata: i commenti
spaziano da ‘prosciutto no, cavallette sì, a ‘divento vegetariano e non bevo
più neanche caffè’. Insomma, 2 notizie in poche ore che sono due pesanti mazzate: prima quella sulle carni, poi la
probabile inchiesta dell’OMS anche sul caffè! E non è finita: la terza notizia, accennata prima, è quella sul ‘via libera’, dato dal Parlamento
Europeo al consumo di insetti, larve, alghe e cibo sintetico! Che disastro!
Qualcuno con ironia
dice che tutto questo bombardamento mediatico sembra curiosamente orientato a farci “vivere da malati
per morire finalmente sani”! Certo, tornando al consumo degli insetti, il problema della scarsità delle risorse c’è, ma non mi sembra quello suddescritto il modo migliore per risolverlo. La speranza, cari amici, è che il futuro non venga talmente snaturato e stravolto da farci rimpiangere il passato…
Ciao, amici miei, a domani.
Nessun commento:
Posta un commento