Oristano
15 Novembre 2015
Cari amici,
Proseguo la riflessione
di ieri su “Giovani e Innovazione”.
Che le capacità innovative dei nostri giovani siano note a tutti è evidente,
anche se per loro risulta sempre più difficile accedere ai mezzi necessari per
poter realizzare i loro progetti. Nel post di ieri sostenevo che un esempio concreto d’aiuto, per dare la
possibilità a questi giovani di poterli portare avanti e vincere le sfide lanciate, viene dal progetto “Entrepreneurs for Social
Change”, portato avanti dalla
Fondazione CRT e daUNAoC (United Nations Alliance of
Civilizations), un’interessante iniziativa giunta già alla Terza Edizione
(quella 2015 del programma si è svolta, con il training dal 18 al 25 ottobre
2015 a Torino).
Questo progetto, attraverso lezioni, approfondimenti e
seminari, ha come obiettivo quello di allenare i giovani imprenditori a
sviluppare idee capaci di creare nuove opportunità d’impiego nei rispettivi
Paesi di provenienza. Il corso, a numero chiuso, è riservato a ragazzi provenienti
dai 26 Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Venti i posti disponibili, e
per parteciparvi quest’anno sono pervenute 1.200 candidature, tra le quali sono
state selezionate le 20 più meritevoli. Sono di ragazzi e ragazze provenienti
da questi Paesi: Palestina, Siria, Israele, Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco,
Serbia, Macedonia, Albania, Francia, Portogallo, Spagna e Italia. Questo
giovani “apprendisti imprenditori” cercheranno, insieme, uniti dalla tecnologia
e dalla voglia di riscatto, di far decollare progetti di business, in grado di
apportare i giusti cambiamenti nel loro Paese e capaci anche di fermare o limitare
l’emigrazione.
Quelli selezionati in
effetti sono già dei “ragazzi speciali”: parlano tutti inglese e spesso anche
altre 2 lingue, sono giovani (alcuni molto vicini ai 20 anni) e sono
determinati a cercare un futuro migliore per sé e per la loro Nazione. Studiano
e sognano di diventare imprenditori sociali di valore. Tutti insieme si sono
ritrovati a Torino, per discutere e confrontare le loro diverse idee innovative.
Ecco i loro nomi: Sara dalla Palestina, Ehud da Israele, Shorouk dalla Siria,
Noura e Hany dall’Egitto, Ahmed dalla Tunisia, Soumeya e Meriem dall’Algeria,
Oussama e Youness dal Marocco, Dunja dalla Serbia, Rosica dalla Macedonia,
Emanuela dall’Albania, Régis e Guillaume dalla Francia, Hugo dal Portogallo,
Nina dalla Spagna, Nicola, Salvatore e
Valentina dall’Italia.
Diversissime le idee
innovative messe in campo da questi “aspiranti” imprenditori del sociale. Una
giovane algerina ad esempio ha ideato una app per facilitare la comunicazione
delle persone non udenti, un'altra iniziativa propone la produzione di
giocattoli ecologici per i bambini, idea venuta ad una giovane palestinese che
punta all'empowerment delle donne, c’è poi un dispositivo di sicurezza creato
da un 26enne tunisino per i veicoli coinvolti in incidenti stradali, per
arrivare ad una fattoria urbana battezzata 'Green zone', avviata da un
agricoltore egiziano. Anche le idee dei giovani italiani non scherzano.
Le idee progettuali di “marca
italiana” riguardano, per esempio, una piattaforma web, proposta per combattere
il fenomeno del caporalato nel settore agricolo, mentre Valentina, libera
professionista, da due anni crea e organizza programmi per migliorare la vita delle
persone deboli, mirati in particolare ad aiutare la vita dei migranti (spesso
vittime di traffico umano); la sua
idea è quella della realizzazione di Cascina
Gasp, una forma di fattoria sociale, che mira ad integrare le persone
svantaggiate con l’avvio di una produzione agricola attraverso dei modelli di valida
sostenibilità. Salvatore Di Dio, infine, è un designer laureato in Fisica applicata
all’ambiente e all’energia, che si occupa di realizzare strumenti e metodi di
design innovativo per favorire uno sviluppo sostenibile in zone disagiate.
Proprio lui è il co-fondatore e ideatore di PUSH,
con sede a Palermo, che si occupa di soluzioni tecnologiche per le smart
cities, già vincitrice di numerosi premi in Italia e nel mondo. Tutte idee,
quelle selezionate, che sono state scelte perché hanno il potenziale adatto per
diventare delle imprese sociali, in futuro, ne Paesi d'origine.
Che dire, cari amici, i
nostri giovani e brillanti “ideatori” di nuove proposte, vanno incoraggiati e
sostenuti, e, quanto a “Entrepreneurs for Social Change”, a mio avviso, è
proprio quello che ci vuole per aiutarli a realizzare i loro sogni. La speranza
e che iniziative valide come questa non restino un caso isolato, ma si
moltiplichino e si diffondano, sostenute fortemente anche dalla mano pubblica (Governo)
che continua a dire, a parole, che i giovani vanno incentivati a realizzare i
loro sogni! Più che parole…diamo loro un concreto aiuto per realizzarli!
Grazie dell’attenzione.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento