Oristano
1 Novembre 2015
Cari amici,
Che nei secoli la massiccia
produzione della carta abbia sottratto alla natura una quantità immensa di alberi,
è cosa nota. La spoliazione delle foreste nonostante i rimboschimenti
continua ed è tempo che certe spoliazioni si invertano, per poter consentire un
rinnovo che comunque non sarà mai paritario. Mi hanno impressionato favorevolmente questi giorni due notizie che ho trovato assolutamente splendide dal punto di
vista ambientale: una di provenienza sudamericana (viene dall’Argentina) e una
invece del Sol Levante, di marca giapponese. Vediamo insieme esattamente di cosa si tratta.
La notizia arrivata dall'Argentina parla di un libro per bambini che, dopo la lettura, è in grado di essere
piantato per terra, dando così vita ad un nuovo albero. L’ideatore di questo marchingegno
è un editore che di nome fa Pequeno.
Questa innovativa casa editrice sta portando avanti questa campagna "amica della natura", facendo in modo che tutto ciò che
leggiamo serva non solo ad acculturarci ma anche a ricostituire quanto sottratto per farlo. In questa logica il libro, nato per alimentare la nostra “biblioteca
mentale”, sottrae parti della natura (gli alberi), sottrazioni che dovremmo reintegrare. Se i libri che
leggiamo mettono “radici profonde” dentro di noi, trasformandoci,
plasmandoci e facendoci crescere, allo stesso modo sulla falsariga di questo concetto, noi, attraverso il libro dovremmo far ricrescere quell'albero tagliato, ripiantando dopo l'uso il nostro libro. Ecco nascere da questo concetto
un progetto di "reintegro", dedicato a creare nei bambini una nuova cultura di rispetto e conservazione: da un lato incoraggiarli a leggere e dall'altro instradarli al rispetto
dell'ambiente.
Premesso che le copie
di questo particolare libro sono state realizzate con carta riciclata e
inchiostri biodegradabili, nella sua copertina sono stati inseriti dei semi di
alberi che, quando i libri verranno piantati, potranno dare origine a nuove
piante. Il titolo dato a questo innovativo libro è "Mi papà estuvo en la
selva" ("Mio papà era nella giungla"). Gli autori che lo hanno
realizzato (Anne Decis, illustratrice francese, e Gusti, illustratore
argentino), hanno costruito la storia di un avventuroso viaggio nella giungla
ecuadoregna, ricco di fine umorismo e giocosa innocenza. Al termine della
lettura, viene precisato che quel libro potrà diventare una vera e propria pianta, ora in attesa
di crescere e svilupparsi; raccolti nella copertina, infatti, si trovano dei semi
di jacaranda, un grande albero che può raggiungere anche i 30 metri di altezza.
Lo stimolo che la
lettura del libro crea nei piccoli è sicuramente quello giusto:
una volta piantato, crescerà proprio come crescono i bambini, diventando grande. Il libro,
studiato per i ragazzi fino ai 12 anni, si pone l'importante obiettivo di far
crescere in loro il rispetto per l'ambiente e la protezione delle risorse naturali. L’idea
maturata in Argentina non è rimasta orfana: in Giappone se ne è sviluppata una
similare, che vede, però, protagonista il giornale.
“Green
Newspaper”, questo il nome dato a questo speciale
quotidiano, è un giornale che parla di natura e svolge una duplice funzione: primo informare come tutti gli altri, secondo dare
vita ad una nuova pianta, figlia del giornale, che, dopo la
lettura, può essere tranquillamente piantato. The Green Newspaper, ideato in
Giappone dallo studio pubblicitario Dentsu per l'editore Mainichi Newspapers, è
il primo prototipo al mondo di giornale che, se seminato, dà origine a una nuova
pianta e, come recita il claim di campagna, "rende il mondo più
verde", restituendo alla Terra quanto le è stato sottratto in fase di
produzione.
Cari amici, due idee,
quella del libro e quella del giornale, lontane geograficamente ma molto vicine
come concetto metodologico e investimento sul futuro delle risorse. Anche nel
caso del Green Newspaper, così come per il libro argentino, le materie prime utilizzate
sono rigorosamente naturali, inchiostro compreso; nel giornale, così come nel
libro, sono stati incorporati dei piccoli semi, che consentono, una volta “piantato”
il giornale, di dare vita a nuove piante. Se vogliamo queste idee
rivoluzionarie costituiscono un primo “cambio di passo”, verso un minore
sfruttamento, da parte dell’uomo, delle risorse naturali ed una prima
restituzione alla natura di quanto prima preso a piene mani.
Cari amici, come tutti
Voi sapete sono un vero sognatore. Nella mia onirica visione del mondo prossimo
venturo vedo un universo più verde, dove piantare un albero sia una gioia
quotidiana, mentre sacrificarne uno significhi contrarre un debito: da
restituire senza indugi quanto prima. Sara utopia la mia? Forse sì, forse no. Però
penso che dobbiamo crederci, perché dobbiamo lasciare ancora integro questo
mondo per consegnarlo ai ragazzi delle nuove generazioni.
In chiusura mi piacerebbe che anche Voi condivideste questo concetto:
l’utopia è come l’orizzonte, sembra irraggiungibile, ma serve per alimentare la
speranza!
Grazie, amici, a
domani.
Mario
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