Oristano
28 Febbraio 2015
Cari amici,
se è vero che cambiare è “un po’ anche morire”, è
anche vero che trascorrere gli ultimi anni in solitudine è certamente di una tristezza unica. Nel nostro Paese, che
statisticamente invecchia e non si rinnova, gli anziani soli sono sempre più
numerosi. A questo si contrappone un numero crescente di giovani
extracomunitari che raggiungono l’Italia, a causa delle impossibili condizioni
esistenti nei loro Paesi. Il costante aumento di questi due problemi, difficili
da risolvere per gli uni e per gli altri (alla solitudine dei primi si
contrappone la grande difficoltà per i migranti di trovare spazi abitativi), ha
indotto la Regione Lazio a lanciare un programma sperimentale di
“Coabitazione” tra i giovani
migranti, provenienti dai centri d’accoglienza e privi di alloggio, e i
numerosi anziani soli residenti a Roma. Per la prima volta in questo territorio
l’Ente pubblico cerca una soluzione valida, capace di venire incontro, in
maniera strutturale, ad ‘esigenze e
sofferenze diverse’: da una parte lenire i disagi conseguenti alla
migrazione forzata e dall’altra mitigare la solitudine che accompagna gli
anziani soli.
Attraverso un bando,
chiamato “Innova”, l’Assessorato alle
Politiche Sociali Sicurezza e Sport della Regione Lazio, ha lanciato il
progetto sperimentale “Homefull”,
che prevede l’accoglienza in casa, da parte degli anziani, di giovani migranti.
La
pratica attuazione dell’iniziativa è stata affidata alla Cooperativa Programma Integra,
la cui Presidente, Valentina Fabbri, intervistata, afferma: “Programma
Integra, che è la cooperativa che gestisce il progetto Homefull, ha voluto
presentare un progetto innovativo basato su una nuova esperienza di co-housing
intergenerazionale; quindi cercando di unire i bisogni dei giovani migranti in
uscita dai percorsi di accoglienza, con i bisogni degli anziani residenti nella
città di Roma, che spesso si ritrovano a combattere contro la solitudine,
contro la noia e contro la difficoltà di svolgere piccole faccende domestiche”.
Valentina Fabbri,
persona attiva e dinamica, aggiunge ancora: “Da questo presupposto è nato il
progetto Homefull, il nome stesso è un’antitesi di Homeless: pieni di casa,
proprio perché volevamo dare l’idea che quello che stavamo cercando di fare:
trovare un nuovo modo dell’abitare al di là del contratto d’affitto che il
cittadino straniero ricerca una volta uscito dal percorso di accoglienza; ma un
nuovo modo di abitare, che oltre ad aiutare il migrante a trovare affitti
sostenibili e alloggi adeguati, aiuti anche un’altra fascia di popolazione
fragile qual è appunto l’anziano”.
L’ambizioso programma è
stato strutturato in modo razionale. Sono state già avviate
le selezioni dei giovani da collocare nelle case degli anziani, scelti in base
alla loro conoscenza della nostra lingua, oltre alle altre caratteristiche
necessarie per facilitare l’inserimento. I ragazzi sono delle più diverse
nazionalità: Afghanistan, Gambia, Costa D’Avorio, Bangladesh. Il progetto è
gestito in collaborazione con la Cooperativa
sociale Meta, che si occuperà, invece, di individuare gli anziani
disponibili e adatti a questo tipo di coabitazione. Sia i giovani migranti che
gli anziani romani usufruiranno di formazione permanente alla coabitazione e di
tutoraggio continuo, un sostegno questo che è una delle caratteristiche, e al
tempo stesso una garanzia, dell’efficiente strutturazione del progetto
Homefull.
Il passo successivo
all’inserimento sarà quello della necessaria socializzazione-integrazione; il
progetto, infatti prevede anche che gli anziani inizino da subito a
socializzare, a conoscersi vicendevolmente con i giovani nuovi ospiti. Per
testare senza grossi rischi il progetto, gli esperimenti iniziali sono stati limitati
a cinque (5) coppie: un numero molto basso, ma proprio perché è una
sperimentazione, è necessario testarne la concreta fattibilità e gradimento.
“L’anziano,
sicuramente autosufficiente, alla fine del percorso iniziale di istruzione, se
favorevole metterà a disposizione una stanza o una stanza con bagno per
ospitare il nuovo coabitante – specifica la Presidentessa
della Cooperativa Valentina Fabbri – e all’anziano sarà riconosciuto un
piccolo indennizzo per le nuove spese dovute al nuovo inquilino. Noi pensiamo
possa essere una buona occasione per entrambi, per il migrante che può trovare
un conforto di tipo familiare, e per l’anziano che potrebbe avere un sostegno e
iniziare una nuova fase della sua vita”.
I primi giovani
migranti selezionati dalla Cooperativa Programma Integra sono 60 uomini e 5
donne, quasi tutti in possesso di un permesso di soggiorno per asilo o
protezione sussidiaria; a breve si svolgeranno le selezioni degli anziani, a
cura della Cooperativa Meta Onlus, e successivamente si entrerà nel vivo delle
attività progettuali, dando avvio alla fase di formazione e di incontro tra i
partecipanti.
Cari amici, l’interessante
e soprattutto innovativa sperimentazione è praticamente partita. Io penso che
potrà, davvero, portare al raggiungimento di buoni risultati. Ormai anche il nostro Paese è
diventato multietnico e multirazziale, e soffre in particolare di quella necessaria
carenza di “rinnovo”, di ricambio, che le nascite sempre più scarse non
soddisfano con la conseguenza che gli anziani, sempre più longevi, sono anche sempre più soli. Il
progetto nasce proprio in questa logica: stabilire un buon contatto
generazionale tra vecchie e nuove generazioni, sfruttando nel modo migliore le
reciproche esigenze. Inutile negarlo: per quanto inizialmente difficile, quando
è necessario bisogna rassegnarsi a... fare di necessità virtù!
Ciao, a domani.
Mario
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