Oristano
18 Febbraio 2015
Cari amici,
il termine “riciclare”
sta entrando di prepotenza anche nelle aule universitarie. In un mondo dove
ormai l’usa e getta è diventato
qualcosa di scandaloso, dove ogni giorno milioni di tonnellate di rifiuti,
spesso decomponibili dopo centinaia di anni, invadono ogni angolo della terra,
mari compresi, anche il mondo della scienza si attiva febbrilmente per trovare adeguate
soluzioni.
Al Politecnico di
Torino i 196 studenti al 2° anno del Corso di Progettazione, hanno dato vita nell’Ottobre
scorso al progetto “RI.Accademia”, iniziativa
promossa dalla Cooperativa sociale Triciclo, dall'Associazione culturale
ManaManà e dalla Cooperativa Liberitutti, in collaborazione con il Dipartimento
di Architettura e Design del Politecnico di Torino e con l'artista Walter
Visentin. Oggetto della ‘sfida’ recuperare materiale povero (e brutto) come il
truciolato, a cui donare una seconda vita, possibilmente migliore della prima. Trasformare
il rifiuto in risorsa, insomma, con un processo che, usando una sola parola
possiamo definire Up-cycling,
termine migliorativo del semplice Ry-cycling, portando dunque il riciclaggio ad
un suo massimo nuovo utilizzo. Sfida questa accettata con entusiasmo dai 196
studenti che si sono messi subito all’opera.
L’interessante progetto,
come spiega Antonio Castagna, uno
dei fondatori di Ri.Accademia, esperto di rifiuti e formatore manageriale (suoi
il libro "Tutto è monnezza" e il blog Lavoro ben fatto), ha come obiettivo
quello di "Dare una nuova vita al legno truciolare senza passare dal
processo di macinazione e riciclaggio, facendo ricerca e progettazione per
trovare idee e modi creativi per nobilitarlo”.
Il progetto, sviluppato
nel corso di un semestre di lezioni, prevede l’impegno di ricerca e successiva progettazione
di nuovi prodotti, ricavati dal materiale considerato di scarto; idee nuove,
dunque, per dare ‘nuovi destini’ al truciolato, ripensandolo nel moderno arredamento
di spazi di incontro, di spazi espositivi e, perché no, anche nell’arredamento
alberghiero. Camere come quelle del Tomato
Backpackers Hotel di Torino, struttura appena certificata con il marchio Ecolabel europeo per l'attenzione
all'ambiente, danno l'impulso ad investire ulteriormente in mobili che comunichino agli ospiti la giusta sensibilità nei confronti della sostenibilità ambientale. Nella stessa lunghezza d'onda gli spazi che ha in mente di allestire l'associazione Manamanà, altro committente attratto dal progetto, interessata al
tema Exhibition, ovvero scaffali e
banconi di seconda generazione.
Gli studenti coinvolti
nel progetto non si sono limitati alle lezioni teoriche o allo studio dei
materiali da riciclare. Antonio Castagna, convinto sostenitore del progetto,
dice con orgoglio che "Gli studenti in questi mesi sono stati
coinvolti in un percorso che li ha portati in giro a studiare nel concreto le
esigenze dei potenziali committenti, hanno incontrato imprenditori e artisti
come Walter Visentin e Arcangelo Favata, che lavorano con materiali di scarto,
e Pierandrea Moiso, Presidente della Cooperativa Triciclo che gestisce il Centro
di Riuso di Torino (che ha già recuperato 8 tonnellate di mobili in truciolato
che non hanno finora trovato mercato, finendo così nella filiera del riciclo)".
Sono esperienze
formative e coinvolgenti quelle svolte dagli studenti, che con questi scambi culturali
possono non solo comprendere ma soprattutto attivare nuovi processi produttivi
capaci di far passare il “rifiuto" da una banale lavorazione di ‘down-cycling’ a
quella più nobile di ‘up-cycling’, sfida questa che Ri.Accademia vuole assolutamente vincere.
"Tra gli incontri
in calendario, c'è stato quello, bellissimo, con l'imprenditore Giuseppe Tecco,
fondatore di Agrindustria, azienda che lavora con scarti provenienti
dall'agricoltura, come i gusci delle nocciole, che con lui si trasformano in
materiali per sabbiature industriali e ingredienti di cosmesi per il peeling”,
continua Antonio Castagna. “Prima di scoprire cosa sarebbero potuti
diventare, Tecco si era riempito il capannone di una montagna di gusci di
nocciole, che guardava, toccava, annusava tutti i giorni, chiedendosi che cosa
potesse farne". Fino all’arrivo dell’idea fulminante: quella dell’uso
dei gusci per le sabbiature, o, ridotti in polvere sottilissima, impiegati
nella cosmesi. Spesso basta un’idea semplice ma creativa!
Ecco, cari amici, il
vero significato di Up-cycling: trasformare un rifiuto in materia prima,
scoprire che, dopo anni di vile considerazione del prodotto, è necessario riconoscergli
la sua nobiltà! L’uomo spesso ha sottovalutato la grandezza della natura che
non ha mai creato niente di inutile! Egli, spesso, di un prodotto non ne comprende
e apprezza che una piccola parte delle sue potenzialità. In natura da millenni tutto ha
una funzione: nel ciclo globale dell’universo, in cielo, terra e mare, ogni
cosa è stata creata per essere utile, direttamente o indirettamente. Se l’uomo
fosse più saggio avrebbe in se la consapevolezza che la natura è perfetta, perché
perfetto è l’Essere Superiore che l’ha creata. All’uomo non resta che imitarla.
Grazie dell’attenzione.
A domani.
Mario
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