Oristano
14 Febbraio 2015
Cari amici,
chi è Filippo Martinez
gli oristanesi lo sanno bene; di Lui si può dire che è tutto e il contrario di
tutto. Filippo è capace di esercitare qualsiasi attività: nel Suo curriculum,
parlando di capacità, potremo scrivere che sa fare di tutto: il pittore, lo scultore,
il poeta, l’attore o l’operatore della comunicazione a 360° gradi. Ha girato il
mondo, percorrendo
mille sentieri, ma Oristano, suo nido d’origine, gli è sempre rimasta nel
cuore. Più di me, dilettante della comunicazione, ben altri hanno cercato di
definirlo, seppur con non poche difficolta, perché Filippo è indefinibile.
Vittorio Sgarbi, forse
la persona che lo conosce meglio, definisce Filippo “uno che desidera farsi dimenticare”; questo perché, mentre tutti
cercano di farsi conoscere, Lui no,
pensa all’esatto contrario. Questo, continua Sgarbi, non certamente per
modestia, ma per superbia, perché Egli è sommamente aristocratico, e questo lo
porta a cercare, ad aspirare all’invisibilità. Le sue doti straordinarie fanno
di Lui “un tragediografo ossessionato
dalla sintesi”, capace di operare in tutti i campi della comunicazione. Il 20
luglio del 2001, giorno del suo 50° compleanno (pochi lo sanno), ha proclamato
la sua morte ‘indidascalica’ (da non
confondere con la morte ‘didascalica’ che è quella che procura il lavoro alle
agenzie di pompe funebri); da allora si considera postumo e ha rinunciato del
tutto alle consuetudini che gli facevano perdere tempo. Oggi insegna Regalità
Individuale presso l’Università di Aristan della quale è anche Rettore. Questa
è la sua epigrafe: “Trasloco. Vado in
quel che faccio e faccio quel che sogno. Sono altrove. Altrove è l’unico posto
possibile”.
Dopo l’invenzione dell’Università
di Aristan, ha fatto uscire dalla sua straordinaria “Lampada di Aladino” un
innovativo premio dedicato alle donne della Sartiglia, che ha voluto chiamare “La Camelia”. Ecco il Suo commento sul
premio: “La Camelia è il riconoscimento annuale a una donna per celebrare tutte
le donne che vivono attivamente e appassionatamente i colori, i profumi, i
suoni, i cerimoniali, le tensioni, la gioia e l'ebbrezza della Sartiglia”.
Poi ha aggiunto: “La Camelia 2015 sarà assegnata ad Angela Solinas, dal 1967 per 9 volte
Massaiedda e per 9 volte Massaia Manna. Bisogna aggiungere altro?”.
La Sua recente mostra
sulla Sartiglia è stata inaugurata Mercoledì
11 alla 13 Arts Gallery di Via Ciutadella de Menorca e
porta per titolo “Il Cavaliere e la
Camelia”, omaggio alla sacralità del Componidori e alle donne della
Sartiglia. Speciale anche la cerimonia di inaugurazione: il coro Maurizio Carta
diretto dal maestro Salvatore Saba si è esibito in via Ciutadella di Menorca
proprio di fronte all'ingresso della galleria d’arte, ed è stato il Presidente
del coro, Giulio Fara, a tagliare il nastro di apertura. I primi visitatori
hanno così potuto vedere i dipinti di Filippo, sono entrati nella stanza buia
col trittico luminoso del Cavaliere Infinito, hanno sentito cantare il
Componidori con la voce di Tonietto Salis, hanno assistito alle micro-conferenze
di Roger Emmi, e conoscere anche il nome della donna, Angela Solinas, che Lunedì 16 al Teatro Garau, durante la
rassegna “Cantando a carnevale” riceverà La Camelia 2015, un oggetto d'arte
in ceramica realizzato da LeAli Gioielli.
Cari amici, conosco
Filippo da tanti anni, essendomi onorato anche dell’amicizia di Suo babbo, l’Avv.
Giannino Martinez. Di Filippo, il grande scienziato sardo, il farmacologo Prof.
Gianluigi Gessa, nominativo di fama mondiale, in occasione della
presentazione della Sua creatura, “l’Università
di Aristan”, Facoltà di Scienza della Felicità, ebbe a dire: «La
laurea vera ti dà un titolo di studio che, se va bene, può avere ricadute sul
lavoro; Aristan, invece, è una palestra della mente e allena a combattere le
brutture della vita». La straordinaria facoltà di Scienze della
Felicità, nata dalla fervida mente di Filippo Martinez per insegnare teorie e
tecniche di salvezza dell’umanità, è solo un tassello dell’immenso puzzle che
Filippo continua tessere, come un grande ragno, sempre più invisibile, ma allo
stesso tempo attivo e operativo.
I tanti che certamente andranno
a visitare la mostra non resteranno delusi, perché come dice Sgarbi “…le opere di Martinez sono perennemente in
fuga, come i pensieri del prigioniero nel carcere”, non statiche, incapaci
di esprimersi ed avere un’anima. Perennemente in fuga, fintamente materiali ma
concretamente immateriali, autenticamente immateriali e incorporee, come i
pensieri che volteggiano e cambiano in continuazione.
Saremo in tanti ad
essere curiosamente attratti dalla mostra ed entreremo per ammirare le
straordinarie opere che rappresentano la materiale
immaterialità, sarà come assistere dal vivo ad una vera lezione di scienza
della felicità.
La
mostra resterà aperta dall’11 al 18 Febbraio, dalle 11,00 alle 13,00 e dalle
17,00 alle 21,00.
Mario
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