Amor, ch'a
nullo amato amar perdona…(Dante, Inferno, canto V, verso 103).
Oristano
19 Luglio 2014
Cari amici,
arance, limoni,
mandarini, cedri, pompelmi, mandaranci e le tante altre differenti varietà di
agrumi che oggi arricchiscono le nostre tavole, sono frutto di lunghe
selezioni, a volte geneticamente intriganti, avvenute nei secoli. Tutto è nato
cinque milioni di anni fa da due antiche specie selvatiche originarie del
Sud-est asiatico. Storia lunga quella degli agrumi, contorta e complicata, ai
limiti delle regole naturali. Ma quale strada i ceppi originari hanno percorso
per giungere fino a noi in maniera così variata? La strada fatta nei secoli è
stata lunga ed allo stesso tempo affascinante, nella quale si intrecciano microstorie nazionali e
regionali: dalla Cina alla Spagna e all'Italia, dalla California all'America
Latina e all'Australia. Arance e limoni, cedri e pompelmi, mandarini e
clementine, come è avvenuto ed avviene negli altri esseri viventi, sono dunque frutto
di ripetuti incroci, qualche volta anche poco rispettosi delle regole!
Con le tecniche di oggi
è stato possibile seguire per filo e per segno, il percorso seguito da questa specie,
che nei suoi molti milioni di anni di vita ha, davvero, seguito strade
addirittura…proibitive! E’ proprio grazie al DNA che è stato possibile
ricostruire la storia, sotto molti aspetti anche "incestuosa"
degli agrumi. Lo rivela l'analisi del DNA di otto specie di agrumi
moderni, pubblicata su Nature
Biotechnology dall'International Citrus Genome Consortium, un gruppo
internazionale di ricerca che vede l'Italia in prima fila (grazie al progetto
Citromics finanziato dal Ministero delle Risorse Agricole e Forestali),
unitamente alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, l'Istituto di Genomica
Applicata di Udine e il CRA-Centro di Ricerca per l'Agrumicoltura e le Colture
Mediterranee di Acireale.
Storia davvero succosa,
a dir poco scandalistica, quella dell’evoluzione dell'antica famiglia degli
agrumi: una vera e propria “Dynasty”, fatta di intrecci spesso incestuosi e
viaggi tra continenti, la cui puntata zero è stata scritta circa 5 milioni di
anni fa, partendo da due antiche specie selvatiche originarie del Sud-est
asiatico e dalle quali, di generazione in generazione, l’evoluzione ha percorso
strada molto diverse e particolari. L’uomo ha sempre riservato particolare attenzione
e gradimento agli agrumi. Nella mitologia greca ad arance e limoni era
riservato un posto privilegiato: si narra infatti che, in occasione delle nozze
tra Giove e Giunone, la dea Terra avesse piantato (in onore della stessa
Giunone), in un giardino paradisiaco situato in un'isola, alcuni alberelli i
cui frutti erano degli splendidi globi d'oro, cioè arance e limoni, simboli
dell'amore e della fecondità.
Giove preoccupato dei ladri che avrebbero potuto
rubare quel dono prezioso, mise a custodia di esso tre fanciulle: Egle,
Esperunda e Aretusa, chiamate esperidi, figlie di Atlante e della Notte,
mitiche fanciulle dal canto dolcissimo. Da questa mitica storia nasce, tra
l'altro, il significato augurale che ancora oggi si attribuisce ai fiori
d'arancio.
Tornando dalla
mitologia alla realtà, risulta che storicamente gli agrumi vennero introdotti
in Europa, inizialmente a scopo ornamentale. Sembra che sia stato Alessandro il Grande ad
introdurli in Grecia, Turchia e Africa del Nord nel tardo IV secolo A.C.. La
prima traccia scritta di agrume (Citrus medica L.) nella storia europea ci
risulta da Teofrasto, nel 350 A.C., sicuramente proprio in seguito
all'introduzione di questi alberi da frutta fatta da Alessandro il Grande. L’agrume
più antico pare sia stato il 'cedro'. Il
passaggio dei frutti di queste piante dall’uso ornamentale a quello alimentare,
avvenne quando ci si rese conto della grande quantità di vitamine contenute e
dei benefici apportati a chi se ne cibava, entrando così di conseguenza nell’alimentazione umana. Le prime coltivazioni di agrumi in
Italia risalgono intorno al 1200 d.C., dove nelle zone più miti della Sicilia e
della Calabria, vennero impiantate piantagioni di cedro, limone e arancio. Ma
torniamo alla recente ricerca fatta con l’analisi del DNA.
Grazie alle nuove tecniche
di “sequenziamento ad alta processività”, i ricercatori hanno ricostruito come
un numero limitato di specie ancestrali selvatiche (pomelo Citrus maxima e
mandarino Citrus reticolata) abbia dato vita alle specie oggi più diffuse,
grazie soprattutto ad una serie di incroci
definiti 'incestuosi'. Un esempio lampante è quello dell'arancio dolce e di
quello amaro: entrambe le specie derivano da mandarino e pomelo, ma mentre
l'arancio amaro è un ibrido semplice che ha avuto pomelo come madre e mandarino
come padre, l'arancio dolce è il risultato di uno schema di incrocio più
complesso, in cui prima pomelo è stato incrociato con mandarino, poi la pianta
risultante è stata incrociata con pomelo ed infine ancora con mandarino!
Questo curioso “ritratto di famiglia”, molto libera e trasgressiva, evidenza come
gli incroci rappresentino un'arma molto potente per combattere le malattie più
comuni (come l'inverdimento degli agrumi), che minacciano le coltivazioni
sfruttando la loro ridotta diversità genetica. ''L'analisi della diversità
genetica presente fra specie e varietà di Citrus ha consentito di ricostruire
la storia evolutiva e l'impatto dei processi di addomesticamento e di selezione
portati avanti dall'uomo'', spiega Michele Morgante, direttore
scientifico dell'Istituto di Genomica Applicata e professore di genetica presso
l'Università di Udine. La ricerca e lo studio genetico degli agrumi non si è
certo fermata e continua senza sosta. Certo, pensare che certe nuove
caratteristiche siano derivate da incroci anche incestuosi, può farci
sorridere, ma certamente l’evoluzione, qualche volta, ha necessità anche di
trasgredire!
Giuseppe Reforgiato
Recupero, del CRA-ACM di Acireale, aggiunge: “con approcci simili potremo
analizzare il contributo della terza specie ancestrale, il cedro, e l'origine
delle specie da essa derivate, come limone, bergamotto, chinotto, lima e
limetta, di grande importanza per l'agrumicoltura italiana”. I
ricercatori sono convinti che anche in questo caso…l’incesto non sia proprio da
escludere!
Cari amici, personalmente sono ghiotto di
agrumi. Sono buoni, saporiti, contengono vitamine e sali minerali: insomma una
vera e propria bomba energetica. Credo che il riservato posto d’onore,
assegnato a questa specie nella mitologia greca, fosse pienamente giustificato! Quanto ai frutti della "trasgressione", ricordiamoci che, anche Dante sosteneva che all'amore...mai si può dire di no!
Grazie amici dell’attenzione.
Mario
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