Oristano
8 Luglio 2014
Cari amici,
quando ho letto il
primo flash in rete, sono quasi saltato sulla sedia! La notizia era a dir poco
scioccante: presto negli Stati Uniti il primo dispositivo cerebrale per il
controllo delle emozioni. Capite cosa voglio dire? Impiantare nel cervello un
marchingegno capace di controllare le emozioni delle persone con problemi
psichici, ma certamente in grado di “condizionare” qualsiasi cervello, renderlo
succube di chicchessia. Credo che per un fatto del genere ci sia solo da
impallidire: in poche parole, pensiamoci, diventerebbe possibile togliere alla
persona la Sua ratio, la sua auto capacità di controllare il suo Io!
Il fatto poi, che a
gestire l’ambizioso progetto sia proprio il Dipartimento della Difesa
statunitense che, attraverso il Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa),
con finanziamenti di oltre 70 milioni di dollari, personalmente mi mette ancora
più paura. Ufficialmente lo scopo finale del progetto sarebbe quello di “curare”
i malati psichici, numerosi (quattro volte la media nazionale) tra i soldati reduci
dalle missioni. In sostanza, però, a molti sembra che lo studio in atto sia più
orientato a “creare” dei super soldati, ai quali verrebbe se non inibito,
almeno addomesticato il “libero arbitrio”. L’interesse del Dipartimento della
difesa degli USA è alto: certamente trovare soluzione ai tanti reduci che, al
rientro delle missioni, trovano grande difficoltà a reinserirsi nella società
civile è giusto; queste persone, condizionate dagli scenari di guerra che hanno
vissuto, restano devastate e condizionate dalle terribili esperienze e sono
spesso indotte a togliersi la vita.
Ogni giorno oltre 20
reduci di guerra USA si suicidano; questo dato è seriamente preoccupante e l’utilizzo
del nuovo mezzo potrebbe, forse, migliorare la situazione. Privando questi
soldati dalle loro reazioni naturali causate dal trauma subito, essi potrebbero
meglio reinserirsi nella Società, sostengono i responsabili della Difesa USA.
Considerati, però, i rischi altissimi di “uso improprio” di questa cura, la
prudenza è d’obbligo. A far parte del Team del progetto è
stato chiamato il ricercatore Jose Carmena (noto negli USA per aver
sperimentato il controllo mentale delle scimmie tramite dei computer,
impiantando degli elettrodi nel loro cervello), che ha ricevuto la somma di 70
milioni di dollari per studiare come leggere e controllare le emozioni delle
persone “malate”.
Il progetto è già in fase avanzata: l’Agenzia finanziatrice DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) risulta aver già stipulato due contratti con il Massachusetts General Hospital e la University of California di San Francisco, per la realizzazione di dispositivi che consentano di “curare” sette disturbi mentali tra cui la depressione, dipendenze e disturbi borderline.
Il progetto è già in fase avanzata: l’Agenzia finanziatrice DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) risulta aver già stipulato due contratti con il Massachusetts General Hospital e la University of California di San Francisco, per la realizzazione di dispositivi che consentano di “curare” sette disturbi mentali tra cui la depressione, dipendenze e disturbi borderline.
I gravi disturbi da cui
sono affetti i reduci di guerra degli Stati Uniti sono certamente un serio problema che non va sottovalutato ed è giusto che trovi una soluzione, ma in
questo progetto, però, non poche sono le perplessità che scaturiscono dall’eventuale
pieno successo di questo ipotizzato controllo mentale. Gli studi precedenti già
noti, portati avanti per la riduzione dell’attività conscia nell’esecuzione di
un compito (pensiamo alle tecniche per apprendere più velocemente, per
mantenere più a lungo l’attenzione o per togliere le ansie da prestazione), si
basano sull’inibizione della corteccia prefrontale, associata al pensiero
conscio; queste tecniche però, stiamo attenti, potrebbero essere impiegate
anche per mitigare o annullare la “coscienza”, per far agire in battaglia i soldati come
automi, privati scientificamente delle loro remore emotive.
Le nuove tecniche,
partendo da questi studi, hanno ulteriormente perfezionato il modo per “inibire la corteccia
prefrontale”, ottenendo risultati eccezionali, come dimostrato dall’esame dei
volontari sottoposti ai nuovi test. Quello che turba le nostre coscienze, cari
amici, è il fatto che la scienza stia cerando tecnicamente di modificare, “arbitrariamente”,
la dirittura morale dell’individuo! Pensare di modificare la coscienza di un soldato,
solo perché questa risulterebbe di ostacolo in combattimento, annullare la sua pietà
emotiva, intesa come principio morale
che guida le sue azioni, è qualcosa di aberrante che neanche il nazista Heinrich
Himmler avrebbe mai potuto concepire!
Mi viene il freddo a
pensare che, una volta perfezionata, una scoperta di questo genere potrebbe
entrare in possesso di una Organizzazione criminale mondiale che, praticando scientificamente
su larga scala il controllo mentale, potrebbe dare vita a una nuova Comunità umana,
totalmente soggetta ad un leader auto-proclamato, carismatico e dogmatico, che
pretenderebbe devozione totale e opererebbe esclusivamente per i suoi fini; il
mondo diventerebbe come un grande alveare al servizio di una terribile Ape
Regina!
Il controllo mentale
delle nostre azioni, cari amici, è qualcosa di meraviglioso che ci accompagna
fin dagli albori della nostra esistenza. E’ quel processo mentale di “libero
arbitrio” che Dio ha dato all’uomo perché, in piena libertà, metta in atto le
sue azioni quotidiane, buone o cattive che siano. Violare questo sistema è come
stravolgere la creazione, è come sostituirsi a Dio, giocando, senza competenze,
a fare i cattivi meccanici.
Riflettiamo seriamente:
i pericoli come quelli prima evidenziati sono reali, e possono davvero creare un mondo
da “Grande Fratello”!
Grazie amici, buon bagno
al mare, o dolce riposo in collina o montagna!
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