Oristano
19 Maggio 2014
Cari amici,
la Sardegna è terra
antica. Vero o favola che sia, l’Isola viene accreditata per essere l’ultimo
residuo di quella grande originaria zolla chiamata “Atlantide”. In una terra
antica come la nostra sono presenti praticamente
tutti i minerali: dal ferro al rame, dal piombo allo stagno, passando per tante
altre pietre e minerali come l’ossidiana, la bentonite, il basalto, l’arenaria e una
miriade d'altro, compreso l’oro e l'argento. Molti di Voi certamente ricorderanno la
famosa “corsa all’oro”, portata avanti negli anni ’90 in Sardegna da una
società australiana, che creò all'uopo la “Sardinia Gold Mining” per
cercare ed estrarre l’oro dalle colline di S. Miali, in territorio di Furtei (Furtei è un modesto centro di poco meno
di 1.700 abitanti, a vocazione agricola, ubicato tra Cagliari e Oristano).
La società australiana
dalla
fine degli anni ’90 al 2008, ottenuta la concessione, ha sventrato in lungo e
in largo le colline di Furtei, promettendo prima lavoro e benessere, per poi
scappare via a gambe levate con i lingotti prodotti e lasciandoci in eredità un
territorio devastato, carico di veleni che dovranno essere bonificati, ora, a
carico dei contribuenti sardi. La scarsa e precaria attività lavorativa creata possiamo
considerarla nulla, rispetto al “pazzesco” onere della bonifica del territorio,
che costerà ai sardi moltissimo: l’ultima stima parla di almeno 16 milioni di
euro.
Dell’oro in salsa sarda
non era la prima volta che si era discusso in Sardegna, prima di questa
avventura. Negli anni ’80, presidente Mario Melis, a seguito degli studi condotti
dall’Università di Cagliari, si fecero i primi esperimenti, saggiando i
territori. La corsa all’oro vera e propria, però, cominciò nel 1988 con la
costituzione di una joint venture tra la Progemisa (Prospezioni Geologiche
Sarde) e l’AGIP, attraverso la sua consociata SIM (Società Italiana Miniere),
con sede a Monte Agruxau (Iglesias).
Solo nel 1997 la Sardinia Gold Mining
(SGM) S.p.A., società nata da un accordo tra la Progemisa e le Australiane Mediterranean
Gold Mines PTY Ltd (MGM) ed Euro Minino PTY Ltd (EM), iniziò la produzione
sfornando il primo lingotto d’oro. Il sogno dell’oro, però, poco tempo dopo si
infrange: in dieci anni di scavi erano state estratte cinque tonnellate d’oro,
sei d’argento e quindicimila di rame. Il progetto presentato dalla società per
l’allargamento della coltivazione del giacimento trovò non poche resistenze da
parte degli ambientalisti e nel 2008 fu definitivamente bocciato dalla Regione.
L’attività estrattiva iniziò prima a rallentare poi si fermò del tutto. La
Società alla fine, il 5 marzo 2009, venne dichiarata fallita. Oggi a ricordare la
breve avventura restano la terribile devastazione del territorio e un micidiale cocktail
a base di sostanze letali.
Dopo la fuga dei
responsabili della Società, ora i cancelli della miniera sono
sprangati e i 39 dipendenti rimasti, dopo quasi 2 anni di cassa integrazione,
sono in carico all’Igea, società in “house” della Regione. Della precedente
attività resta, a cielo aperto, un grosso bacino di fanghi con cianuro, alcuni vuoti di cava
colmi di acque meteoriche, diventate acide e multicolori per la presenza di
svariati metalli e le ormai fatiscenti strutture di un impianto di trattamento.
Tutto intorno, a fare da contorno, oltre al silenzio, i resti di precedenti
attività estrattive per caolino, a rimarcare la vocazione mineraria dell’area
già dagli anni ’50.
«La storia della
miniera di Furtei in Sardegna assomiglia in modo drammatico a quella delle
miniere in Africa o Guatemala: si sono presi l’oro e poi sono scappati
lasciandosi alle spalle solo il cianuro e l’inquinamento». È di grande impatto,
non solo emotivo, il parallelo con cui il co-portavoce dei Verdi, Angelo
Bonelli, descrive l’ex miniera di Furtei.
Un luogo che, è importante
sottolinearlo, si trova a poche centinaia di metri dal grosso invaso d’acqua ancora
oggi in uso. «Siamo estremamente preoccupati per il lago di
cianuro, mercurio e piombo nella miniera della Sardinia Gold Mining che è a
circa 200 metri dall’invaso di Sa Forada de S’Acqua – precisa Bonelli – Nella
miniera della Sardinia Gold Miners dal 1997 al 2008 sono state estratte 5
tonnellate di oro ottenute utilizzando 50 tonnellate di cianuro e di mercurio
che non solo hanno inquinato l’ambiente ma che rappresentano un rischio
fortissimo per la salute dei cittadini».
L’uomo politico che
conosce bene la Società “Sardinia Gold Miners” è l’ex Presidente della Regione
Sardegna Ugo Cappellacci, che è stato Presidente,
dal 2001 al 2003, della Società mineraria ora fallita e scappata via. Possibile
che non si rendesse conto della bomba ecologica che si stava costruendo, giorno
dopo giorno, a Furtei? Eppure l’andamento societario avrebbe dovuto conoscerlo
molto bene, da commercialista qual è. Attività la sua, in quest’Azienda, anche
ben remunerata: risulta che tra il 2001 e il 2002, Ugo Cappellacci ha incassato,
in qualità di Presidente della ‘Sardinia Gold Mining’, oltre 215mila euro. Neanche
poco, a ben pensare.
Oggi, cari amici, la
Sardegna non fa che piangere sui disastri che la mala politica di una
industrializzazione dell’Isola mai cercata ma solo imposta ha creato: ci basti
pensare alle industrie di Portovesme, ai veleni di Porto Torres, al deserto
industriale di Ottana, passando per Porto Torres, solo per citarne alcuni.
In tempo di ristrettezze come
quelle che stiamo attraversando non è neanche ipotizzabile che si trovino
denari per riparare i danni fatti, considerato che mancano anche quelli
indispensabili per creare nuova occupazione e tamponare, dando un po’ di
ossigeno, alle tante attività che una dietro l’altra, di giorno in giorno,
chiudono i battenti. La fiducia nella politica è ormai arrivata ad un punto
così basso da sconfinare nel populismo più esasperato. Lo toccheremo con mano
proprio in questo mese con le elezioni europee: a parte l’astensionismo, che
immagino massiccio, credo che i partiti importanti verranno penalizzati alla grande,
con una ipotetica concentrazione di voti sul grande movimento di protesta qual
è il Movimento 5 Stelle.
Credo che dovremo
riflettere tutti con grande serietà. Spesso il malcontento porta a scelte
sconsiderate, scelte che potrebbero risultare addirittura irreversibili per la
sorte della nostra democrazia. Credo che, a prescindere dalle difficili
soluzioni, il futuro presenti grandi e preoccupanti incognite.
Grazie, amici, della
Vostra attenzione.
Mario
5 commenti:
In Sardegna in quella miniera si trova sempre l'oro, ultima pepita (Gennaio 2019) da 106gr dopo 9ore di ricerca più 13gr "setacciati", con tanta pazienza c'è sempre oro anche se il territorio e stato violentato e abbandonato senza fare nessuna bonifica! 😠
Ci si può andare a cercare col settaccio liberamente?
Secondo me no perche e passata alla regione e solo la reggione puo dare il permesso ma sara dificile dopo quello che e sucesso
E come hai setacciato se è chiusa??
Ma come e dove sei riuscito a setacciare se è tutto chiuso
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