martedì, maggio 20, 2014

LE MEDUSE: DA FASTIDIOSO PROBLEMA “URTICANTE” A IMPORTANTE FONTE DI CIBO PER IL FUTURO! ECCO COSA SOSTENGONO GLI ULTIMI STUDI SUL MARE CHE LE CONSIDERANO UNA GRANDE RISERVA ALIMENTARE.



Oristano 20 Maggio 2014
Cari amici,
personalmente devo dirvi che quando ho letto la notizia sono un po’ saltato sulla sedia: io che non  sopporto proprio le meduse, anche quelle piccole delle nostre spiagge,  perché da ragazzo sono stato ben urticato dai loro tentacoli, mai avrei pensato che in un futuro abbastanza prossimo esse sarebbero diventate una importante fonte di cibo per l’umanità. Dopo aver letto la notizia ho cercato di approfondire, documentandomi meglio, e scoprendo che ben presto le meduse diventeranno protagoniste della nostra tavola! Ecco, cari amici, le motivazioni di questa storica svolta.
La ragione principale della svolta alimentare per le meduse deriva dal costante impoverimento dei nostri mari: l’antica ricchezza che per secoli li annoverava come inestinguibile risorsa di cibo ha, ormai, lasciato posto ad un mare sempre più vuoto e depredato, dove gli spazi lasciati dalle specie che ormai si riproducono con difficoltà, o che addirittura stanno per scomparire, vengono coperti da altre specie, come ad esempio le meduse. E’ avvenuta la rottura di quella perfetta “catena alimentare”, naturalmente selezionatasi nei millenni, che l’uomo ha sconvolto e che cerca, ora, di trovare un nuovo equilibrio. Andiamo però con ordine, e vediamo innanzitutto come nasce il problema. Le meduse si alimentano principalmente dei piccoli animaletti del plancton, le stesse prede che mangiano i pesci piccoli o giovanissimi. Inoltre, diverse specie di pesci nella loro fase adulta, mangiano in abbondanza anche le meduse, mentre queste, a loro volta, possono nutrirsi di piccoli pesci o di uova di pesce. La catena alimentare del mare è un sistema in perfetto equilibrio: le migliaia di specie che lo popolano si “regolano a vicenda” in modo armonico. Ma se noi turbiamo questo equilibrio, riducendo fortemente il numero di alcune specie di pesci con una pesca eccessiva, le specie rimaste, non più in equilibrio tra loro, si moltiplicheranno in maniera anomala, come sta succedendo in molte parti del mondo  con le meduse, che continueranno a prendere il posto lasciato libero dalle specie divenute minoritarie.

A questa particolare situazione di squilibrio stiamo assistendo ormai da tempo: rotto l’equilibrio, le meduse tenderanno ad aumentare ancora di numero e ad avere periodici abbondanti picchi di riproduzione. La rottura degli equilibri degli ecosistemi, consolidatisi nei millenni, è sempre stato un problema; nel caso, però, in cui sia stato l’uomo la causa della turbativa, è suo compito trovare anche la soluzione. Nella vicenda della anomala riproduzione delle meduse la FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) ha pubblicato la scorsa primavera un documento dettagliato nel quale, prendendo atto del danno fatto dall’uomo all’ecosistema, lo invita anche a rimediare, dicendo: “Se non puoi combatterle… mangiale!”. Il rapporto FAO, un documento lungo oltre 60 pagine, racconta delle sempre più frequenti e abbondanti “fioriture” di meduse nel Mediterraneo e dei danni che queste possono provocare ai diversi livelli; di conseguenza suggerisce anche i possibili rimedi e come metterli in atto, tra cui, appunto, l’idea di trasformare le meduse in cibo.
Quest’idea, se vogliamo, non è neanche tanto nuova e rivoluzionaria, dal momento che la pesca delle meduse, sul mercato orientale, è in uso da lungo tempo; pesca che ha già un elevato valore commerciale di parecchi miliardi di dollari: solo il Giappone, ogni anno, ne importa per oltre 25 milioni di dollari. Nella cultura alimentare orientale la domanda di meduse da mangiare è talmente elevata che si deve ricorrere all’allevamento, nel senso che non se ne pescano abbastanza per soddisfare tutti! Stante tutto questo, cari amici, non è poi così temerario pensare di adottare le meduse anche nella nostra cucina occidentale. Ecco un esempio che può chiarire e convincere. Avete presente la medusa quadrifoglio? Quella che in primavera è presente in gran numero anche nelle nostre acque e che in Adriatico si spiaggia numerosa proprio ai primi caldi primaverili? E’ questa una medusa non troppo grande, con il disegno di quattro cerchi sul “dorso”, cioè sul mantello, da cui il nome quadrifoglio (gli inglesi la chiamano medusa luna, o medusa “a otto”). Da tener presente che, tra l'altro, è anche una specie non urticante. Bene, sappiate allora che questa qualità viene servita sulle tavole cinesi da più di mille anni, pescata con profitto nelle acque dell’Oceano Indiano e del Pacifico nord-occidentale! Perché non dovremo mangiarla anche noi? Credo che esista solo un problema di natura psicologica, una barriera che è necessario “superare”, quella dell’abitudine, che ci porta a evitare il consumo di cibi non consuetudinari, che non fanno parte della nostra cultura alimentare.
Nel mercato orientale, da secoli avvezzo alle meduse come fonte di cibo, sono 4 o 5 le specie commestibili apprezzate; la parte da leone è svolta dalla Rhopilema esculentum, una grossa medusa, tra l’altro usata anche per scopi medicinali, come cura per la pressione alta e le bronchiti. Un’insalata di meduse è considerata una delicatezza nella cucina asiatica. Al gusto la sua consistenza è gommosa e, di norma, viene cucinata con salsa di soia o olio di sesamo. La medusa è apprezzata anche per l’elevato contenuto di proteine e collagene, tenendo presente che è anche priva di colesterolo, calorie e grassi saturi. La naturale ritrosia di noi occidentali verso un piatto a base di meduse sta, tuttavia, lentamente lasciando spazio al consumo di questi animali: è in crescita per esempio negli Stati Uniti, in Australia e nel Regno Unito. Il mercato alimentare occidentale si sta orientando sempre di più verso prodotti più o meno “salutisti”; da questo punto di vista le meduse sono perfette, essendo costituite dal 95% di acqua e da proteine e per la totale assenza di grassi. Inoltre, alcune proprietà medicamentose sono state scientificamente provate, come gli effetti sulla pressione arteriosa e per la cura dell’artrite.
Cari amici, se sono riuscito a stimolare la Vostra curiosità sappiate che le meduse si trovano già in vendita anche in Italia, confezionate in sacchettini dal nome accattivante di “Istant natural jellyfish”, sottotitolo “Meduse in salamoia”. Dentro al sacchetto troviamo delle bustine che contengono salsa di soia, dado granulare, olio piccante, e ovviamente le meduse stesse, che però vanno lasciate a mollo circa un’ora in acqua fresca prima di essere consumate. Se pensate al rischio di assaggiare qualcosa di viscido e gelatinoso vi sbagliate: le uniche parti della medusa che si mangiano sono i tentacoli orali non urticanti e la parte inferiore dell’ombrello. Inoltre, la loro preparazione ha richiesto diversi passaggi in salamoia, con tempi che arrivano anche a 20-40 giorni, e i cui segreti i cinesi si guardano bene dal rivelare.
Non vi fidate ancora? Allora fidatevi di un grande chef, ad esempio del pluripremiato Gennaro Esposito. 
Questi, in occasione della manifestazione di Marevivo, “La Tavola blu”, presentata a Maggio dello scorso anno a Roma, ha cucinato una bella scodella di meduse con una ricetta di sua invenzione, in cui ha servito i gelatinosi animali in un letto di pesto alla genovese, con guarnizione di mozzarelle di bufala, piatto abbastanza apprezzato. Stravagante direte Voi? Forse!
La cosa più importante però, cari amici, sulla necessità di utilizzo delle meduse nell’alimentazione, è la ragione di fondo, chiaramente espressa dalla FAO:  “Se non puoi combatterle… mangiale!”. Di meduse, ormai, ce ne sono troppe nel mare, quindi, peschiamole, cuciniamole e mangiamole. La sfida è proprio quella di togliere ciò che nel mare ormai è in eccesso e che rischia di alterarne l’ecosistema; farlo inserendo le meduse nella nostra alimentazione, trovando i giusti ingredienti con una ricetta originale, è senz’altro un ottimo sistema; l'obiettivo vero, è quello di contribuire a ricreare quell'equilibrio che gli uomini hanno fatto saltare: invece di buttarle via, le meduse possono diventare un piatto prelibato nutrendo gli uomini e tutelando il mare, proprio come proposto dalla FAO!
Che dite, amici, cominciamo anche noi? Proviamoci, e…Buon Appetito!
Ciao.
Mario

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