Oristano
22 Maggio 2014
Cari amici,
Il sistema di “Car
Sharing”, la condivisione dell’auto nelle città, ormai incredibilmente intasate
di traffico, non è una novità in assoluto, ma al giorno d’oggi sta diventando
una realtà necessaria, con un futuro tutto da costruire. L’uso
dell’automobile privata nelle città, lo sappiamo, comporta costi sociali
elevati: basti pensare al costante aumento dell’inquinamento, ai danni alla
salute, allo spazio pubblico sempre maggiore da riservare ai parcheggi delle auto, senza
dimenticare oltre la spesa, il tempo perso negli ingorghi ed in mezzo al
traffico. Una delle possibili soluzioni al caotico intasamento delle città è
sicuramente il trasporto pubblico, che però è caratterizzato da una ridotta
flessibilità, in quanto le tempistiche ed i tragitti sono stabiliti a priori, e,
per le necessità di oggi, che richiedono alle persone che lavorano tempi sempre
più ristretti, poco funzionali e appetibili.
L’alternativa al trasporto
pubblico, che invoglia maggiormente a lasciare a casa l’ingombrante auto
privata, è Il “Car Sharing” (termine
inglese che significa condivisione dell’auto), che pur avviato inizialmente dalle
Amministrazioni delle grandi città ha avuto maggior impulso e successo attraverso
i partner privati, concessionari dell’Ente pubblico. Gli utenti interessati a
questo servizio, in genere dopo aver pagato un abbonamento, possono utilizzare
delle auto poste a disposizione in vari punti delle città e pagare per i
chilometri effettivamente percorsi o per il tempo impiegato, a seconda della
tariffa scelta/offerta. Al termine dell’utilizzo l’auto può essere riportata al
parcheggio in cui è stata prelevata o in un altro parcheggio della rete.
Le prime esperienze di
questo nuovo servizio sono apparse in Europa negli anni ’80, mentre in Italia
solo nel 1998 il Governo ha promosso delle iniziative per la diffusione del Car
Sharing, attraverso l’ICS-Iniziativa Car
Sharing, a cui fu demandato il compito di fornire un supporto concreto per
l'avvio del servizio nelle varie città che man mano avrebbero aderito
all'Iniziativa. Successivamente, ad espletare questo utile servizio, si sono dimostrate
interessate e disponibili diverse società private, affiancandosi prima ed
entrando anche in competizione poi, con i servizi proposti direttamente dai
Comuni. Per incentivarne l’uso alcuni concessionari di questi servizi offrono
interessanti innovazioni: come la possibilità di lasciare l’auto in qualunque
punto della città: demandando al gestore, poi, il compito di recuperare l’auto,
grazie ai sistemi GPS, che consentono di individuare in tempi brevi l’auto e
riportarla al parcheggio più vicino.
Oggi possiamo già dire
che questo “nuovo sistema” di circolazione cittadina, con auto condivise, ha
conquistato gli italiani. Con l'ingresso degli operatori
privati i servizi di noleggio a breve termine con tariffazione al minuto stanno
conoscendo un successo importante, con migliaia d'iscrizioni di utenti che si
definiscono soddisfatti dalla soluzione
all-inclusive; gli unici a dichiararsi preoccupati sono i tassisti, che
temono per il proprio lavoro, mentre i Comuni possono già sorridere all’idea di
un futuro senza più code ed ingorghi causati dalla presenza massiccia di
autovetture private, usate anche da chi potrebbe farne a meno. Il successo dell’iniziativa
anche ora è già notevole: l’Ansa ha già rilevato dati che ne attestano il
gradimento e che dimostrano il crescente interesse. Nel 2009 gli utenti
iscritti ai servizi di Car-Sharing erano 17.900. Nel 2013 il loro numero è
salito a circa 90.000. Un aumento vertiginoso che si giustifica con la
difficoltà sempre crescente di coniugare mobilità privata, risparmio e flessibilità.
In Italia oggi le zone a traffico limitato vietate alle auto private sono 103.
Praticamente ogni capoluogo di provincia ne ha una. Un numero importante, il
più alto d’Europa. Un dato che certifica i problemi di co-abitazione tra
automobili private e centri urbani e che ha trovato nel “noleggio auto a
brevissimo termine” la soluzione che sembra accontentare anche i cittadini.
Il servizio di Car
Sharing, infatti, offre a chi lo utilizza vantaggi assolutamente insperati. Sia
le auto messe a disposizione dal Comune che quelle private che gestiscono il
servizio in concessione, consentono agli utilizzatori il passaggio in Area C, il
parcheggio sulle strisce blu a pagamento e su quelle gialle per residenti,
senza pensare al fastidioso reperimento delle monete ed alle conseguenti
perdite di tempo. Il gradimento del servizio offerto è evidente: solo a Milano,
città pioniera (servizio attivo già nel 2001), oggi troviamo poco meno 100.000
utenti; 7.000 utilizzano il servizio offerto dall’ATM (Guida Mi), 50.000 utilizzano
Car2Go (servizio privato proposto dalla Daimler in numerose città del mondo) e
40.000 quello di Enjoy, ultimo arrivato, gestito da ENI in collaborazione con
Fiat Chrysler Automobiles e Trenitalia. Enjoy dopo pochi mesi dal debutto
milanese si prepara a sbarcare anche a Roma, Torino e Firenze. Nelle altre
città oggi sono oltre 15.000 gli utenti abbonati ai servizi di Car Sharing
monitorati dall’ICS: Bologna, Brescia, Firenze, Genova e Savona, Padova,
Palermo, Parma, Roma, Torino e Venezia. A queste si deve aggiungere Trento,
Reggio Emilia (che ha messo in atto un eco noleggio e Car Sharing di micro-bus
e auto elettriche) e Cagliari. Sono
ancora pochi gli utenti a Napoli, dove il servizio è offerto da una società
privata che utilizza solamente auto elettriche.
Cari amici, il Car Sharing
credo sia una iniziativa valida e da far crescere ancora: in molte città ha
permesso di ridurre realmente il numero di auto in circolazione, migliorandone la vivibilità. Il
risparmio, rispetto all’uso della propria auto, è evidente: gli utenti che
utilizzano poco l’auto privata sono quelli che ottengono i maggiori benefici
dall'uso del Car Sharing, in quanto possono risparmiare i costi fissi dell’auto
(bollo, assicurazione, manutenzione) e quelli del carburante, a fronte di pochi chilometri percorsi.
Inoltre, gli utenti del servizio possono usufruire di altri vantaggi che variano da
città a città, come poter parcheggiare gratuitamente nei parcheggi a pagamento,
entrare nelle aree sottoposte a regolamentazione e utilizzare anche le corsie
preferenziali degli autobus. In alcune città esiste pure un bonus rottamazione che permette di
ottenere gratuitamente o a prezzi di favore l'abbonamento al servizio di Car Sharing.
Passate le perplessità
iniziali (gli italiani sono troppo affezionati alla propria auto) il business
dell’auto “condivisa” continua a crescere. Secondo le previsioni nel 2020 i
clienti dei servizi di Car-Sharing italiano saranno circa 500.000, mentre le
case automobilistiche aumentano gli investimenti sul settore, puntando sull’ulteriore
successo dell’iniziativa. Si stima che, sempre nel 2020, il giro d’affari legato
al mondo del Car Sharing arriverà a 6,3 miliardi di euro contro un valore
attuale di un miliardo. Questo business è ambito anche dai grandi gruppi come
Fiat, Daimler, Bmw, Volkswagen e Toyota, che hanno deciso di entrare nel
settore. Non solo. Per i privati il settore rappresenta un’opportunità di crescita
importante. L'unica reale pecca del sistema in Italia è il numero ancora
ridotto di auto elettriche o ibride utilizzate: speriamo a breve di vedere un
servizio condiviso ma anche molto più ecocompatibile. A me questo nuovo sistema
piace molto e a Voi?
Grazie, amici,
dell’attenzione che continuate a dedicarmi.
Mario
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