Oristano
25 Maggio 2014
Cari amici,
la Terra Santa, il
luogo che ha visto la nascita e la morte del nostro Redentore Gesù Cristo, è
stata la culla delle tre religioni monoteiste della storia umana: Ebrei, Cristiani
e Musulmani; tre fedi religiose che condividono, spesso non proprio pacificamente, la terra che, per
ognuna di esse, dovrebbe essere di esclusiva appartenenza. Nella mia seconda
tesi universitaria ho voluto anch’io, nel mio piccolo, affrontare il problema
della difficile convivenza religiosa in Palestina, in particolare a
Gerusalemme, tant’è che il titolo del mio lavoro era proprio: “Passa da Gerusalemme la via della Pace?”.
Il tempo passa, ma nonostante gli innumerevoli tentativi di avvicinamento fatti,
le differenziazioni tra le tre religioni permangono e nessuna delle tre sembra
disponibile a confrontarsi in modo pacifico con le altre, non tanto per cercare
di unificare il proprio credo a quello degli altri, ma almeno per trovare una
via di pacifica e leale convivenza! E pensare che proprio in quella terra, la
Palestina, le tre religioni riconoscono e venerano lo stesso identico, unico e
vero Dio.
Dopo secoli di totale
incomunicabilità, negli anni Sessanta del secolo scorso la Chiesa di Roma
iniziò, con Paolo VI il primo tentativo di dialogo con le altre fedi, recandosi
in Terra Santa. Paolo VI e il Patriarca Atenagora si
videro la sera del 5 gennaio 1964 nella residenza della delegazione apostolica
di Gerusalemme. Nello stesso luogo, oggi Domenica 25 Maggio 2014, ci sarà
l'abbraccio tra Papa Francesco e il patriarca Bartolomeo, che avrà poi un
seguito nella Basilica del Santo Sepolcro. L'incontro di mezzo secolo fa cambiò
i rapporti con quella parte dell'ortodossia che fa capo al Patriarcato di
Costantinopoli. Oggi, a differenza degli incontri di mezzo secolo fa fatti da
Paolo VI, Papa Francesco, cercherà un dialogo più aperto, franco e profondo, non
solo nei confronti delle Chiese
Cristiane separate, ma anche con i capi delle altre due fedi religiose, Ebrei e
Musulmani.
Il nuovo viaggio in Medio
Oriente, effettuato da Papa Francesco, è iniziato ufficialmente, ieri 24
Maggio, con la prima tappa in Giordania. Dopo l’arrivo all’aeroporto di Amman,
il Pontefice ha incontrato il Re Abdullah II e la regina Rania, celebrando poi
la Santa Messa nell’International Stadium. A seguire la visita a Bethany beyond the Jordan, il fiume Giordano,
dove secondo la tradizione San Giovanni battezzò Gesù. Le prime parole di saluto
al Suo arrivo in Giordania Papa Francesco le ha volute rivolgere ai credenti
dell’Islam: «Voglio rinnovare - ha detto - il mio profondo rispetto e la mia
stima per la Comunità Musulmana». Lo ha fatto nel discorso al Palazzo Reale,
manifestando anche «apprezzamento per il ruolo di guida svolto dal re Abdullah
II nel promuovere una più adeguata comprensione delle virtù proclamate
dall’Islam e la serena convivenza tra i fedeli delle diverse religioni».
«Esprimo - ha aggiunto Bergoglio - riconoscenza alla Giordania per aver
incoraggiato diverse importanti iniziative a favore del dialogo interreligioso
per la promozione della comprensione tra Ebrei, Cristiani e Musulmani, tra le
quali quella del Messaggio Interreligioso di Amman e per aver promosso in seno
all’Onu la celebrazione annuale della Settimana di Armonia tra le Religioni».
La pace in Siria, la
soluzione del conflitto tra Israele e la Palestina, la convivenza fra le
diverse religioni, questi i temi affrontati da Francesco ad Amman, temi che
certamente verranno affrontati anche a Gerusalemme oggi e domani. Il Suo è un
viaggio di speranza, un ulteriore tentativo di dialogo: una voce forte che, Lui
per primo, si augura non sia “una voce
nel deserto”, ma una voce sincera, ascoltata dagli altri con la stessa
sincerità con cui viene pronunciata. Il suo è un viaggio di pace, una certosina ricerca della pace la Sua,
quella pace che manca proprio nella terra dove è stata a lungo predicata da
Nostro Signore. Oggi e domani Papa Francesco, in un faticoso tour religioso e
politico allo stesso tempo, porterà il
suo pacifico pensiero di unione sia ai fratelli cristiani separati che a quelli
delle altre due religioni (Ebrei e Musulmani), in modo franco, sincero e leale,
come già dai primi discorsi dopo la Sua elezione ci ha abituati.
Oggi a Gerusalemme è in
calendario l’incontro privato con il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli
Bartolomeo I. A seguire la celebrazione ecumenica del 50° anniversario
dell’incontro a Gerusalemme tra Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora, nella
Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, dove Papa Francesco terrà un discorso
celebrativo. Cena con Patriarchi e Vescovi, e con il Seguito Papale al
Patriarcato Latino a Gerusalemme, dove pernotterà. Domani 26 Maggio Papa
Francesco dedicherà la giornata alle relazioni diplomatico-religiose con i
responsabili sia dei Musulmani che degli Ebrei.
Di primo mattino visita al Gran
Mufti di Gerusalemme, Muhammad Ahmad Hussein, nell’edificio del Gran Consiglio
sulla Spianata delle Moschee. A seguire la visita al Muro Occidentale a
Gerusalemme, con deposizione di una corona di fiori al Monte Herzl, sempre a
Gerusalemme. Visita, poi, a Yad Vashem a Gerusalemme, dove è previsto anche un Suo
discorso. Successivamente il protocollo prevede una “Visita di cortesia” ai due
Rabbini Capo (il Rabbino Capo sefardita Yosef Yitzhake il Rabbino Capo
ashkenazita David Lau), nel Centro Heichal Shlomo, nei pressi della Grande
Sinagoga di Gerusalemme.
Oltre gli incontri
prettamente religiosi anche quelli politici: Papa Francesco incontrerà il
Presidente dello Stato d’Israele, Shimon Peres, nel Palazzo Presidenziale a
Gerusalemme, dove terrà un discorso. A fine mattinata incontrerà anche, in
udienza privata, il Primo Ministro d’Israele Benjamin Netanyahu, nel Centro Notre Dame, sempre a Gerusalemme. Di
pomeriggio è in calendario un altro incontro con il Patriarca
Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, e vari altri incontri con gli esponenti
della Comunità Cristiana in Terra Santa e, a fine serata, la fine del
faticosissimo viaggio: il rientro in aereo a Roma.
Cari amici, credo molto
nella possibilità che questo faticoso ma stimolante viaggio fatto da Papa Bergoglio
in Terra Santa, possa portare frutti copiosi. Conoscendo la disponibilità, l‘amore,
ma anche la determinazione di Papa Francesco, credo che raggiungerà lo scopo
che Egli si è posto: quello del dialogo, della maggiore conoscenza, del
rispetto reciproco, della tolleranza. Non solo. Credo fermamente che il
Signore, di cui Egli è degno rappresentante in questa terra, certamente lo
guiderà e Gli darà tutto l’aiuto necessario. Io lo spero e, da cristiano, ne
sono pienamente convinto.
Grazie, amici, credo
che lo speriate anche Voi.
Mario
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