Oristano
21 Maggio 2014
Cari amici,
non so quanti di Voi
sappiano che la Sardegna, terra antica dove si trova praticamente la gran parte
dei minerali esistenti sulla terra, anche quelli rari, dentro le sue viscere possiede
anche una buona quantità di un minerale particolare: la “Perlite”. Per quelli
che questo materiale poco lo conoscono, ecco una scheda che ne evidenzia le
qualità, prima di parlare dei suoi mancati utilizzi in Sardegna.
La perlite è una roccia
vulcanica della famiglia delle rioliti e daciti. Si presenta in natura variamente
colorata, mentre, nella forma espansa, è di colore bianco.
Questo minerale
possiede l'eccezionale capacità di espandersi sino a 20 volte il suo volume
originario quando è immessa in particolari forni alla temperatura di
850°/1000°C. Sotto l'effetto del calore l'acqua contenuta nel granulo si
trasforma in vapore, gonfiando le pareti vetrose circostanti diventate plastiche
e provocando il notevole aumento del volume del granulo stesso. Tale processo
determina la formazione delle micro cavità all'interno che conferiscono alla
perlite espansa la sua straordinaria leggerezza: ha una densità compresa tra i
35 e i 100 kg a metro cubo) e quindi un eccezionale potere isolante: con una
densità di 100 kg a mc e a 4°, la conduttività della perlite espansa è di 0,042
W/mK, valore inferiore rispetto a quello registrato a 24°, pari a 0,05. Quindi
con l’abbassarsi della temperatura migliorano le sue caratteristiche di termo
isolamento ed il suo grande potere isolante. Data la sua origine minerale è incombustibile
e imputrescibile. Considerato che il processo di espansione a cui è sottoposta
è irreversibile, di conseguenza il prodotto mantiene inalterate nel tempo le
sue interessanti caratteristiche.
Proprio per la sua
derivazione da roccia vulcanica, la perlite esposta al fuoco non brucia. Gran
parte dei materiali perlitici sono utilizzati industrialmente nella forma
espansa: oltre al basso peso specifico, le altre principali proprietà fisiche
sono:
1) bassa conducibilità termica;
2) alta resistenza alla fiamma e al calore;
3) inerzia chimica;
4) alta capacità di assorbimento del suono;
5) capacità di
assorbimento dell'acqua.
Proprio grazie alla sua
alta capacità di assorbimento e di rilascio di liquidi è particolarmente adatta
per l’arricchimento del suoli in agricoltura, nei quali aumenta la porosità,
assicura la ventilazione delle radici e ne facilita la crescita, favorendo il
drenaggio e lo scambio termico, sia in estate che in inverno. Risulta inoltre ottima per
fabbricare prodotti isolanti per l’industria e come componente in manufatti per
l’edilizia. Tre utilizzi (Agricoltura, Industria e Edilizia)
che fanno delle Perlite un materiale prezioso e della zona di produzione un
territorio capace di dare lavoro e benessere. Chissà perché in Sardegna, diremo
noi, tutto questo però non avviene! Ecco, per fare un esempio, quello che
succede a Morgongiori, un paese ai piedi del Monte Arci, dove da anni esiste
una grossa cava di Perlite, che di benessere, cari amici poco ne ha portato, né
al paese né ai suoi abitanti.
Il Monte Arci è un modesto
rilievo vulcanico di età Plio-Pleistocenica formato da rocce riolitiche (le più
antiche), andesitiche, trachitiche e rocce basaltiche (le più recenti)
originatesi circa 4 milioni di anni fa. Questo Monte era conosciuto dall’uomo fin
dal Neolitico, per i suoi giacimenti di ossidiana, la quale veniva utilizzata e
commercializzata con gli altri popoli del Mediterraneo. Il
sito estrattivo di Monte Sparau è ubicato nella falda occidentale del Monte
Arci, in territorio di Morgongiori, ed è facilmente raggiungibile, percorrendo
la strada statale n° 131 che da Cagliari conduce ad Oristano ed imboccando al
km 70,400 sul lato destro la strada di penetrazione agraria che conduce al
sito. Nel 1982 il sito estrattivo era di proprietà della Società Perlite Spa,
la quale realizzò anche un impianto di macinazione in località Torregrande
(Oristano). Ora la concessione è di proprietà della Ditta Sarda Perliti s.r.l.
che si dedica all'estrazione del materiale perlitico. Il materiale viene
asportato meccanicamente dalla roccia in posto e, attraverso mezzi meccanici,
trasportato alla bocca del frantoio primario, in cui avviene la prima riduzione
di dimensione.
In tutti questi anni
(la cava di Perlite era discretamente attiva anche prima degli anni ’80 del
secolo scorso) cosa ha guadagnato Morgongiori dalle migliaia di tonnellate
estratta dalle viscere del suo territorio e trasportata con grandi cortei di
camion nella Penisola, dove veniva lavorata e dove, principalmente, restava il
valore aggiunto di un prodotto così prezioso? Poco e niente. Negli anni
precedenti il 1980 (in particolare dal 1975 al 1979) ero Direttore del Banco di
Sardegna di Ales. Quando, con la chiusura delle Esattorie il Banco subentrò
nella gestione delle Tesorerie comunali, anche quella di Morgongiori fu
amministrata dal Banco. Posso dirvi che gli introiti dell’Ente Comune di
Morgongiori erano assolutamente irrisori, rispetto al valore della produzione
che annualmente veniva estratta e portata via. Non solo. Il continuo
andirivieni dei camion che trasportavano il materiale trasformava le strade del
territorio in “mulattiere”, piene di buche ed avvallamenti per i carichi
eccessivi dei mezzi meccanici. Alla fine, per il Comune, erano più le spese
per la riparazione dei danni arrecati alle strade che gli introiti ricavati dalla concessione.
Cari
amici, credo sia inutile possedere beni anche importanti se, poi, chi li ha non è in
grado di farli fruttare. Possibile che non si sia mai cercato di chiedere con
forza che a Morgongiori fosse costruito almeno uno stabilimento per la
produzione di perlite espansa? Forse costruire uno stabilimento di isolatori
per l’industria sarebbe stato più difficile, ma tenersi almeno "nella via di
mezzo" avrebbe consentito una maggiore occupazione e valore aggiunto che sarebbe
rimasto nell’Isola!
Le applicazioni della Perlite sono tantissime, anche attraverso
lavorazioni modeste. Nell’edilizia, per esempio: dal riempimento di
intercapedini murarie al termoisolamento di sottotetti, dai massetti di
pendenza e stratificazioni termoisolanti per coperture piane ai massetti
termoisolanti alleggeriti per solai di interpiano, dagli strati termoisolanti
per pavimentazioni al premiscelato per intonaci ed agli strati di isolamento per
ammortizzazione acustica; così come in agricoltura: dalle colture idroponiche alla creazione di prati
erbosi, dalla propagazione di piante tramite talee al vivaismo ed alla floricoltura.
Proprio
per questo io penso che in tutti questi anni questo prodotto, presente in
grande quantità, avrebbe potuto dare maggior benessere e lavoro al povero territorio
della Marmilla, che, invece, continua ad restare sempre più povero. L'amara considerazione è che nei secoli
la Sardegna continua ad essere “terra di conquista” per tanti, terra dove
continua da secoli la politica di rapina delle risorse, senza benefici autentici, senza creare occupazione e
benessere. Insomma, volenti o nolenti (come quando su questo blog ho parlato
della fallimentare corsa all’oro di Furtei), i “furbi” vengono, prelevano, e lasciano ai
sardi macerie e inquinamento!
Siamo
sicuri che non è tempo di smetterla? Riflettiamo seriamente…
Mario
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