Oristano
16 Maggio 2014
Cari amici, ieri nella
mia riflessione sulla figura del diplomatico, che affonda le sue radici nei
secoli, non ho potuto parlare anche dei “Consoli
Onorari”, figure che, pur svolgendo una funzione molto simile a quella dei
diplomatici di carriera, operano a “titolo
gratuito”, rappresentando – pur essendo cittadini italiani – altri Stati
che hanno intrapreso relazioni commerciali e turistiche con il nostro. Vediamo
meglio oggi la figura giuridica del Console, in particolare quello onorario.
La moderna figura
del Console che rappresenta in Italia uno stato straniero, pur
utilizzandone il termine, non ha niente a che vedere con quella dell'antico Console (Magistrato)
della Repubblica romana. La sua figura nasce infatti con i commercianti del Tardo Medioevo
e del Rinascimento, quando, con lo sviluppo dei mercati, vennero incaricati di “rappresentare”
la Madrepatria (con l’appellativo di "consules electi") nei
principali centri commerciali messi in piedi nelle diverse parti del mondo; essi avevano il compito di operare in
difesa delle Comunità che vi operavano. Uno dei primi ad utilizzarli fu il Comune di Firenze che, nel XIV secolo, al console eletto a Costantinopoli
dai mercanti fiorentini che operavano
in quella città, attribuì
il compito di “vigilare” affinché i privilegi loro
concessi dall'imperatore bizantino non venissero violati o disconosciuti. E', questo
riportato, il primo esempio di Console nel senso moderno del termine.
In epoca moderna lo sviluppo delle
necessarie relazioni tra Stati assunse, dopo la seconda guerra mondiale, il
massimo incremento, tanto che la quasi totalità degli Stati
indipendenti, in numero di 91, sottoscrissero il 24 aprile
1963, a
Vienna, la Convenzione delle Nazioni
Unite sulle Relazioni Consolari. II testo della
Convenzione (ratificata dall'Italia con Legge 9 agosto 1967, n.804), nelle sue
79 norme, divise in 3 parti, affronta: nella prima le "Relazioni Consolari
in generale", nella seconda le "Facilitazioni, i privilegi e le
immunità degli uffici consolari di carriera" e dei funzionari ivi operanti
e nella terza il "Regime applicabile agli uffici ed ai funzionari dei
Consolati Onorari". E’ in questa parte che si può avere una chiara visione
dei criteri che concorrono, a seconda dei casi, a identificare e a distinguere
la figura dei Consoli Onorari (consules electi) da quella dei Consoli di
Carriera (consules missi). Proprio da questa Convenzione scaturisce,
ben precisa, la figura del Console
Onorario: ben distinta da quella del
Console di Carriera, sotto l'aspetto del suo "Status consolare", molto simile
a quest'ultimo, invece, sotto l'aspetto della "Funzione consolare".
Differenza sostanziale
tra le due categorie, proprio lo
status consolare: mentre il Console di Carriera è
cittadino dello Stato inviante o rappresentato (Consul missus,
per ciò stesso Console inviato),
il Console Onorario, viceversa, è cittadino prescelto nello Stato di residenza (quindi Consul electus). Il fatto
che il Console Onorario non sia un cittadino straniero ma un nostro concittadino
non consente a quest’ultimo di godere dei molti privilegi attribuiti al Console
straniero. Il Console Onorario, infatti, oltre a non essere
remunerato, non è titolare dell'incolumità personale, non è esente dall'obbligo
di deporre come testimone sui fatti estranei alle sue funzioni, non gode dell’immunità
fiscale; non è ammesso al beneficio
della franchigia doganale; non è esonerato dal pagamento della tassa di
circolazione e da quella di
immatricolazione delle autovetture, anche se al servizio del proprio ufficio.
Quanto
alla funzione consolare, invece, identico resta lo spirito
con il quale questa viene svolta: sia i Consoli di Carriera che quelli Onorari
operano con la stessa precisa volontà di assistere e proteggere i cittadini
dello Stato di cui sono garanti, per ogni evenienza accaduta durante il loro
soggiorno nel territorio dello Stato ricevente. Identico anche, per entrambi, l'impegno
di promuovere i commerci tra l'uno e l'altro Stato, così come il proposito di
sviluppare le relazioni culturali tra i due Paesi.
Impegno non certo facile
quello di Console Onorario, tanto che il cittadino comune si chiede: ma
chi glielo fa fare a lavorare gratis e con tante responsabilità? La
risposta non è facile e non è così scontata, anche se, a ben pensarci, gli
stimoli non mancano. Chi accetta, o addirittura si candida a diventare Console
Onorario di un Paese che ha relazioni con il nostro è certamente un
professionista che, oltre la sua importante attività svolta, opera con un
grande spirito di servizio e con la propensione alle relazioni ed allo scambio
commerciale. Per meglio chiarire quest’aspetto osserviamo la situazione più
vicina a noi: quella della nostra Sardegna.
Nella nostra Isola sono
attivi 22 Consoli Onorari. Di questi 17 operano a Cagliari e rappresentano:
Belgio, Bielorussia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna,
Lesotho, Lituania, Malta, Monaco, Norvegia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Senegal,
Spagna, Svezia e Svizzera. Tra questi 22 Consoli Onorari ci sono spedizionieri,
avvocati, commercianti, ragionieri.
Uno di questi uomini è Salvatore Plaisant,
68 anni ben portati (è un caro amico rotariano del club di Cagliari Est),
titolare dell’omonima Agenzia marittima con oltre 170 anni di storia. Rappresenta
la Norvegia da oltre 30 anni (definisce Olaf “il mio re”) ed è il decano del Corpo
Consolare della Sardegna. Oltre Plaisant possiamo ricordare Giuseppe Carboni,
Console della Bielorussia, promotore della nobile iniziativa dei “Bambini di
Chernobyl, Gian Piero Sanna, Console di Monaco, che organizzò in Sardegna la
visita del Principe di Monaco. Tutti animati da un grande spirito di servizio.
Cari amici, l’Italia, a
differenza di molto Paesi stranieri non utilizza molto, all’estero, i Consoli
Onorari ma quelli di Carriera, ovvero diplomatici ben retribuiti e con l’ambizione
di diventare Ambasciatori. Questo è certamente, a mio avviso, un grande errore. La gestione delle nostre rappresentanze all’estero
è molto costosa e credo che, in tempi di spending review, si dovrebbe snellire –
anche di molto – la struttura consolare. Fermo il numero delle Ambasciate più
importanti, nei punti strategici del mondo, un buon numero di “Rappresentanze”,
invece, potrebbe essere riconvertita in Consolati Onorari, con un risparmio
sicuro e certamente di non poco conto. Oggi, in periodo di vacche magre, gli
sprechi vanno tagliati sul serio, sia nel nostro territorio che all’estero. Il
problema è che il verbo tagliare non
è mai facile da applicare, mentre aggiungere o aumentare, invece, sono verbi di
una semplicità applicativa enorme (…vedi le baby pensioni di cui abbiamo parlato pochi giorni fa) !
Grazie amici della
Vostra sempre gradita attenzione.
Mario
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