Oristano 2 Febbraio
2014
Cari amici,
il 2014, che tutti si
auguravano “anno della svolta”, continua a riservare non poche sorprese, evidenziando
situazioni, come l’ultima che ha riguardato il Presidente dell’INPS, Antonio
Mastrapasqua, al limite della decenza. Che la distribuzione della ricchezza nel
mondo non fosse poi così tanto equa è cosa da sempre risaputa, anche se in
tanti sembrano prodigarsi per cercare di diminuire l’enorme squilibrio tra
troppo ricchi e troppo poveri. Squilibrio che, nonostante tutto, anzichè
diminuire, continua imperterrito ad aumentare.
La recente indagine
della Banca d’Italia ha messo in evidenza che il 10% delle
famiglie italiane più ricche detiene il
46% del patrimonio nazionale. Il dato non costituisce certamente una
novità, anche se si ipotizzava una ancorché modesta diminuzione dello
squilibrio precedente; l’unica consolazione che ne possiamo ricavare è che nel
mondo esistono situazioni peggiori, se consideriamo che a livello planetario l’1%
della popolazione mondiale possiede il 46% della ricchezza totale, un dato che
parla da solo e che non abbisogna di commenti.
Si parla continuamente di
crisi, di caduta dei PIL a livello mondiale ma, andando a vedere e facendo le
debite somme, l’umanità non ha mai avuto
a disposizione così tanta ricchezza come oggi. E’ la disparità tra ricchi e
poveri che non ha mai raggiunto livelli così elevati. Secondo una ricerca della
banca svizzera “Credit Suisse”, la ricchezza globale negli ultimi dieci anni è
aumentata, nonostante la crisi economica che ha colpito il sistema
capitalistico, e nemmeno di poco: di circa il 68%, arrivando al record storico
di 241 miliardi di dollari. La parte del leone, sembra ovvio, la fanno gli
Stati Uniti, responsabili, da soli, di ben tre quarti di questo incremento. Negli
USA la ricchezza media di ogni cittadino adulto nel pianeta è salita a 51.600
dollari, anche se è sin troppo facile capire che anche tra gli americani esistono
disparità incommensurabili. In realtà il 10% della popolazione mondiale
possiede l’86% della ricchezza totale della terra, mentre l’1% di super ricconi
possiede oltre il 40%, ovvero quasi la metà, di tutta la ricchezza del globo. Cifre
da far paura.
Tornando al nostro Paese
la spietata fotografia scattata da Bankitalia
ha mostrato impietosamente i “buchi” sempre più grandi delle famiglie italiane.
Secondo Palazzo Koch, la ricchezza nazionale netta si è ulteriormente
impoverita: ha subito un ulteriore calo dello 0,7% a prezzi correnti e del 3,4%
in termini reali.
Cifre che fanno tornare indietro “l’orologio economico” delle
famiglie ai livelli di fine Anni Novanta. Ma quello che però sconcerta di più è
la distribuzione ancora più squilibrata: i pochi ricchi diventano sempre più
ricchi ed i poveri sempre più poveri, se pensiamo che alla fine del 2010 la
metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 9,4% della ricchezza totale
del Paese, mentre il 10% più ricco deteneva il 45,9% della ricchezza. Il
divario anziché diminuire, anche se lentamente, tende invece a salire ancora!
E’ in questo scenario
poco edificante che si innesta il recente caso che ha riguardato la famiglia di
un uomo che tutti gli italiani, per un motivo o per l’altro conoscono bene:
Antonio Mastrapasqua.
Mastrapasqua è il Presidente dell’INPS, l’Istituto che
amministra, ormai, la quasi totalità delle pensioni erogate agli italiani.
L’uomo è un commercialista di chiara fama, anche se, come scrive “Libero”,
la
laurea in Economia e commercio conseguita nel 1984 a La Sapienza fu ritenuta
falsa dalla giustizia italiana e quindi annullata. L’inghippo, se così si può
dire, derivò da alcuni esami “dichiarati sostenuti” e che, invece, vennero
comprati con la complicità di alcuni bidelli. Per questo reato di falsità
ideologica l’attuale Presidente dell'Inps fu condannato a dieci mesi di carcere.
Lui ha ammesso quanto scritto da Libero, ma sostenendo di essere stato
"riabilitato" dal Tribunale di Sorveglianza e questo lo rendeva di nuovo "pulito", come se non
fosse mai stato condannato, aggiungendo anche di aver chiesto al senato
accademico di potersi laureare di nuovo. Certamente tutto vero, anche se, a
prescindere da tutto una certa opacità rimane, considerata sopratutto l’alta
responsabilità di una posizione così apicale ed a cui va aggiunta una montagna
di altri incarichi, che ha ricoperto e
continua a ricoprire, arrivando a “occupare” ben 25 poltrone.
Eppure, nonostante la
laurea non proprio da “magna cum laude”,
il commercialista si inserisce subito e cresce velocemente nel sistema socio economico
romano. Si fa le ossa in Finmeccanica (Termosud, gruppo Ansaldo), dove le buone
conoscenze acquisite lo introducono presso l’Ospedale Israelitico, che nel 2001 era sull’orlo del collasso e che lui riesce finanziariamente a risanare. Nel
2004 entra nel consiglio di amministrazione dell’INPS e quattro anni dopo,
quando il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi decide di riformare l’Ente (considerato
il gran moloch delle pensioni italiane), eliminando il numeroso CDA,
Mastrapasqua sembra la figura giusta.
La carica acquisita di Presidente, senza troppi
freni controllori, porta con sé a catena le poltrone di enti e società̀
collegate (farà parte di 25 società), tra le quali la vicepresidenza di
Equitalia. In tutto arriva a guadagnare 1,2 milioni di euro l’anno. La sua
nomina è l’unica approvata all’unanimità̀ dal Parlamento. L’uomo è in quota “Forza
Italia” grazie a Gianni Letta, ma vanta il sostegno dei prodiani e della
Margherita. Appoggiato da Confindustria e sindacati, soprattutto dalla Cisl, anche
se mantiene buoni rapporti con il Pd e con Cesare Damiano, ministro del Lavoro.
Mastrapasqua, però, durante il governo Monti non si è mai inteso con Elsa
Fornero, fin da prima che scoppiasse il conflitto sugli esodati. La
professoressa voleva cambiarlo (si parlava già̀ di Tiziano Treu), ma Mario
Monti blindò il presidente fino al 31 dicembre 2014, per poter completare la
fusione con l’Inpdap e gli altri enti, temendo che tornasse la logica
spartitoria.
Ai 25 incarichi del
super manager (in molti faticano a comprendere come riuscisse a trovare il
tempo di sedere in 25 poltrone diverse), si aggiungono, guarda caso, quelli
della moglie Maria Giovanna Basile, che vanta un ruolo di rilievo in importanti
aziende come la Rai, l'Aci, l'Acea. Se si mettono insieme le poltrone occupate
dal marito insieme a quelle occupate dalla moglie, l'immagine che salta alla
mente è quello di un auditorium, visto che anche Lei di incarichi nelle più
svariate aziende ne cumula una ventina. I venti incarichi li ha
contati e messi nero su bianco Repubblica: si va dalla Rai alle controllate
dell'Aci, fino all'Acea, municipalizzata romana crocevia dei grandi giochi di
potere della Capitale; le altre spaziano dall’impiantistica (la Ecosuntek)
all’immobiliare (la Salic e la Giomi real estate), dalla consulenza e
pianificazione aziendale (la Giomi spa) alle merchant bank (la Finemi spa),
oltre ad una serie di aziende nel settore della sanità. Venti poltrone: sono davvero
tante! Numeri questi che, nella passata legislatura, fecero insospettire il
senatore Elio Lannutti (Idv), che, con una interrogazione scritta, domandò al governo
se riteneva che potessero configurarsi possibili “conflitti di interesse”,
proprio per il delicato ruolo che esercitava il marito. La risposta non c’è mai
stata.
Ieri l’ormai ex
Presidente dell’INPS si è dimesso dall’incarico. Antonio Mastrapasqua ha consegnato
la lettera di dimissioni dall'incarico di Presidente dell'Inps al ministro del
Lavoro Enrico Giovannini. La decisione, precisa una nota, sarebbe stata presa
"alla luce delle decisioni appena assunte dal Consiglio dei Ministri", in seguito
alle quali Mastrapasqua ha manifestato la sua volontà di rassegnare le
dimissioni dall'incarico di Presidente. Il Governo, infatti, ricorda la nota,
ha deciso di accelerare il processo di ridisegno della Governance dell'Inps e
dell'Inail, approvando un disegno di legge per disciplinare l'incompatibilità
per tutte le posizioni di vertice degli enti pubblici nazionali, prevedendo,
per quelli di particolare rilevanza, un regime di esclusività nell’intento di
prevenire situazioni di conflitto d'interesse.
Cari amici, le due
vicende che oggi ho voluto analizzare con Voi, l’impietosa indagine statistica
di Bankitalia e il caso Mastrapasqua, credo che possano essere considerate,
entrambe, legate a doppio filo allo stesso problema: la disparità che continua
a dividere le classi sociali.
Se è pur vero che mai nel mondo riusciremo a
costruire una Società dell’Utopia,
dove tutti possano essere uguali, è anche vero che l’uomo, nella società di
riferimento, deve riconoscere al proprio simile meno fortunato una “dignità
minima”, un rispetto che è dovuto ad ogni altro uomo, sgombrando dal suo cuore
quel grande macigno che è l’egoismo assoluto. L’analisi mondiale della sempre
più iniqua distribuzione della ricchezza non è più tollerabile, soprattutto quando
si superano determinati livelli che mettono a repentaglio la stessa
sopravvivenza delle persone. Così come risulta ugualmente intollerabile l’esempio di una
famiglia che, con grande egoismo, assomma tanti incarichi sulla stessa persona,
sottraendo risorse importanti ad altri soggetti, ad altre famiglie, spesso anche
più meritevoli. E’ lo Stato, qualsiasi Stato, quello che ha il compito di vigilare, per
evitare situazioni aberranti; a lui spetta trovare i rimedi giusti, per
riportare la vita sociale a livelli di maggior equilibrio.
Un mondo giusto, cari
amici, non significa un “mondo uguale”,
dove tutti mangino la stessa minestra, vestano uniformemente in blu, in nero o
in giallo e sorridano allo stesso modo! Ci mancherebbe altro! Un mondo giusto è
quello dove chi è più fortunato si prodiga per soccorrere chi è caduto, chi è
più grande aiuta e sostiene chi è più piccolo, chi ha di più da una mano a chi ha
bisogno. Un mondo egoista non fa del bene neanche a se stesso: perché non c’è
gioia nella Comunità dove il ricco è troppo ricco e chi è povero non ha di che
nutrirsi, perché l’assenza di solidarietà fa nascere l’odio non l’amicizia. La
Comunità vera è quella che si aiuta vicendevolmente, perché amicizia, rispetto,
tolleranza, condivisione sono i giusti ingredienti per arrivare alla pace nel
mondo.
Grazie dell’attenzione.
Mario
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