mercoledì, febbraio 12, 2014

LA LISISTRATA DI ARISTOFANE: UN ALTRO ANTICO ESEMPIO DEL POTERE E DELL’INTELLIGENZA DELLA DONNA.



Oristano 12 Febbraio 2014
Cari amici,
pochi giorni fa, mentre dopo pranzo sfogliavo il giornale, sento mia moglie dalla cucina che mi dice: “Ti ricordi chi era Lisistrata?”. In quel momento, pur ricordando vagamente che era stato un personaggio dell’antica Grecia, sinceramente non avevo chiari i contorni delle motivazioni che l’avevano portata alla ribalta delle cronache dell’epoca. Terminato di leggere il giornale, considerata la mia innata curiosità, feci una breve ricerca sul personaggio e questo mi consentì di ricordare perfettamente perché questa donna avesse acquisito sì tanta fama! Per soddisfare anche la Vostra curiosità ho pertanto deciso che oggi Vi parlerò di Lei, che, come vedrete, merita anche tutta la Vostra attenzione.
Lisistrata (in greco antico Λυσιστράτη, Lysistráte) è il personaggio principale di una commedia di Aristofane che porta lo stesso titolo. La commedia fu rappresentata per la prima volta ad Atene nel 411 a.C., messa in scena non dall’autore ma da un certo Callistrato (che alcuni studiosi ritengono però un semplice pseudonimo di Aristofane). Lo scenario in cui si svolge l’azione è quello della “Guerra del Peloponneso”, che si combatte tra Sparta e Atene, e Lisistrata  è una donna ateniese che, stanca di una guerra che sembra non avere mai fine, convoca numerose donne di Atene e di altre città, tra cui anche la spartana Lampitò, per discutere del problema. Lisistrata, con enfasi, sostiene che a causa della lunga guerra gli uomini delle Polis greche sono perennemente impegnati nei combattimenti e non hanno più il tempo di stare con le loro famiglie. L’intraprendente donna, accorta e intelligente, propone alle tante altre donne presenti di applicare una ricetta inedita ai loro uomini: fare un ferreo sciopero del sesso: negarsi a loro finché essi non riusciranno a raggiungere la pace con l’avversario; in breve esse dovranno rifiutarsi di avere rapporti sessuali con loro. Dopo un momento di sbigottimento e di perplessità, le donne alla fine si dicono favorevoli al piano proposto da Lisistrata e fanno solenne giuramento di rispettarlo. Lisistrata, insomma, una specie di antica sostenitrice dell’invito “Fate l’amore, non la guerra”, dei tempi nostri!
Allo sciopero sessuale le donne aggiunsero anche l’occupazione dell’acropoli ateniese, allo scopo di privare gli uomini anche dei mezzi finanziari per proseguire la guerra. Gli uomini costernati decisero allora di inviare un ambasciatore per trattare con le donne, ma Lisistrata, con grande determinazione,  rifiutò qualsiasi compromesso, mettendo a nudo sia l’ottusa ignoranza maschile che la poca comprensione, per delle vicende che rischiavano di rovinare il clima familiare. Peraltro, Lisistrata faticò non poco anche a mantenere compatte le donne in “sciopero”, che, patendo anch'esse l'astinenza, cercavano di inventare le scuse più disparate per tornare a casa dai loro mariti. Lei, però, si dimostrò ferrea nella determinazione di impedir loro di lasciare l’acropoli e continuare la lotta. L’unica concessione viene fatta, ma con scopo, ad una sola, Mirrina, autorizzata ad uscire dall’Acropoli, per poter incontrare il marito Cinesia; l’obiettivo di Lisistrata era quello di stimolare ancor più le voglie dell’uomo, per poi lasciarlo con un palmo di naso. Mirrina svolse alla perfezione il suo compito: prima fece credere al marito di essere pronta all'atto sessuale, poi, dopo averlo imbrogliato con  diversi artifizi e rinvii, lo lasciò a bocca asciutta, scappando via e lasciandolo insoddisfatto.
La lunga astinenza si fa presto sentire non solo ad Atene ma anche nelle altre città. Sparta alla fine decide di inviare un araldo ad Atene per trattare la pace. L’uomo incontra Cinesia, che rappresenta le donne ateniesi e i due si mettono d’accordo: Sparta manderà ambasciatori, pronti a firmare la pace, mentre Cinesia informerà della decisione le istituzioni ateniesi. I contendenti, finalmente, riescono a riconciliarsi, e Lisistrata può con soddisfazione assistere alla firma della pace fra gli ambasciatori spartani e ateniesi. Entrambi i popoli sono felici per la raggiunta riconciliazione e, in un tripudio di danze e banchetti, si celebra, finalmente, il ritorno delle donne dai loro mariti.
L’interessante commedia di Aristofane presenta ancora oggi grandi sprazzi di modernità, se pensiamo che i movimenti femministi si svilupperanno solo nel XX secolo. Pur evidenziando un diverso scopo nella ribellione agli uomini (le donne di Lisistrata si battono per la pace non per la parità dei sessi), le donne ateniesi danno prova evidente della loro lungimiranza e capacità di autonomia nei confronti dell’uomo che le emargina e le assoggetta. Aristofane, forse per primo, tratta in questa commedia il tema dell’emarginazione femminile, evidenziandolo non con il classico lamento patetico (a questo avevano già pensato le tragedie, una per tutte la Medea di Euripide), ma in modo reattivo, attraverso una nuova, inusuale e fattiva collaborazione tra donne, anche di diverse città, che “insieme” scoprono la “forza del gruppo”, e, facendo squadra, trovano il modo di imporre la propria volontà agli uomini.
Aristofane già allora, nel 400 A.C., aveva scoperto il grande valore della donna, se pensiamo che riporta, nell'interessantissima commedia, le parole pronunciate dai vecchi ateniesi che, sentendosi sconfitti dalle donne, esclamano allarmati: « Se cediamo, se gli diamo il minimo appiglio, non ci sarà più un mestiere che queste, con la loro ostinazione, non riusciranno a fare. Costruiranno navi, vorranno combattere per mare […]. Se poi si mettono a cavalcare, è la fine dei cavalieri. ».
Cari amici, cosa sia la donna oggi non c’è bisogno che sia io a dirlo. C’è chi, come Aristofane è stato lungimirante e chi, ancora oggi si ostina a pensare che la donna sia un essere inferiore! Credo che in tanti dovrebbero leggere e anche rileggere Aristofane e le sue commedie.
Ciao amici e…Buona Sartiglia, considerato che anche come cavallerizze (e come Componidori) le donne non scherzano: hanno dimostrato di essere valide e grandi amazzoni! Quest’anno è l’anno di Emanuela Colombino! In bocca al lupo!

Mario



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