Oristano 26 Febbraio
2014
Cari amici,
oggi voglio iniziare il
dialogo con Voi, partendo da una saggia parabola cristiana. Ho
sempre pensato che sia giusto dare a “ciascuno il suo”, meriti o demeriti che
siano. Rivediamone insieme almeno un frammento di quella grande parabola, quella del pagamento
dei tributi, a Cesare o a Dio. Eccola.
“…alcuni farisei ed
erodiani per coglierlo in fallo nel discorso, venuti (presso Gesù Cristo) gli
dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti
non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. È
lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?». Ma egli,
conoscendo la loro ipocrisia, disse: «Perché mi tentate? Portatemi un denaro
perché io lo veda». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Di chi è questa
immagine e l'iscrizione?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro:
«Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio». E rimasero
ammirati di lui.”.
Sono voluto partire da
questo grande insegnamento per esternarvi tutto il mio disappunto, dopo aver letto nell’Unione
Sarda di ieri un articolo che mi ha rattristato non poco. Nell’inserto “Salute”,
venivano ricordati i 50 anni di lotta alla poliomielite, iniziata ufficialmente,
con la campagna di vaccinazione, nel marzo del 1964. Ero certo di trovarvi
qualche riferimento al Rotary, che da oltre vent’anni ha condotto una battaglia
mondiale per la sua eradicazione, facendone uno dei suoi obiettivi di punta.
Invece, letto e riletto l’articolo di Federico Mereta, nessun accenno, neanche
velato, all’impegno del Rotary nell’operazione vaccinazione contro la polio.
Questo, cari amici,
dimostra che molte delle cose che fa il Rotary non sono portate nella giusta
conoscenza dell’opinione pubblica, perché i mezzi di informazione, forse, non
sono sufficientemente allertati ed informati. Sono rotariano da oltre vent’anni
e credo che le operazioni portate avanti da questa organizzazione mondiale nel
mondo meritino un’attenzione ben maggiore di quella, invece, gli viene
dedicata. Nel blog del Rotary (www.rotary-club-oristano.blogspot.com) ho fatto una riflessione che, credo, possa essere
riportata anche su questo mio blog personale. Eccola.
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Oristano 25 Febbraio 2014
Cari amici,
leggendo il quotidiano “L’UNIONE SARDA” di oggi, che parla del
cinquantenario della prima campagna di vaccinazione antipolio iniziata nel
1964, nessuna menzione viene riservata al Rotary ed allo straordinario lavoro
portato avanti in oltre vent’anni di lotta a questa terribile malattia. Tempo
fa su questo blog, parlando di comunicazione, ebbi modo di ribadire che “far
sapere è importante quanto saper fare”, a volte anche di più! Non per niente i
nuovi Guru della comunicazione sostengono a voce alta che chi non comunica non
esiste. Il Rotary per anni ha svolto un servizio attivo ma silente, orgoglioso
di “servire in silenzio”, venendo incontro ai bisogni dei meno fortunati senza
clamore, quasi avesse timore che altri pensassero che le azioni svolte fossero state
effettuate per incensarsi e non nell’interesse del bene comune.
I tempi, però, cambiano: lo aveva notato anche Paul Harris, che
sosteneva che “il mondo cambia in continuazione e anche il Rotary doveva
cambiare con esso”, altrimenti non sarebbe sopravvissuto. Bene hanno fatto
quindi i dirigenti centrali dell’associazione ad incentivare al massimo la
comunicazione, introducendo tutte quelle nuove tecniche di marketing, senza le
quali la visibilità del Rotary non supererebbe la stretta cerchia degli amici e
dei simpatizzanti. Casi come quello da me rilevato oggi leggendo il maggior
quotidiano della Sardegna (allegata copia dell’articolo) non sono rari: la gran
parte della gente vede ancora il Rotary come un’associazione elitaria, che si
riunisce in grandi ristoranti e che pensa prevalentemente al proprio
tornaconto, salvo sporadiche operazioni umanitarie di facciata! Così non è, e
tutti dobbiamo contribuire sfatare questo luogo comune. Tutti dobbiamo
contribuire a far conoscere il Rotary, evidenziando cosa esso fa nel mondo.
Dobbiamo in tutti i modi far capire all’esterno che il Rotary
International è il protagonista numero uno del "Progetto Polio Plus",
iniziato oltre 20 anni fa su idea di un rotariano Italiano, Sergio Mulitsch di
Palmenberg e del suo club, il Rotary Club Treviglio e Pianura Bergamasca.
Vent’anni di impegno, portato avanti insieme all'Organizzazione Mondiale della
Sanità, all'Unicef e al Centers for Disease Control and Prevention, anni nei
quali si sono vaccinati milioni di bambini, a livello mondiale contro la
poliomielite. Il contributo finanziario apportato dal Rotary International
all'iniziativa ha superato il miliardo di dollari americani (calcolato a fine
2012). L’ingresso in partnership della Bill e Melinda Gates Foundation, che ha
donato alla Rotary Foundation oltre 500 milioni di dollari americani, ha reso
la sfida alla Polio più veloce, e si avvia ad essere totalmente debellata.
L’ultimo grande successo in questa campagna ha riguardato l’India.
Nel 2011, l'India, Paese endemico, non ha registrato, per la
prima volta nella storia, nessun caso di poliomielite, dato confermato alla
fine del 2013, cosa che fa considerare questo Pese libero dalla Polio. Questo
successo porta al 99,5% il risultato della eradicazione della malattia dal globo.
Ad oggi permangono pochi casi in alcuni Paesi che presentano notevoli problemi
di sicurezza, come Nigeria e Afghanistan; in questo ultimo Paese un volontario
del Rotary è stato ucciso nell’Ottobre 2012 dai talebani, i quali si oppongono
alla campagna sanitaria perché improvvidamente la scambiano come una ingerenza
dell'Occidente e dei suoi servizi segreti sul loro territorio.
Cari amici, la campagna antipolio portata avanti dal Rotary è un
grande orgoglio per tutti: rotariani e non, perché l’eliminazione di una
malattia così insidiosa sarà per il mondo intero un successo senza precedenti.
Non per gloriarci ma perché è giusto dare sempre “a Cesare quel che è di
Cesare”, la gente deve sapere che il Rotary non è una consorteria di amici
gaudenti ma un’associazione che è nata per fare del bene nel mondo, mettendo a
disposizione le proprie capacità e professionalità, nell’ottica del “Servire al
disopra di ogni interesse personale”.
Cari amici tutti dobbiamo contribuire a far sapere cosa il
Rotary fa nel mondo, perché, come ho detto prima, “FAR SAPERE E’ IMPORTANTE
QUANTO SAPER FARE”.
Grazie dell’attenzione.
Mario
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