Oristano, 3 Gennaio
2014
Cari amici,
quando da ragazzino
scorrazzavo con gli amichetti cercando di trascorrere le ore libere inventando
giochi e rincorrendo, nei sentieri che uscivano dal paese (Bauladu), gatti,
lucertole o farfalle, ricordo che ai bordi
dei viottoli vi erano delle piante pelose dai bei fiori azzurri: erano
piante di borragine, anche se allora non ne conoscevo il nome italiano perché noi
ragazzi le chiamavamo “pan’e sodrau”, pane del soldato. Considerati i magri
bilanci familiari di quei tempi, per i ragazzi esuberanti come me, e con un
appetito mai sazio, non c’erano per ristorarci ne merendine ne snack al
cioccolato, mancando spesso anche un semplice pane imbottito. Per calmare i
morsi dell’appetito bisognava rivolgersi a madre natura che, provvidenzialmente
aveva sempre qualcosa da fornirci. Nella campagna vicina si mangiavano
finocchietti selvatici, cardi o erbe di fiume: l’importante era riempire lo
stomaco con qualcosa che evitasse quei richiami costanti alla bocca dello
stomaco. Nelle prime calde giornate primaverili fermarsi davanti a un bel
cespuglio di borragine e staccarne voracemente un pugno di fiori era uno sport
a cui eravamo ben abituati! A me piaceva, prima di mangiarli, succhiarne il
dolce nettare contenuto nel calice (ora capisco perché in alcune zone la pianta
è chiamata anche “succia succia”), che sapeva di acqua zuccherata. Se
l’appetito era più robusto del solito si tagliavano anche pezzi giovani del
fusto, che, dopo averli sbucciati, si masticavano, a volte limitandoci a
ingoiare il succo, altre, anche le parti più morbide.
La borragine, questa
pianta, conosciuta fin dall’antichità, è sempre stata utile all’uomo non solo
come alimento ma soprattutto per le sue numerose proprietà medicinali. Alla
pianta, erano riconosciute non poche virtù, tra le quali quella di risvegliare nell’uomo
gli spiriti vitali, come sosteneva Plinio: «Un decotto di borragine allontana
la tristezza e dà gioia di vivere», che la consigliava contro la malinconia e
pensava che il “nepete” messo nel vino, di cui parlava Omero, fosse proprio la
borraggine. Lucio Apuleio, filosofo e alchimista latino, sosteneva che, da
principio, questa verdura veniva chiamata “coragine”, in virtù delle azioni
benefiche che apportava al cuore. I guerrieri celti, invece, pare la mettessero
nel vino per darsi coraggio, Pianta, dunque, capace di scacciare i cattivi
pensieri, dare forza e coraggio e ricreare nell’uomo la
gioia di vivere. Prima di parlare dettagliatamente delle sue numerose virtù,
vediamo nei dettagli le caratteristiche di questa curiosa pianta.
La borragine (Borago
officinalis,L.) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Boraginaceae.
La
pianta è probabilmente originaria dell'Oriente, ed è diffusa in gran parte
dell'Europa e dell'America centrale, dove cresce tuttora in forma spontanea
fino ai 1000 d’altitudine. E’ ora presente o viene coltivata in tutte le
regioni temperate del globo. Il suo nome deriva dal latino borra (tessuto di
lana ruvida), per la peluria che ricopre le foglie. Altri invece lo fanno
derivare dall'arabo abu araq (= padre del sudore), derivato dal latino
medievale “borrago”, forse per le proprietà sudorifere della pianta. Questa ha
foglie ovali ellittiche, picciolate, che presentano una ruvida peluria,
verdi-scure raccolte a rosetta basale lunghe 10-15 cm e poi di minori
dimensioni sullo stelo. I fiori presentano cinque petali, disposti a stella, di
colore blu-viola, raramente bianco; al centro sono visibili le antere derivanti
dall'unione dei 5 stami. I fiori sono sommitali, raccolti in gruppo, penduli in
piena fioritura e di breve durata. Hanno lunghi pedicelli. I frutti sono degli
acheni che contengono al loro interno diversi semi di piccole dimensioni. La
pianta può raggiungere gli 80 cm. di altezza. Fiorisce da
maggio a settembre e i suoi fiori sono molto apprezzati dalle api che con il
suo nettare producono un ottimo miele. I frutti contengono i semi che completano
la maturazione da agosto a ottobre.
Della borragine sono
utilizzabili tutte le sue parti: fusto, foglie, fiori e semi, raccogliendo le
parti in diversi periodi dell’anno. Per l’uso alimentare si utilizzano
soprattutto le foglie giovani (la cottura elimina la
peluria che le ricopre), impiegate in cucina allo stato
cotto, che vengono utilizzate in molti piatti: per minestroni, per il ripieno
nei ravioli, per realizzare torte e frittate. I fiori, lavati e poi pastellati,
si friggono in padella e assomigliano ai fiori di zucca. I suoi bei fiori
azzurri sono usati anche per dare un tocco di colore e guarnire i piatti e per
colorare l'aceto; congelati in cubetti possono costituire decorazione per le
bevande estive. Da tener presente che l'uso alimentare allo stato crudo, in
quantità notevoli, è precauzionalmente sconsigliato, per la presenza in tale
stato, in alcune fasi vitali della pianta, di composti pirrolizinidici, a
presunta attività epatotossica.
Fin dai tempi antichi,
però, l’uso che si faceva della borragine non era quello alimentare ma bensì quello
medicamentoso. Nella medicina popolare si utilizzano prevalentemente
le foglie e le sommità fiorite. Vari gli utilizzi terapeutici di questa pianta:
ha proprietà depurative, diuretiche ed emollienti (quest'ultima proprietà
sarebbe dovuta alla presenza di mucillagini), sudorifere, antinfiammatorie, antidepressive,
febbrifughe, decongestionanti, calmanti la tosse ed efficaci anche per la cura dei reumatismi e
dell’artrite. Diversi i
modi con i quali le parti vedi della pianta vengono utilizzate: sotto forma di tisane,
infusi, decotti, lozioni ed impacchi.
Il prodotto più
pregiato di questa pianta è, però, l'olio, estratto dai suoi semi, ad alto contenuto
di acido linolenico. L’acido gamma-linolenico è un acido grasso polinsaturo che
si trova, in natura, solo nel latte materno, nell'olio di Borragine, nell'olio
di Oenothera biennis e, in minore quantità nell'olio di Ribes nero.
I semi di
borragine rappresentano la fonte vegetale più abbondante di questo acido grasso
essenziale, poiché ne contengono circa il 20%. Gli acidi grassi polinsaturi
essenziali non possono venir sintetizzati dall'organismo, ma devono essere
introdotti con la dieta; essi costituiscono un gruppo particolare di acidi
grassi, precursori di numerose sostanze, fondamentali per l' attività biologica
dell'organismo, poiché partecipano alla struttura delle membrane cellulari e
sono coinvolti nelle risposte agli stimoli infiammatori.
Recentemente è emerso
un grande interesse commerciale, a livello internazionale, per quest'olio:
l'olio gamma 3 linolenico (GLA; 18:3.OMEGA.6), di colore giallo chiaro, molto
fluido e privo di particolare sapore, che al giorno d’oggi ha notevolissimi
utilizzi, soprattutto nutrizionali, dietetici, medicinali, cosmetici. Questo
rinnovato interesse per la pianta è motivato dalla facilità di coltivazione
industriale della pianta stessa, e per il fatto che, delle altre fonti disponibili,
l'unica altra sorgente vegetale da cui poter ricavare quest’olio, è data dai
semi di Oenothera biennis, la cui coltivazione è più complessa, e con rese
inferiori. In laboratorio l’estrazione dell’olio dai semi avviene per
spremitura a freddo.
Medicina e cosmesi,
dunque, utilizzano come base quest’olio di borragine, particolarmente indicato
nel trattamento degli eczemi e delle altre affezioni cutanee, per via delle
spiccate proprietà antiinfiammatorie; l’olio è un importante antidoto contro
l'invecchiamento della pelle, ravviva la secchezza delle pelli mature e cura le infiammazioni. Gli acidi linoleici
contenuti nei semi della borragine sono anche capaci di combattere i radicali
liberi e, nutrendo contemporaneamente tutti i tessuti, ne conservano
l’elasticità.
Cari amici, spesso
dimentichiamo che la natura, nella sua infinita perfezione, ci ha da sempre
donato tanti prodotti naturali che noi, spesso per ignoranza, scartiamo in
favore di prodotti di sintesi
apparentemente più efficaci ma anche più complessi e dannosi. La borragine è
uno di questi doni che oltre che offrirci grandi rimedi per i nostri mali è
anche capace di nutrirci con gusto. Per chiudere questa mia chiacchierata con
Voi, fra le prime dall’inizio dell’anno, Vi propongo qualche piatto
particolare, arricchito con le cime di borragine. Provateli, reperire questa
pianta certamente non è difficile: potrete trovarla anche nelle campagne vicine
ai nostri centri abitati.
ZUPPA
DI LENTICCHIE E BORRAGINE.
Raccogliete tre belle
grosse piante di borragine non ancora andate in fiore, pulite bene dalla terra
che si insinua nei gambi pelosi e mettetele in una pila alta con acqua non a
sommergerle, coprite con un coperto e sbollentate. Una volta abbastanza cotte
scolatele ma lasciate da parte l’acqua di cottura per cucinare le lenticchie,
aggiungendo sale. Quando le lenticchie saranno cotte prendete una padella
grande e mettete insieme le borragini sbollentate, le lenticchie, aggiungete l’olio,
aggiustate di sale e pepe e ripassate in padella. In un’altra padella fate
rosolare con un po’ di olio e del rosmarino dei cubetti di pane raffermo. Servite
le borragini e le lenticchie calde in un piatto fondo su letto di crostini di
pane e….volendo aggiungete una spolverata di parmigiano. Buon appetito!
RISOTTO
ALLA BORRAGINE.
Ingredienti
per 4 persone.
400 gr di riso carnaroli,
80-100 g di borragine, olio extravergine di oliva, brodo vegetale, sale e pepe.
Preparazione. Mondate
accuratamente la borraggine e lasciatela in acqua e sale almeno un'ora, quindi
tagliatela a pezzetti. Fate saltare la borraggine in una padella con qualche
cucchiaio di olio, quindi unite il riso, salate, pepate, rimestate e ricoprite
col brodo vegetale, aggiungendone un mestolo per volta, mano a mano che il
composto si asciuga e fino alla completa cottura del riso. Mantecate con un po'
di olio versato a filo e profumate a piacere con della vernaccia o vino bianco.
Lasciate riposare un paio di minuti e servite caldo. Chi gradisce può
spolverare con parmigiano grattugiato al momento.
PASTA
(O MINESTRA) CON LA BORRAGINE.
Ingredienti
per 4 persone. 350 gr di spaghetti n 5 tagliati
grossolanamente con le mani, 2 mazzi di borragine, 300 gr di pomodori pelati a
pezzettoni, 150 gr di pecorino fresco in cubetti, olio extra vergine di oliva,
cipolla, aglio e sale qb.
Preparazione. In una capiente
pentola o casseruola versare due o tre cucchiai d’olio, soffriggete la cipolla
e l’aglio privato del germoglio, dopo aver finemente tritato, facendo dorare
leggermente; aggiungere il pomodoro spezzettato, aggiustando di sale. Lasciare quindi
insaporire, allungando lentamente con acqua e sale, tenendo presente che in
questo liquido si dovranno cuocere prima la borragine tagliata grossolanamente
e poi la pasta. La quantità di liquido dipende da noi: se vogliamo mangiare una
pasta “asciutta” useremo poca acqua, altrimenti sarà una minestra “brodosa”. Non appena la pasta sarà cotta, e
prima di togliere la pentola dalla cucina, uniremo il pecorino tagliato a
cubetti. A piacere possiamo completare, servendo la minestra calda, con un filo
d’olio a crudo.
Mi piacerebbe sapere…se
qualcuno, dopo la lettura, ha provato le ricette, se ha trovato piacere a farle e ovviamente anche a gustarle!
Ciao.
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