Oristano 5 Gennaio 2014
Cari amici,
domani è l’Epifania. E’
questa (detta anche Epifania del Signore) una delle feste cristiane più
importanti, celebrata il 6 gennaio, dodici giorni dopo la festività del Natale.
Solo nei Paesi in cui non è festività civile, essa viene spostata alla domenica
tra il 2 e l'8 gennaio. L'Epifania è considerata dalla Chiesa cattolica una
delle massime solennità celebrate, assieme alla Pasqua, il Natale, la
Pentecoste e l'Ascensione. Il termine "Epifania"
deriva dal greco antico, verbo ἐπιφαίνω,
epifàino, che significa "mi rendo manifesto", per indicare l'azione o
la manifestazione pubblica di una divinità.
I cristiani già a partire
dal III secolo iniziarono a commemorare, con il termine Epifania, le
manifestazioni divine (come i miracoli, i segni, le visioni, ecc.) di Gesù. In
particolare, tra queste manifestazioni, si annoverano: l'adorazione da parte
dei Re Magi, il battesimo di Gesù ed il primo miracolo avvenuto a Cana. La
visita alla grotta di Betlemme dei Re Magi, quindi, prima manifestazione
pubblica di Gesù, al quale i Magi, sacerdoti astronomi di probabile origine persiana,
secondo le profezie, resero omaggio
offrendogli i loro doni. Ai
Magi, secondo quanto scritto da Isaia, furono attribuiti i nomi di Melchiorre
(semitico), Gaspare (camitico) e Baldassarre (iafetico). Secondo
il Vangelo di Matteo (2,2) i Magi (non precisati nel numero), guidati in Giudea
da una stella (ἀστέρα,
da ἀστήρ, stella od astro),
portarono in dono a Gesù bambino, riconosciuto come "re dei Giudei"
(Mt 2,2: βασιλεὺς
τῶν Ἰουδαίων), oro (omaggio
alla sua regalità), incenso (omaggio alla sua divinità) e mirra (anticipazione
della sua futura sofferenza redentrice) e lo adorarono.
Anche nel mondo
ortodosso, il termine Epifania sta ad indicare la festa che cade sempre il 6
gennaio (o tredici giorni più tardi nelle Chiese che seguono il calendario
giuliano) e viene più correntemente chiamata Teofania. In questo giorno viene
celebrato il battesimo di Gesù nel Giordano, mentre la visita dei Magi è
commemorata dai Cattolici di rito latino e da altre Chiese occidentali, in una
festa a sé; nelle Chiese di rito bizantino l’Epifania viene celebrata il giorno
stesso del Natale.
Nel tempo la
celebrazione dell'Epifania ha trovato spazio in altre culture, inserendosi ed aggiungendosi
ai precedenti riti relativi a quel periodo dell’anno (passaggio da un anno all’altro),
miscelandosi alle simbologie in essere, alle tradizioni precedenti, spesso di
derivazione molto antica (culti solari), tra le quali quella di identificare in
una figura di vecchia (la Befana, appunto) l’anno appena trascorso. Nell’impero
romano si svolgevano, a cavallo tra il vecchio ed il nuovo anno, delle feste in
onore di Giano e Strenia, durante le quali c’era uno scambio di doni, con gli
auguri per il nuovo anno. Nella cultura germanica del Nord Europa i personaggi
della mitologia tedesca, Holda e Brechta, abbastanza simili, davano vita alla personificazione
della natura invernale. Le “contaminazioni” dell’importante festa cristiana
dell’Epifania con altri rituali laici proseguirono negli anni successivi: come la
Stella Cometa che guida i Re Magi (tradizione orientale), l'accensione di
fuochi augurali (culti solari) e le feste popolari, legate sempre al rito dello
scambio dei doni.
Il personaggio della Befana diventò nel tempo sempre più
importante, essendo nella tradizione popolare la dispensatrice dei regali ai
bambini in tutte le case, dove, calandosi dal camino riempiva di doni le calze
appese prima del calare della notte. Questo mitico personaggio, soprattutto nei
paesi di tradizione cattolica, ha l’immagine di una vecchia, brutta ma buona, che
si muove a cavallo di una scopa e con un grande sacco sulle spalle pieno di
regali. La Befana, secondo la tradizione, resta comunque legata all'adorazione
dei Magi. Una leggenda popolare racconta che i Re Magi, diretti a Betlemme per
fare visita a Gesù bambino, avrebbero chiesto informazioni ad una signora
anziana, e, per meglio trovare la strada, l’avrebbero invitata a seguirli. La donna, tuttavia, impaurita da questi
sconosciuti, non accettò, pentendosi successivamente di non averli accompagnati;
per rimediare, avrebbe preparato dei dolci e sarebbe poi andata a cercarli,
senza trovarli. Fu così che decise di fermarsi in ogni abitazione trovata sul
suo cammino, donando dolci ai bambini nella speranza che uno di essi fosse
Gesù, continuando da allora a girare il mondo di anno in anno.
Storicamente il termine
Befana era già in uso nel XIV secolo e rappresentava un “fantoccio esposto la
notte dell’Epifania“. L’aspetto della Befana, quello di una vecchia signora male
in arnese, era la rappresentazione del vecchio anno: nell’antichità, nella
dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebravano morte e rinascita
della natura e secondo i romani nel corso di queste dodici notti alcune figure
femminili volavano sui campi per propiziare i raccolti futuri. La Chiesa
condannò queste credenze, definendole frutto di influenze sataniche; nel
Medioevo le diverse personificazioni della Befana sfociarono nell’aspetto che
conosciamo oggi, molto simile a quello di una strega (che tuttavia, rimane una
strega buona).
Unendo sacro e profano
siamo arrivati ai nostri giorni e, pur festeggiando con fede la ricorrenza
religiosa, la Befana resta un appuntamento importante, atteso soprattutto dai
bambini, che anche stanotte, quella tra il 5 ed il 6 Gennaio, aspetteranno con
ansia i suoi doni.
Quand’ero bambino ricordo che la mamma preparava due belle
calze fatte a mano (una per me e una per mio fratello), che, dopo cena, venivano
appese ai due lati del camino. Allora si credeva sul serio alla
Befana; le scrivevamo una letterina, esprimendo i nostri desideri che, per lo
più, non venivano esauditi perché c'era molta povertà. Quando la mattina
controllavamo la calza i doni c’erano, anche se modesti, e tutti eravamo molto
contenti, perché quella era una delle poche feste in cui ricevevamo caramelle,
allora molto desiderate. Nella calza, oltre le poche caramelle, c’era qualche
mandarino, castagne, noci e l’immancabile carbone, che, unito ad un po’ di
cenere, stava a significare che dovevamo diventare più buoni!
Oggi quello che vi sto
raccontando della mia infanzia sembra lontano anni luce. I ragazzi si aspettano
ben altri doni: dal nuovo cellulare alle play station di ultima generazione,
dai tablet, alle tante diavolerie elettroniche che la nuova tecnologia sforna a
ritmo continuo e che presto diventa obsoleto. Forse oggi, fin da piccoli, non
si crede più alla Befana, ma i regali, nonostante la crisi e le difficoltà
economiche che ci angustiano, si aspettano, e come! Il consumismo sfrenato ha
fatto dimenticare che l’Epifania è prevalentemente una festa religiosa, che
ricorda a tutti noi la venuta al mondo del Signore. La Befana festeggiamola,
certo, in gioia e letizia, ma creando meno ansie e problemi ai nostri genitori
che, spesso, per accontentare i figli rinunciano a cose più importanti.
Cari amici, domani, con
doni ricchi o modesti, il periodo delle feste termina: si ritorna tutti, grandi
e piccoli, al “solito”, con la speranza che l’anno appena iniziato sia per
tutti un anno migliore di quello che ci ha appena lasciato. L’Epifania, come
dice un antico detto ”Tutte le feste si porta via…!
Ciao!
Mario
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