sabato, gennaio 25, 2014

IL GATTO: LA STORIA DEL FIERO FELINO AMICO DELL’UOMO MA CHE MAI, A DIFFERENZA DEL CANE, HA RINUNCIATO ALLA SUA INDIPENDENZA. SECONDA PARTE.

Oristano 25 Gennaio 2014


Cari amici,
vorrei completare  la riflessione precedente sul gatto, parlandovi oggi, dopo averne riepilogato la storia, delle sue caratteristiche psicofisiche e biologiche.
Il gatto domestico, come detto nella mia precedente riflessione, è un mammifero carnivoro appartenente alla famiglia dei felidi. Di quest’animale si contano una cinquantina di razze differenti, riconosciute e certificate. Questo piccolo felino è essenzialmente territoriale e crepuscolare, e si ciba predando di piccoli animali, specialmente roditori. Per comunicare con i suoi simili e con gli altri utilizza vari vocalizzi, le fusa, le diverse posizioni del corpo, producendo anche dei feromoni. Può essere addestrato a obbedire a semplici comandi e può imparare da solo a manipolare semplici meccanismi come le maniglie delle porte. La sua ampia diffusione nel mondo fa del gatto il felino col più vasto areale nel mondo e con la popolazione più numerosa; inoltre la sua rapida capacità di re-inselvatichirsi e di riprodursi velocemente lo ha fatto includere nell’elenco delle 100 specie invasive più dannose del mondo, da parte dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.
Il nome italiano gatto deriva dal latino medievale gattus (VIII sec.), latino tardo cattus (IV sec.). Il suo corpo è agile, flessibile e massiccio, tale da consentirgli di camminare in modo silenziosissimo e di spiccare grandi salti; le sue unghie retrattili (più precisamente protrattili, dato che nella condizione ordinaria di riposo si trovano nascoste e sono estratte solo all'occorrenza) gli permettono di arrampicarsi e di afferrare con grande agilità. La coda ha un ruolo importante nel mantenimento dell'equilibrio. Le zampe anteriori terminano con cinque dita fornite di artigli, formati da cheratina, ma solo quattro di essi toccano il suolo, visto che il pollice resta di fianco. Le zampe posteriori, più lunghe di quelle anteriori, terminano con quattro dita fornite anch'esse di artigli protrattili. I cuscinetti sono costituiti da membrane elastiche che gli conferiscono un'andatura silenziosa. Sotto le zampe, come nel muso e sopra gli occhi sono anche presenti le "vibrisse" che hanno l'azione di controllare l'equilibrio del felino. Nella corsa può raggiungere i 50 km/h e può fare 100 m in 7 secondi. Ma non è un corridore di lunghe distanze e si stanca molto velocemente. Contrariamente a quello che generalmente si pensa, tutti i gatti sanno nuotare molto bene e non esitano a gettarsi in acqua se costretti. Un gatto pesa in media tra i 2,5 e i 4,5 kg e misura da 46 a 51 cm senza la coda che misura dai 20 ai 25 cm. Il record di peso e grandezza è detenuto da Himmy, un gatto castrato australiano che alla sua morte nel 1986 pesava 23 kg per 96,5 cm di lunghezza totale.
Come tutti i carnivori, l'ultimo premolare superiore e il primo molare inferiore formano i cosiddetti "ferini". Questi permettono ai gatti di strappare il cibo, grazie ai potenti muscoli fissati alle pareti laterali del suo cranio, inghiottendo senza masticare. La mandibola del gatto è fatta in modo che, pur consentendo unicamente una masticazione verticale, ha il vantaggio di permettere un effetto a forbice. Contrariamente all'uomo, il gatto mastica poco e il processo di digestione comincia nello stomaco e non in bocca. Il colore del suo pelo è molto vario in funzione delle razze: si va dalle razze a pelo lungo fino a razze quasi del tutto senza pelo come lo sphynx. Il gatto impiega molto tempo nella pulitura del suo pelo perché questo è molto importante per regolare la sua temperatura corporea. La sua lingua è coperta da piccole papille che la rendono molto ruvida, e gli permettono di snodare il pelo durante la sua toelettatura (salvo casi particolari, i gatti si "lavano" ogni giorno). Predatore crepuscolare, il gatto possiede dei sensi molto sviluppati. Percepisce il mondo diversamente dagli esseri umani, ed è forse per questo che gli vengono associati dei poteri soprannaturali. Esistono diverse storie che raccontano come dei gatti hanno predetto dei terremoti o altre catastrofi, scappando prima del fenomeno. La spiegazione è probabilmente legata alla percezione di frequenze non udibili dagli esseri umani. Il gatto riesce a vedere in condizione di scarsissima luminosità grazie al tapetum lucidum. Come l'uomo, il gatto ha una visione binoculare che consente di percepire le distanze. Riducendo le pupille a due fessure, il gatto riesce a minimizzare la quantità di luce che il suo occhio riceve.
Come molti predatori anche il gatto ha un udito molto fine, aiutato dalla capacità di orientare i padiglioni auricolari che isolano la fonte sonora interessata dai rumori ambientali, rendendo possibile l'individuazione della sorgente. Il gatto possiede 200 milioni di terminazioni olfattive, molte di più rispetto al cane che ne ha dagli 80 ai 100 milioni, a seconda della specie, e ai 5 milioni dell'essere umano: esse sono specializzate nell'individuazione del cibo. L'olfatto è anche importante nella sua vita sessuale: il maschio riesce a sentire l'odore della femmina a centinaia di metri di distanza. Il suo senso del gusto molto è molto sviluppato, grazie al quale può percepire una minima variazione nel sapore dell'acqua, anche se percepisce poco i sapori dolci. Anche il suo senso del tatto è ben sviluppato. I suoi baffi, chiamati vibrisse, gli permettono di percepire piccole variazioni nella pressione dell'aria e i vari ostacoli: grazie a essi riesce a orientarsi nel buio più assoluto e a percepire le dimensioni dei piccoli spazi. Possiede delle vibrisse anche sotto le zampe, sotto il mento e nelle sopracciglia. I cuscinetti sotto le zampe sono molto sensibili alle vibrazioni e la sua pelle è coperta di cellule tattili estremamente sensibili.
Il maschio comincia a sviluppare le funzioni riproduttive verso i 3 mesi con l'aumento della produzione di testosterone, e verso i sei mesi appaiono delle spine ricurve sul suo pene. A quest'età può cominciare a riprodursi sovente, marcando il territorio spruzzando dei piccoli getti di urina dall'odore molto marcato. La femmina diventa fertile tra i sette e dieci mesi. La gravidanza dura in media 65 giorni e una cucciolata è composta, in media, da 2 a 8 gattini. Il gattino nasce cieco (con gli occhi chiusi) e sordo. Pesa da 100 a 110 grammi e apre gli occhi, intorno agli otto-dodici giorni; all’apertura questi hanno un colore blu temporaneo, fino al cambiamento definitivo verso i due mesi. Tutti i gatti nascono con delle striature "fantasma" che spariscono lentamente con la crescita del pelo. La gatta insegna ai gattini a lavarsi e a nutrirsi. A quattro settimane porta loro la prima preda viva, poi, a cinque settimane, gli insegna i primi rudimenti della caccia. La scuola di emancipazione dei piccoli dura tra le otto e le dodici settimane, e subito dopo avviene la separazione dalla famiglia originaria, quando la madre scaccia i cuccioli.
Il gatto è un animale prettamente territoriale. Il territorio del gatto ha un raggio attorno alla sua dimora di almeno 5 chilometri. Il territorio viene delimitato emettendo i feromoni e marcandolo con l’urina.
L'interazione con gli altri gatti viene incentrata sulla relazione con il territorio. La sua comunicazione, in particolare nelle lunghe distanze, avviene con il miagolio, verso caratteristico del gatto, ma, in particolare nella comunicazione ravvicinata, il gatto comunica anche con una larga gamma di posizioni corporali. La diversa posizione del corpo, le sue mimiche facciali o il movimento della sua coda, degli occhi e delle orecchie indicano il suo stato emozionale. Quando è spaventato o aggressivo tira indietro le orecchie e tende i baffi. La coda sollevata è in segno di saluto. Quando è spaventato e vuole incutere paura all'avversario fa una gobba e rizza il pelo per apparire più grosso; in posizione di attacco o di difesa, è anche capace di ringhiare, soffiare e sputare per intimorire e avvisare l'avversario. Anche fare le fusa è un modo usato dall’animale per comunicare il suo stato emotivo: una giovane gatta fa le fusa prevalentemente nelle vicinanze del focolare. Il meccanismo dell'emissione delle fusa dei gatti non è ancora conosciuto, perché i felini non sembrano possedere un organo specifico dedicato alle fusa. Una prima ipotesi suppone una contrazione molto rapida dei muscoli della laringe, che comprimerebbe e dilaterebbe la glottide facendo vibrare l'aria che passa. Il gatto necessita tra 12 e 16 ore di sonno, ma in generale dorme di più: dalle 15 alle 18 ore al giorno. Resta così sveglio circa dalle 6 alle 9 ore, una parte delle quali durante la notte per cacciare.
Considerato che l’addomesticamento del gatto è relativamente recente (le prime tracce di addomesticamento sono state trovate in Cina e risalgono al 5300 a.C.), a differenza del cane il piccolo felino conserva una sua naturale diffidenza e indipendenza, verso chi lo ha addomesticato. Nei gatti, inoltre, non esiste una struttura gerarchica come nei cani, e dunque il suo rapporto con gli umani è diverso: l'essere umano viene considerato come una madre sostitutiva che è utile per procurare il cibo e per garantire protezione. Il gatto, inoltre, diversamente dal cane, è un animale più legato al territorio che non al branco, quindi più indipendente. Nonostante tutto, però, non si può dire che il gatto non provi affetto o che non trovi particolare piacere a stare con le persone di casa, verso le quali può anche essere protettivo. Nella maggior parte dei casi, se allevato in casa da piccolo, il suo atteggiamento verso il padrone è affettuoso e dolce. A chi tiene un gatto in casa è necessario ricordare che l’animale è  soggetto a molte malattie di tipo infettivo: dalla gastroenterite alla leucemia felina, dalla rabbia alla clamidosi; è necessario, pertanto, tenerlo sempre sotto controllo veterinario.
La figura del gatto ha stimolato da secoli la fantasia dell’uomo in tutti i campi, da quello scientifico a quello sociale e colturale. Il gatto è stato il simbolo araldico della famiglia nobiliare dei Fieschi, i conti di Lavagna, che lo posero a sormontare il loro blasone accompagnandolo al motto "Sedens ago" (Anche sedendo sono attivo). Particolarmente diffuso il suo culto in Giappone: il Maneki Neko, una statua di porcellana raffigurante un gatto, è simbolo di buona fortuna. Tale tradizione la si fa risalire al XVI secolo, essendo il gatto giunto in Giappone dalla Cina intorno all'anno mille. Il gatto nel tempo è stato un animale amato da personaggi famosi, sia politici che intellettuali: in molti ricordano il famoso il gatto Socks, che spesso era presente anche alle "conferenza stampa" tenute dal Presidente alla Casa Bianca. Dei gatti si sono occupati diversi celebri scrittori come Lope de Vega (che scrisse La Gattomachia, un intero poema burlesco in sette canti, per raccontare gli amori del valoroso soriano Marramachiz e della bella gatta Zapachilda), come Kipling, Eliot, Carroll (che fa colloquiare Alice nel Paese delle Meraviglie con un gatto del Cheshire) e come Perrault, che nella sua celebre fiaba al gatto fa addirittura indossare un paio di stivali.
Anche svariati fumetti moderni hanno dei gatti come protagonisti: basti pensare a Felix il gatto, a Garfield, a Tom del duo Tom e Jerry, a Gambadilegno, a Birba, il gatto di Gargamella nei Puffi, all'impareggiabile Gatto Silvestro o all'ilare Isidoro. Il gatto ha stimolato anche la fantasia di numerosi poeti: basti pensare a Charles Baudelaire che l'ha citato nei suoi Fiori del male, e a Pablo Neruda, che a questo felino ha dedicato addirittura un'ode (Ode al gatto). Hanno scritto poesie sui gatti Dario Bellezza, Luce d'Eramo e la poetessa Rosella Mancini (Gatti stellari e terrestri). Anche alcune canzoni di successo hanno per tema questo animale: basti citare La gatta di Gino Paoli, Quarantaquattro gatti, Volevo un gatto nero ed El me' gatt di Ivan Della Mea, o musical come Cats. Anche Freddie Mercury dedicò l'album Mr. Bad Guy ai suoi gatti e la canzone Delilah, dell'album dei Queen Innuendo, dedicata alla sua gatta che portava questo nome.
Cari amici, il gatto, nelle sue ampie varietà di razza (sono oltre cinquanta), dal momento della sua domesticazione, ha costituito per l’uomo un animale sia utile che di compagnia. Utile per liberarlo dal terribile assedio dei topi, e strumento di affettuosa compagnia nella casa, in particolare per anziani e bambini. Compagnia che, pur nella fiera indipendenza di questo felino, riesce a ben conciliarsi con le nostre esigenze umane, tenendo sempre presente il rispetto che gli dobbiamo: lui nella nostra casa sarà sempre un gradito ospite, ma mai un un nostro umile e succube servitore.
Grazie amici della Vostra attenzione.
Mario

1 commento:

M Hamilton ha detto...

Un ottimo articolo.