Cari amici,
vorrei completare la riflessione precedente sul gatto,
parlandovi oggi, dopo averne riepilogato la storia, delle sue caratteristiche
psicofisiche e biologiche.
Il gatto domestico,
come detto nella mia precedente riflessione, è un mammifero carnivoro appartenente
alla famiglia dei felidi. Di quest’animale si contano una cinquantina di razze
differenti, riconosciute e certificate. Questo piccolo felino è essenzialmente
territoriale e crepuscolare, e si ciba predando di piccoli animali,
specialmente roditori. Per comunicare con i suoi simili e con gli altri utilizza
vari vocalizzi, le fusa, le diverse posizioni del corpo, producendo anche dei
feromoni. Può essere addestrato a obbedire a semplici comandi e può imparare da
solo a manipolare semplici meccanismi come le maniglie delle porte. La sua
ampia diffusione nel mondo fa del gatto il felino col più vasto areale nel
mondo e con la popolazione più numerosa; inoltre la sua rapida capacità di re-inselvatichirsi
e di riprodursi velocemente lo ha fatto includere nell’elenco delle 100 specie
invasive più dannose del mondo, da parte dell'Unione Internazionale per la
Conservazione della Natura.
Il nome italiano gatto deriva dal latino medievale
gattus (VIII sec.), latino tardo cattus (IV sec.). Il
suo corpo è agile, flessibile e massiccio, tale da consentirgli di camminare in
modo silenziosissimo e di spiccare grandi salti; le sue unghie retrattili (più
precisamente protrattili, dato che nella condizione ordinaria di riposo si trovano
nascoste e sono estratte solo all'occorrenza) gli permettono di arrampicarsi e
di afferrare con grande agilità. La coda ha un ruolo
importante nel mantenimento dell'equilibrio. Le zampe anteriori terminano con
cinque dita fornite di artigli, formati da cheratina, ma solo quattro di essi
toccano il suolo, visto che il pollice resta di fianco. Le
zampe posteriori, più lunghe di quelle anteriori, terminano con quattro dita
fornite anch'esse di artigli protrattili. I cuscinetti sono costituiti da
membrane elastiche che gli conferiscono un'andatura silenziosa. Sotto le zampe,
come nel muso e sopra gli occhi sono anche presenti le "vibrisse" che
hanno l'azione di controllare l'equilibrio del felino. Nella
corsa può raggiungere i 50 km/h e può fare 100 m in 7 secondi. Ma non è un
corridore di lunghe distanze e si stanca molto velocemente. Contrariamente a
quello che generalmente si pensa, tutti i gatti sanno nuotare molto bene e non
esitano a gettarsi in acqua se costretti. Un gatto pesa in media tra i 2,5 e i
4,5 kg e misura da 46 a 51 cm senza la coda che misura dai 20 ai 25 cm. Il
record di peso e grandezza è detenuto da Himmy, un gatto castrato australiano
che alla sua morte nel 1986 pesava 23 kg per 96,5 cm di lunghezza totale.
Come tutti i carnivori,
l'ultimo premolare superiore e il primo molare inferiore formano i cosiddetti
"ferini". Questi permettono ai gatti di strappare il cibo, grazie ai
potenti muscoli fissati alle pareti laterali del suo cranio, inghiottendo senza
masticare. La mandibola del gatto è fatta in modo che, pur consentendo
unicamente una masticazione verticale, ha il vantaggio di permettere un effetto
a forbice. Contrariamente all'uomo, il gatto mastica poco
e il processo di digestione comincia nello stomaco e non in bocca. Il
colore del suo pelo è molto vario in funzione delle razze: si va dalle razze a
pelo lungo fino a razze quasi del tutto senza pelo come lo sphynx. Il
gatto impiega molto tempo nella pulitura del suo pelo perché questo è molto
importante per regolare la sua temperatura corporea. La sua lingua è coperta da
piccole papille che la rendono molto ruvida, e gli permettono di snodare il
pelo durante la sua toelettatura (salvo casi particolari, i gatti si
"lavano" ogni giorno). Predatore crepuscolare,
il gatto possiede dei sensi molto sviluppati. Percepisce il mondo diversamente
dagli esseri umani, ed è forse per questo che gli vengono associati dei poteri
soprannaturali. Esistono diverse storie che raccontano come dei gatti hanno
predetto dei terremoti o altre catastrofi, scappando prima del fenomeno. La
spiegazione è probabilmente legata alla percezione di frequenze non udibili
dagli esseri umani. Il gatto riesce a vedere in condizione
di scarsissima luminosità grazie al tapetum lucidum. Come l'uomo, il gatto ha
una visione binoculare che consente di percepire le distanze. Riducendo
le pupille a due fessure, il gatto riesce a minimizzare la quantità di luce che
il suo occhio riceve.
Come molti predatori
anche il gatto ha un udito molto fine, aiutato dalla capacità di orientare i
padiglioni auricolari che isolano la fonte sonora interessata dai rumori
ambientali, rendendo possibile l'individuazione della sorgente. Il
gatto possiede 200 milioni di terminazioni olfattive, molte di più rispetto al
cane che ne ha dagli 80 ai 100 milioni, a seconda della specie, e ai 5 milioni
dell'essere umano: esse sono specializzate nell'individuazione del cibo.
L'olfatto
è anche importante nella sua vita sessuale: il maschio riesce a sentire l'odore
della femmina a centinaia di metri di distanza. Il suo senso del gusto molto è
molto sviluppato, grazie al quale può percepire una minima variazione nel
sapore dell'acqua, anche se percepisce poco i sapori dolci. Anche
il suo senso del tatto è ben sviluppato. I suoi baffi, chiamati vibrisse, gli
permettono di percepire piccole variazioni nella pressione dell'aria e i vari ostacoli:
grazie a essi riesce a orientarsi nel buio più assoluto e a percepire le
dimensioni dei piccoli spazi. Possiede delle vibrisse anche sotto le zampe,
sotto il mento e nelle sopracciglia. I cuscinetti sotto le zampe sono molto
sensibili alle vibrazioni e la sua pelle è coperta di cellule tattili
estremamente sensibili.
Il maschio comincia a
sviluppare le funzioni riproduttive verso i 3 mesi con l'aumento della
produzione di testosterone, e verso i sei mesi appaiono delle spine ricurve sul
suo pene. A quest'età può cominciare a riprodursi sovente, marcando il territorio
spruzzando dei piccoli getti di urina dall'odore molto marcato. La
femmina diventa fertile tra i sette e dieci mesi. La
gravidanza dura in media 65 giorni e una cucciolata è composta, in media, da 2
a 8 gattini. Il gattino nasce cieco (con gli occhi chiusi) e
sordo. Pesa da 100 a 110 grammi e apre gli occhi, intorno agli otto-dodici
giorni; all’apertura questi hanno un colore blu temporaneo, fino al cambiamento
definitivo verso i due mesi. Tutti i gatti nascono con delle striature
"fantasma" che spariscono lentamente con la crescita del pelo. La
gatta insegna ai gattini a lavarsi e a nutrirsi. A quattro settimane porta loro
la prima preda viva, poi, a cinque settimane, gli insegna i primi rudimenti
della caccia. La scuola di emancipazione dei piccoli dura tra le otto e le
dodici settimane, e subito dopo avviene la separazione dalla famiglia originaria,
quando la madre scaccia i cuccioli.
Il gatto è un animale prettamente
territoriale. Il territorio del gatto ha un raggio attorno alla sua dimora di almeno
5 chilometri. Il territorio viene delimitato emettendo i feromoni e marcandolo
con l’urina.
L'interazione con gli altri gatti viene incentrata sulla relazione
con il territorio. La sua comunicazione, in particolare nelle lunghe distanze,
avviene con il miagolio, verso caratteristico del gatto, ma, in particolare
nella comunicazione ravvicinata, il gatto comunica anche con una larga gamma di
posizioni corporali. La diversa posizione del corpo, le sue mimiche facciali o
il movimento della sua coda, degli occhi e delle orecchie indicano il suo stato
emozionale. Quando è spaventato o aggressivo tira indietro le orecchie e tende
i baffi. La coda sollevata è in segno di saluto. Quando è spaventato e vuole
incutere paura all'avversario fa una gobba e rizza il pelo per apparire più grosso;
in posizione di attacco o di difesa, è anche capace di ringhiare, soffiare e
sputare per intimorire e avvisare l'avversario. Anche fare le fusa è un modo usato
dall’animale per comunicare il suo stato emotivo: una giovane gatta fa le fusa prevalentemente
nelle vicinanze del focolare. Il meccanismo dell'emissione delle fusa dei gatti
non è ancora conosciuto, perché i felini non sembrano possedere un organo specifico
dedicato alle fusa. Una prima ipotesi suppone una contrazione molto rapida dei
muscoli della laringe, che comprimerebbe e dilaterebbe la glottide facendo
vibrare l'aria che passa. Il gatto necessita tra 12 e 16 ore
di sonno, ma in generale dorme di più: dalle 15 alle 18 ore al giorno. Resta
così sveglio circa dalle 6 alle 9 ore, una parte delle quali durante la notte
per cacciare.
Considerato che
l’addomesticamento del gatto è relativamente recente (le prime tracce di
addomesticamento sono state trovate in Cina e risalgono al 5300 a.C.), a
differenza del cane il piccolo felino conserva una sua naturale diffidenza e
indipendenza, verso chi lo ha addomesticato. Nei gatti, inoltre, non esiste una
struttura gerarchica come nei cani, e dunque il suo rapporto con gli umani è
diverso: l'essere umano viene considerato come una madre sostitutiva che è
utile per procurare il cibo e per garantire protezione. Il gatto, inoltre,
diversamente dal cane, è un animale più legato al territorio che non al branco,
quindi più indipendente. Nonostante tutto, però, non si può dire che il gatto
non provi affetto o che non trovi particolare piacere a stare con le persone di casa, verso le
quali può anche essere protettivo. Nella maggior parte dei casi, se allevato in
casa da piccolo, il suo atteggiamento verso il padrone è affettuoso e dolce. A
chi tiene un gatto in casa è necessario ricordare che l’animale è soggetto a molte malattie di tipo infettivo:
dalla gastroenterite alla leucemia felina, dalla rabbia alla
clamidosi; è necessario, pertanto, tenerlo sempre sotto controllo veterinario.
La figura del gatto ha
stimolato da secoli la fantasia dell’uomo in tutti i campi, da quello
scientifico a quello sociale e colturale. Il gatto è stato il simbolo araldico
della famiglia nobiliare dei Fieschi, i conti di Lavagna, che lo posero a
sormontare il loro blasone accompagnandolo al motto "Sedens ago"
(Anche sedendo sono attivo). Particolarmente diffuso il suo culto in Giappone:
il Maneki Neko, una statua di porcellana raffigurante un gatto, è simbolo di
buona fortuna. Tale tradizione la si fa risalire al XVI secolo, essendo il
gatto giunto in Giappone dalla Cina intorno all'anno mille. Il gatto nel tempo
è stato un animale amato da personaggi famosi, sia politici che intellettuali:
in molti ricordano il famoso il gatto Socks, che spesso era presente anche alle
"conferenza stampa" tenute dal Presidente alla Casa Bianca. Dei gatti
si sono occupati diversi celebri scrittori come Lope de Vega (che scrisse La
Gattomachia, un intero poema burlesco in sette canti, per raccontare gli amori
del valoroso soriano Marramachiz e della bella gatta Zapachilda), come Kipling,
Eliot, Carroll (che fa colloquiare Alice nel Paese delle Meraviglie con un
gatto del Cheshire) e come Perrault, che nella sua celebre fiaba al gatto fa
addirittura indossare un paio di stivali.
Anche svariati fumetti
moderni hanno dei gatti come protagonisti: basti pensare a Felix il gatto, a
Garfield, a Tom del duo Tom e Jerry, a Gambadilegno, a Birba, il gatto di
Gargamella nei Puffi, all'impareggiabile Gatto Silvestro o all'ilare Isidoro.
Il
gatto ha stimolato anche la fantasia di numerosi poeti: basti pensare a Charles
Baudelaire che l'ha citato nei suoi Fiori del male, e a Pablo Neruda, che a
questo felino ha dedicato addirittura un'ode (Ode al gatto). Hanno scritto
poesie sui gatti Dario Bellezza, Luce d'Eramo e la poetessa Rosella Mancini
(Gatti stellari e terrestri). Anche alcune canzoni di successo
hanno per tema questo animale: basti citare La gatta di Gino Paoli,
Quarantaquattro gatti, Volevo un gatto nero ed El me' gatt di Ivan Della Mea, o
musical come Cats. Anche Freddie Mercury dedicò l'album Mr. Bad Guy ai suoi
gatti e la canzone Delilah, dell'album dei Queen Innuendo, dedicata alla sua
gatta che portava questo nome.
Cari amici, il gatto,
nelle sue ampie varietà di razza (sono oltre cinquanta), dal momento della sua
domesticazione, ha costituito per l’uomo un animale sia utile che di compagnia.
Utile per liberarlo dal terribile assedio dei topi, e strumento di affettuosa
compagnia nella casa, in particolare per anziani e bambini. Compagnia che, pur
nella fiera indipendenza di questo felino, riesce a ben conciliarsi con le
nostre esigenze umane, tenendo sempre presente il rispetto che gli dobbiamo:
lui nella nostra casa sarà sempre un gradito ospite, ma mai un un nostro umile e succube
servitore.
Grazie amici della
Vostra attenzione.
Mario
1 commento:
Un ottimo articolo.
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