Oristano 20 Novembre
2012
Cari amici,
ci sono cose che stanno
perfettamente insieme: quasi come i gemelli ! Vino e dolci sono un abbinamento
noto, ma certamente c’è dolce e dolce…come c’è vino e vino! Il matrimonio tra
Vernaccia e Mostaccioli vanta un legame antico e certamente destinato a durare
nel tempo. Un abbinamento perfetto, se la tradizione continuerà ad essere
rispettata: perché, come in un matrimonio, per durare e sfidare il tempo, è
necessario che i due coniugi non cambino qualitativamente, anche per Vernaccia
e Mostaccioli vale lo stesso principio.
Ho recentemente parlato
in questo blog della Vernaccia di Oristano, il nostro nobile vino unico al
mondo, facendo anche un rapido accenno ai Mostaccioli. Oggi voglio parlare di
questo dolce in modo più approfondito, per conoscerlo e farlo conoscere meglio,
come ho cercato di fare per la vernaccia. Parlare, dopo la vernaccia, di mostaccioli
è sicuramente un modo per mettere in evidenza entrambi questi protagonisti
della nostra Oristano, capaci di darci, e di dare ai nostri amici ed ai
visitatori della nostra terra, sensazioni uniche al mondo. Ecco la storia dei
mostaccioli di Oristano, partendo dalla loro antica origine.
Il termine mostacciolo
deriva dalla parola latina “mustaceum” e indicava una focaccia dolce, cotta su
foglie di alloro, che, tra gli ingredienti, annoverava anche il mosto d’uva. La
prima e semplice descrizione dei "mustacei" ce la fornisce Catone il
Censore nel suo “Liber De Agri Cultura”. Il
termine Mustaceum è citato anche da Giovenale
e da Cicerone, che, addirittura ha usato questo termine nel famoso detto: “laureolam in mustaceo
quaerere”, ossia, ottenere la gloria a buon mercato. Nel corso del tempo la
preparazione di questi dolci si è arricchita di numerosi ingredienti aggiuntivi
e varianti. Il cuoco rinascimentale Cristoforo Messisbugo scrive: “A fare mostazzoli di zuccaro. Piglia di
cedro confetto… Poi farai i mostazzoli grandi e piccioli“. Bartolomeo
Scappi nel XV secolo ci indica la sua ricetta: "Per mostaccioli alla milanese, piglinosi quindeci ove fresche e
battanosi in una cazzuola e passinosi per lo setaccio con due libre e mezza di
zuccaro fino …e mezza oncia di anici crudi…e mettansi con esse libre due e
mezza di farina, e battasi ogni cosa per tre quarti d'ora e ribattasi per
un'altra volta… e dapoi mettasi essa pasta dentro le lucerne o tortiere, e non
sia d'altezza più che la grossezza d'un dito, e subito si spolverizzino di zuccaro
e ponganosi nel forno che sia caldo…”. Anche Vincenzo Corrado, cuoco
napoletano del XVIII sec., ne indica tre diverse preparazioni. Oggi, quasi ogni
regione italiana ha elaborato una propria ricetta di mostaccioli.
Come capita abbastanza
spesso, l’orgoglio di ogni regione cerca di rivendicare i natali delle proprie
ricette, anche quando queste hanno lontane origini e innumerevoli varianti. E’
capitato anche per il mostacciolo, diffuso da tempo in gran parte delle regioni
italiane, e chiaramente anche la Sardegna ha rivendicato il vanto di una
ricetta "originale" per questo prodotto. Come moltissime ricette
della grande gastronomia italiana, anche questa è figlia della nostra
straordinaria storia sarda, che segue itinerari diversi, inventa particolari varianti,
capaci nel corso del tempo di creare, in una territorio preciso, una “nuova” e
tipica struttura di dolce, come è avvenuto per il Mostacciolo di Oristano.
La “variante oristanese”
dei mostaccioli appare di chiara derivazione araba, particolare questo sottolineato
dalla presenza nell’impasto sia della cannella che dalla percentuale di
zucchero usato. Caratteristica quasi unica, poi, per la preparazione di questo
dolce è la lunga lievitazione (pensate, può arrivare anche a 30 giorni), che
conferisce all’impasto una consistenza vitrea e gommosa. Il nostro mostacciolo,
inoltre, differisce notevolmente da quello del Sud Italia perché, a differenza
di questo (che è un biscotto secco), il
nostro mantiene una consistenza morbida che dura nel tempo.
La particolarità della “ricetta
oristanese” del mostacciolo ha avuto subito un marcato gradimento anche fuori
dai confini della nostra Provincia, diffondendosi rapidamente anche nel resto
della Sardegna. Ma com’è concepita questa “particolare ricetta” che tanto affascina
sardi e continentali ? Vediamone un po’ le caratteristiche. I mostaccioli di
Oristano sono delle losanghe confezionate con una pasta particolare, al profumo
di limone, che lievita naturalmente ed a lungo (di solito tra i 15 ed i 20 gg.).
Per prepararli bisogna essere pazienti e
attendere senza fretta la maturazione dell'impasto. I tempi di lievitazione,
infatti, dipendono dalla temperatura dell’ambiente: appena l’impasto incomincia
a presentare tutta una serie di bollicine è pronto per essere steso e poi
tagliato. Operazione questa che può essere svolta in diversi modi, a seconda
dell’estro di chi li sta confezionando. C’è chi usa l’apposito antico stampo in
legno e chi, invece, usa le moderne formine in metallo; c’è anche chi procede
manualmente al taglio, anche se il risultato estetico, in questo caso, non è
eccellente! Ad operazione ultimata si inforna in teglia a 180°. Alla apparente
semplicità di preparazione si accompagna, però, una manualità di lavorazione
che scoraggia e mette in seria difficoltà i principianti! Per meglio capire
l’intera preparazione ecco riepilogate le fasi di lavorazione, passo per passo,
ipotizzando la preparazione di circa 50 mostaccioli (Mustazzolus).
Ingredienti
per il primo impasto: 700 gr di
farina manitoba, 450 gr di acqua, il succo di 2 limoni; Ingredienti per il secondo impasto: 600 gr di farina
manitoba, 600 gr di zucchero, la scorza grattugiata di 4 limoni e 1 cucchiaino
di cannella; Ingredienti da aggiungere prima della cottura: 15 gr di
bicarbonato di sodio; Ingredienti per la glassatura: 1 kg di zucchero 2
bicchieri d'acqua.
Procedimento:
Il primo giorno impastate la farina con l'acqua e il succo dei due limoni.
Lavorate bene il composto, a mano o con l'impastatrice, fino ad ottenere un
impasto liscio. Dopo aver accertato che avete tra le mani una pasta abbastanza
soda, sistematela in una ciotola capiente (meglio se di terracotta) e coprite
con un panno umido. Aggiungete una ulteriore copertura (una coperta) e
sistemate la ciotola in un luogo tiepido, riparato e non esposto a correnti
d’aria. Il giorno dopo prelevate l'impasto dalla ciotola e aggiungete lo
zucchero, intervallandolo alla farina. Impastate ancora, con buona lena e forza
se amalgamate a mano (oppure a velocità 1-2 se usate l'impastatrice), fino a
che l'impasto non avrà assorbito tutto lo zucchero e la farina, diventando
perfettamente omogeneo e morbido; aggiungete, infine, la scorza di limone e la
cannella, amalgamando il tutto. L'impasto in un primo momento vi sembrerà
impossibile da lavorare, ma dopo aver incorporato lo zucchero diventerà abbastanza
morbido. Al termine raccogliete l'impasto, fattene una grossa palla, e
incidetela a croce. Sistemate il nuovo composto nella ciotola (come il primo
impasto), copritelo sempre con un panno umido e una coperta e sistematelo in
luogo tiepido e riparato per 15-20 gg. circa. Va usata grande attenzione nel
controllare la lenta lievitazione: l’impasto va controllato tutti i gg. ed il
panno che lo copre va costantemente tenuto umido. Superati 15 gg circa
l'impasto inizierà a manifestare la presenza di piccole bollicine: solo
l’esperienza dirà quando la maturazione è perfetta. A questo punto l’impasto
viene estratto dal contenitore e ripreso a lavorare, a mano o con
l’impastatrice; si aggiunge infine il bicarbonato e si amalgama il tutto per qualche
minuto, per dare maggior forza all'impasto. A questo l’impasto è pronto e bisogna
scegliere le modalità più consone per stenderlo e tagliarlo, prima di essere
infornato. Normalmente, dopo aver steso l’impasto su un tavolo di legno, dove è
stata poggiata della carta da forno, si possono scegliere due soluzioni. Una è
quella di ricavare delle porzioni (pezzi di pasta da 40 grammi circa), che
di
volta in volta, dopo essere state passate nella farina (l’impasto, fate
attenzione, è molto appiccicoso), verranno sistemate dentro gli stampi, anch’essi
in precedenza abbondantemente infarinati, pressando opportunamente; l’altra,
invece, è quella di stendere l’impasto sul tavolo, calcolando il giusto
spessore e ricavando, poi, delle losanghe, incidendo il composto con lo stampo,
preferibilmente di legno. In un caso o nell’altro le losanghe che avrete ricavato
verranno appoggiate sulla teglia, preventivamente coperta di carta da forno.
Nel frattempo è stato acceso il forno, che deve essere portato alla temperatura di 180° C.; infornate, quindi, per circa 20
minuti o comunque fino a doratura. Una volta cotti i mostaccioli vanno lasciati
sfreddare solo parzialmente, spolverandoli bene, ancora tiepidi, con un
pennello per eliminare tutta la farina superficiale. Preparate quindi la glassa
di zucchero cotto. Versate lo zucchero e l'acqua in un pentolino.
Portate ad
ebollizione lentamente e lasciate bollire fino a raggiungere 116°- 118° C. In
un altro pentolino mettete dell'acqua e fatela bollire. (questa vi servirà per
pulire il pennello). Quando lo zucchero è pronto spostate il pentolino in un
fornello tenuto al minimo e spennellate i dolci, ancora caldi, in modo da
passare avanti e indietro più volte fino a che lo zucchero inizierà ad
asciugarsi. Procedete allo stesso modo per tutti i mostaccioli pulendo quando
necessario il pennello nell'acqua calda e asciugandolo. La glassatura con
zucchero cotto non è molto semplice! Se lo zucchero non è alla giusta
temperatura e densità non asciuga o comunque non assume la colorazione bianca.
Una volta asciugati i mostaccioli sono pronti per essere utilizzati o
conservati: durano per alcuni mesi se conservati lontano dall’umidità (meglio
in barattoli di latta ben chiusi).
Cari amici, i
mostaccioli di Oristano sono un dolce straordinario: un perfetto abbinamento
con la vernaccia, e contribuiscono, davvero, a creare quella magica atmosfera,
tutta oristanese quale è la Sartiglia!
Grazie cari amici della
Vostra sempre splendida attenzione!
Ciao
Mario.
1 commento:
buongiorno MARIO ho perso il tuo numero di telefono e dovrei chiederti una info
saluti
antonella
3278141991
Posta un commento