Oristano 17 Novembre
2013
Cari amici,
proprio Novembre, il
mese dedicato in particolare ai defunti, si è portato via uno dei gradi
protagonisti del magico torneo, quale è la “SARTIGLIA”.
Non è retorica dire che la prossima giostra, quella del carnevale
oristanese 2014, orfana di uno dei suoi grandi protagonisti, Antonio CASU,
risentirà fortemente della Sua assenza. Sentiranno la sua mancanza non solo i
protagonisti principali di oggi, sia i cavalieri del Gremio dei Falegnami che
del Gremio dei Contadini, ma, soprattutto
i mini cavalieri della “SARTIGLIEDDA” del Lunedì, quei ragazzi che avevano
trovato in Lui un padre putativo che aveva fatto amare Loro quella antica
corsa, dove, successivamente, da grandi, sarebbero diventati grandi protagonisti.
Antonio Casu,
carismatica figura di un torneo che da secoli affascina, è andato via in
silenzio, lasciando in tutti un vuoto incolmabile. Era malato da tempo e da
quasi due anni non riusciva più a seguire quel bel gruppo di ragazzi del “Giara Club”, da Lui fondato, e che in
poco tempo erano diventati protagonisti della “Sartiglietta del Lunedi”, come comunemente viene definita la corsa
alla stella dei ragazzi, manifestazione che si è perfettamente inserita, grazie
alla felice intuizione della “Pro Loco di Oristano”, tra la Sartiglia della
Domenica e quella del Martedì di carnevale.
Signor Antonio, come
comunemente lo chiamavano i ragazzi, aveva 75 anni ed era una figura notissima
in citta, sia per la passione per i cavalli che per l’amore per la Sartiglia.
Passione che lo aveva portato a fondare quel Giara Club, tanto amato dai
ragazzi che lo consideravano un vero padre. Ragazzi che, unitamente ai
responsabili della Pro Loco, avevano dato vita a quel mini torneo dove i
piccoli cavalieri, alla pari dei grandi, dimostravano la propria abilità nella difficile
sfida equestre in sella ai cavallini della Giara.
Antonio Casu la Sartiglia la
conosceva bene! Grande cavaliere lui stesso, da giovane guidò la Sartiglia da capocorsa: Componidori della Sartiglia dei
Falegnami nel 1958. Contagiò l'amore per la Sartiglia anche ai familiari: due
suoi figli Paolo e Chicco, rivestirono anch’essi, in anni più recenti, i panni
di Componidori. La città lo stimava perché non era un semplice sartigliante, ma
un uomo che amava davvero, da oristanese e da padre, l’antica giostra, i cavalli e soprattutto
i giovani, ai quali cercava in ogni modo trasmettere la sua passione.
La
Confartigianato nell’anno 1991 Gli conferì la “Maschera d’Argento”, riconoscimento
istituito nel 1987 per premiare ed onorare i personaggi che avevano dato lustro
ad Oristano, diffondendo la sua conoscenza (usi, costumi e tradizioni) nel
mondo. La motivazione dell’attribuzione ad Antonio Casu della Maschera d’Argento,
ne delinea perfettamente la Sua figura:
”Per la
sua straordinaria vocazione alla vita equestre, tesa unicamente alla esaltante
scrupolosa e faticosa preparazione dei ragazzi quali futuri e autentici
cavalieri della Sartiglia in tantissimi anni di vita operativa. Per il prezioso
contributo alla valorizzazione del Torneo Oristanese in Italia e all’estero con
la continua e spettacolare presenza della sua scuola equestre protagonista
assoluta e messaggera di una lontana e salda cultura mediterranea che resiste
al tempo, perché atavicamente legata ai valori primari di un limpido mondo
contadino ancora integro, produttivo e saldo che nella storia è storia per il
prestigio al mondo Giudicale e per il contributo odierno di crescita e di
speranza nell’orizzonte culturale Arborense”.
Beppe Meloni, eccezionale
memoria storica della nostra città, intervistato a caldo, subito dopo la
notizia della Sua scomparsa, così lo ricorda:
“Una
ventosa mattina d’autunno si porta via a settantacinque anni l’anima buona di
Antonio Casu, carismatico patron de “Sa Sartigliedda”, spettacolo unico al
mondo, offerto dai piccoli cavalieri di casa nostra sulla discesa alla stella
di Santa Maria. Foto un po’ sbiadite di una lontanissima Oristano che si è
lasciata alle spalle gli anni duri e difficili del secondo dopoguerra ci
restituiscono immagini della antica giostra equestre, quando Luciano Loddo,
“oristanesu de su Brugu”, inventa proprio con Antonio Casu la Sartigliedda dei
bambini (con aggiunta dell’edizione estiva sul lungomare di Torregrande) per la
gioia di grandi e piccini. Signor Antonio, uomo di ingegno, che nella sua
attività lavorativa a Lecco, aveva brevettato un dispositivo elettromeccanico
per migliorare la produzione dei laterizi, Componidori della Sartiglia 1958 e
Maschera d’Argento edizione 1991”.
La sua scomparsa è
stata commemorata anche dall’Amministrazione Provinciale di Oristano, sia dal
Presidente dell’Assemblea Mauro Solinas che dal Presidente della Giunta
Massimiliano De Seneen, che ha concluso il suo intervento dicendo: “Era un uomo che si muoveva in
silenzio, con garbo e rispetto altrui, e che ad Oristano lascia un patrimonio
di valori, idee e stile da non dimenticare e dai quali prendere esempio”.
Al suo funerale c’era
moltissima gente: tutti volevano porgere il loro saluto e l’estremo omaggio ad
un uomo che aveva dato tanto a questa nostra terra. In quel nuvoloso pomeriggio d'autunno c’era
anche un bel gruppo dei suoi piccoli cavalieri del
Giara club, che in sella a quei cavallini che Lui tanto amava, voleva dare a quel grande “Papà” l’ultimo saluto. La Chiesa di San
Giuseppe era insufficiente a contenere tutti: Autorità, amici, e, ovviamente, molti
cavalieri della Sartiglia, suoi compagni di viaggio. Tutti per un saluto al
“Signor Antonio”, ricordando quell’inconfondibile e affettuoso sorriso e quei
tanti sprazzi di vita comune, vissuti nel nome della Sartiglia. All’uscita dalla
Chiesa un prolungato e, per Lui, ultimo rullo dei tamburi della Sua Sartiglia,
accompagnato dalle trombe dei musici, per un addio che non aveva bisogno di
parole.
Credo che quelle note
lo abbiano accompagnato con gioia nel sonno dei giusti!
Grazie cari amici, che
con fedeltà mi seguite, della Vostra attenzione.
Mario
1 commento:
Grazie infinite a nome mio e di tutta la mia famiglia per le parole di stima che avete riservato a mio padre, ha sempre creduto nella sua città e nella Sartiglia, il suo amore per Oristano per la Sartiglia lo ha portato a trasferire la sua famiglia e l'attività lavorativa da Lecco ad Oristano, ha sempre aperto le porte a chiunque volesse approcciare al mondo equestre, peccato che probabilmente quanto da lui iniziato oltre 30 anni fà, non potrà avere seguito per mancanza di tempo di noi familiari e forse per disinteressamento delle istituzioni, negli anni ha tenuto accanto a se tutti i giorni circa 20 ragazzi, di tutti i cetti sociali e di tutte le età, che diversamente sarebbero stati facili prede della strada.
Chicco
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