Oristano 13 Novembre
2013
Cari amici, tra qualche
giorno, il 20 di Novembre, cade il 24° anniversario della Convenzione delle
Nazioni Unite sui diritti del fanciullo (UNCRC), approvata nel 1989. L'adozione
in quell’anno di quella indifferibile Convenzione Internazionale, fu una pietra
miliare per il riconoscimento dei diritti dei bambini, fino ad allora mai presi
in considerazione nella loro effettiva necessità di protezione. Per la prima
volta i bambini non erano più considerati come “oggetti passivi”, che
necessitavano di assistenza, ma piuttosto come “soggetti attivi”, parte attiva
e coinvolta della Società, compartecipi delle decisioni da prendere.
Il tempo, capace di
verificare col suo trascorrere la concreta applicazione delle leggi, passa inesorabile
ed oggi, anche per questa Convenzione, dopo 24 anni è possibile verificare se
qualcosa è cambiato nel mondo. Diagnosi, quella odierna, che dovrebbe mettere
in luce se la convenzione in questi anni abbia trovato applicazione, sia stata rispettata,
se i bambini siano oggi più protetti, rispettati, e si trovino più “a Loro agio”,
seguiti in un ambiente protetto, senza alcun tipo di violenza fisica o
psicologica. Poco o niente di tutto questo è successo nel mondo, se anche in
Paesi sviluppati come il nostro resta ancora molto da fare: bambini e
adolescenti vittime di violenza, all’interno ed all’esterno delle mura
domestiche, sono ancora in gran numero.
La violenza, cari
amici, ha molte facce. Essa può essere (e spesso lo è) celata e silenziosa all’interno
delle teoriche protettive pareti domestiche, oppure evidente e brutale all’esterno,
come chiunque di noi può accertare tutti i giorni; i giornali riportano
costantemente notizie di abusi, sia nelle piccole che nelle grandi città: dagli
asili alle scuole, dalle strade ai luoghi di ritrovo, con protagonisti minori o
adolescenti (spesso poco più che bambini), oggetto di violenza fisica e
psicologica, avviati sulla strada del vizio (droga e prostituzione) o della
devianza, da adulti senza scrupoli. Violenza questa perpetrata, spesso, con la
connivenza di chi, invece, avrebbe dovuto proteggerli. Adulti incapaci di
nutrire sentimenti positivi verso i minori, soggetti aridi che volutamente o
inconsciamente ignorano o calpestano i bisogni ed i problemi dei bambini, a
partire proprio da quelli che avrebbero dovuto maggiormente proteggerli: i loro
genitori. Le leggi non è che manchino: i diritti dei minori formalmente sono
protetti, ma è necessario che le norme non rimangano soltanto delle “complesse
leggi cartacee”, difficili da applicare, se non si da vita anche a quel
necessario, ancorché complesso processo educativo, che dovrebbe riguardare chi è
deputato alla protezione ed all’assistenza: famiglie, scuola e società.
I recenti fatti di
Milano (indagine del Tribunale sulle Baby prostitute che si prostituivano ripetutamente a scuola anche
solo per una ricarica o anche meno, caso
più noto come "ragazze doccia") e quelli recentissimi di Roma (la
terribile storia di due baby prostitute, una ragazzina di 15
e l’altra di 16 anni, che si prostituivano
in un appartamento ai Parioli, indagine che ha accertato anche l’uso di droghe
ed il coinvolgimento di persone adulte), gettano una luce sinistra, inquietante,
non solo sui diritti violati dei minori ma anche su pesanti colpe ed omissioni,
che gravano senza attenuanti sulle loro famiglie.
Cari amici, ho recentemente
partecipato all’interessante iniziativa, portata avanti nella nostra città da
SIL e CONFARTIGIANATO, con il progetto “Scuola
Genitori 2013”. Scopo principale dell’iniziativa, aiutare i genitori ad educare
nel modo giusto i figli. I genitori dovrebbero davvero, considerate le odierne
difficoltà, tornare a scuola per imparare il mestiere di genitore! Le
interessanti lezioni avevano proprio lo scopo di far riflettere sul difficile
compito che grava su di Loro per l’educazione e l’indispensabile aiuto da dare agli
adolescenti in crescita. Le Lezioni-conferenza tenute finora (in particolare
quella di Don Mazzi e quella del prof. Albiero), sono state non solo
interessanti ma certamente anche capaci di far fare, ai tanti genitori
presenti, una seria riflessione. Una delle riflessioni più importanti, fatta
dal docente è stata quella sulla fragilità del loro cervello che raggiunge, a
tappe diverse, la maturità. Nei periodi intermedi i giovani hanno bisogno di un
sostegno più forte e dedicato, proprio per questa carenza. “Per capire l’adolescente è
fondamentale conoscere il cervello dell’adolescente”, ha
sostenuto nella Sua dotta lezione il prof. Albiero, ribadendo che il cervello dell’adolescente
non nasce “pronto all’uso”, ma si auto costruisce giorno dopo giorno, fino a
raggiungere il suo completamento nella maggiore età. Ecco allora, chiaramente
evidenziata, la necessità di accompagnare, quasi prendere per mano,
l’adolescente nel suo percorso di crescita.
Le tristi vicende prima
menzionate (i fatti di Milano e Roma) non sono che la punta di un iceberg: in
Italia e nel resto del mondo le violazioni su bambini e adolescenti (costituite
non solo di mancato aiuto e supporto, ma addirittura di incentivo alla
violazione dei loro diritti), sono evidenti e sulla bocca di tutti. Credo che
si possa e si debba fare di più: anche ”rieducando gli educatori”! Genitori, insegnanti,
e contesto sociale, vanno sollecitati a riprendere con decisione l’esercizio
dei loro doveri: cercando di ripristinare, ognuno nel proprio campo,
quell’indispensabile “dovere-potere” educativo, che nel tempo si è notevolmente
affievolito.
I bambini sono il
futuro del mondo, ma i loro diritti sono ancora troppo spesso negati e
calpestati. La giornata internazionale dei diritti del fanciullo, il cui
anniversario cade tra qualche giorno, il 20 di Novembre, intende ricordarlo a
tutti, cercando di mantenere alta l’attenzione sull’infanzia, non solo in
questa ricorrenza ma tutti i giorni dell’anno. E’ tempo che i diritti dei
bambini e dei ragazzi non vengano solo enunciati, ma resi concreti, attraverso
azioni che contrastino la crescente indifferenza nei confronti di una carente,
se non addirittura assente, politica dell'infanzia.
I giornali, per i
clamorosi fatti recenti, continueranno a bombardarci, per giorni e giorni, ricamando
e cucendo ipotesi e teorie in un gossip costante, continuando quel sottile
gioco perverso, dannatamente pericoloso, perché, coinvolgendo minori fragili,
vittime della nostra volontaria o involontaria indifferenza, può creare emulazione.
Smettiamola di alimentare la nostra malcelata curiosità che gode del male
altrui, se quel male non ci tocca! Facciamo in modo di responsabilizzarci maggiormente:
tutti siamo chiamati a farlo, nessuno escluso, perché ciascuno di noi può e
deve fare quanto è nelle sue possibilità.
Spesso anche una parola, detta nel modo giusto e al momento giusto a chi di
dovere, può fungere da deterrente ed avere un sicuro effetto.
Grazie dell’attenzione.
Mario
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