Oristano 10 Novembre
2013
Cari amici,
oggi ho partecipato
all’incontro, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana, Servizio
Promozione per il Sostegno Economico alla Chiesa, e indirizzato a
sensibilizzare la Comunità Cristiana sulla necessità di un maggiore
coinvolgimento nel “Sovvenire alle necessità della Chiesa, attraverso maggiore
corresponsabilità e partecipazione”. L’interessante Convegno (il secondo a
livello regionale in Sardegna) si è svolto a Borore presso la struttura
ricettiva “Le Cupole” ed ha richiamato oltre 100 persone, tra laici impegnati,
responsabili di Associazioni, di Gruppi e di Movimenti, oltre a diversi
sacerdoti. Presenti il Vescovo di Ales Mons. Giovanni Dettori, Segretario della
CEI Sardegna, e Mons. Mario Morfino, Vescovo della Diocesi Alghero – Bosa.
Il Convegno che ha
visto al tavolo della Presidenza, oltre i due Vescovi prima menzionati, Stefano
Gasperi della CEI di Roma e Piero Attene, referente regionale del Servizio
Promozione Sostegno Economico alla Chiesa della CEI sarda che ha aperto i lavori,
è iniziato in un’aula gremita. Dopo i saluti di Attene ha preso la parola Mons Morfino,
che ha iniziato il Suo intervento partendo volutamente da lontano: dal Vangelo
e dai Discepoli che, come chiaramente ci ha ricordato di recente Papa Francesco,
mettevano “in comune” e dividevano le loro risorse, le loro sostanze, da utilizzare
insieme in amicizia. Essi avevano messo in funzione quel “Patto di Comunione
nella Comunità”, che creava aggregazione e condivisione, quello stare insieme
che in sintesi significava “Fare Chiesa”. Mons. Morfino, poi, ha voluto porre
ai presenti, la difficile domanda: Come,
partendo dal primo esempio degli Apostoli, possiamo fare Chiesa oggi?
Domanda difficile e
complessa se interpretata nella sua vera dimensione. Fare Chiesa oggi non è
stare semplicemente insieme in preghiera, non è solo una semplice unione spirituale,
ma una comunione di valenza più estesa; significa sostenersi vicendevolmente,
condividere: significa “comunione di
intenti“, “imitazione dell’amore di Dio”, ha continuato Mons. Morfino,
applicazione “della gratuità divina”, come l’amore del Padre per il Figlio;
condivisione, quindi, “Comunione, come
Economia della Salvezza”. Un esempio eclatante, ha detto, è quello della
parabola della moltiplicazione dei pani e dei pesci, utilissimo per evidenziare
il “Sovvenire”: “..date Voi stessi da
mangiare, senza timore, con solidarietà responsabile, dividendo, insieme, anche
il poco”, questo il messaggio evangelico.
Dopo di Lui ha preso la
parola Mons. Dettori. Sovvenire, ha detto, significa far capire che il sostegno
nella Comunità è necessario. Sfatando il luogo comune che la Chiesa può venire
incontro economicamente a tutti, ha detto che, purtroppo le risorse sono
limitate, a differenza del sostegno spirituale che sarà e dovrà essere sempre
abbondante e rivolto a tutti, perché la famiglia ecclesiale deve essere al
servizio di tutti, senza limitazioni, mettendo a disposizione tutte le risorse
disponibili.
Famiglia ecclesiale
dove tutti siano responsabilizzati, non solo il prete! Non è vero, ha detto
Mons. Dettori, che nella famiglia ecclesiale quando non c’è il prete non c’è
nessuno! Se non c’è il prete ci siete Voi, ha detto. Tutti noi siamo Chiesa,
tutti “insieme”, accanto a chi ha bisogno.
Ha preso poi la parola
Stefano Gasperi della CEI. Ha ringraziato i Vescovi per il contenuto dei Loro
interventi, passando successivamente a parlare tecnicamente del “Sovvenire” e
della sua composizione. Oggi, ha spiegato, esso è costituito dalle due voci:
Offerte e 8 x mille. Nel suo intervento, aiutato dalle slide, ha commentato con
preoccupazione che ad un trend di offerte in calo non è corrisposto un
altrettanto maggiore introito da parte dell’assegnazione dell’8 x mille
(Concordato, Legge 222/85). Anzi ne ha, con preoccupazione, ipotizzato le
possibili modifiche in ribasso. L’introito in essere, per legge, deve
soddisfare i tre filoni: carità, culto – pastorale e sostentamento del Clero.
Dopo una attenta analisi della situazione in essere ha fatto un breve excursus
delle cose più importanti realizzate con l’utilizzo delle somme derivanti da
questo introito, assolutamente necessario per mantenere in piedi la struttura
eccesiale.
A seguire gli
interventi di Paolo Firinu, della Diocesi di Oristano, che ha messo in luce le più
importanti realizzazioni della Diocesi, e degli altri responsabili diocesani
che hanno fatto altrettanto. Tra gli interventi successivi quello ulteriore di
Mons. Dettori che ha sollecitato una maggiore pubblicità alle opere realizzate
con questi fondi: la pubblicità migliora l’apprezzamento di tutti per quanto
realizzato e dà più trasparenza all’utilizzo dei fondi. A mezzogiorno i lavori
sono stati sospesi per la partecipazione alla Santa Messa e per la consumazione
del pranzo.
Dopo l’intervallo per
il pranzo, alle 15,00 sono ripresi i lavori. Stefano Gasperi, parlando della “partecipazione” ha portato come
esempio il sostegno che comunemente un po’ tutti noi diamo ai propri hobby,
come ad esempio ad una squadra di calcio. La
nostra partecipazione, ha detto, può essere affettiva o affettiva. Nel
primo caso sarà senza costi: il tifo non costa nulla, mentre nel secondo, nella
partecipazione effettiva i costi ci sono: biglietto per la partita, trasferte e
quant’altro. Anche il cristiano impegnato dovrà avere una partecipazione
“effettiva”, contribuendo così, in modo sostanziale, a realizzare la vera
comunione e la realizzazione di quanto necessario nella Comunità.
A chiudere
l’interessante giornata la riflessione finale di Mons Dettori. Parlando del
cristiano che non può essere schiavo del danaro, dell’avere, ma essere dotato
invece di un forte “senso del bene comune”, ha ricordato ai presenti la “Teoria
del Tanto Quanto”. In sostanza, ha chiarito, il denaro non è importante in
quanto tale, ma è importante per quanto con esso si può realizzare. Il denaro
usato per fare del bene è utile e porta frutti, il denaro usato per scopi non
nobili è solo farina (o sterco) del diavolo! Utilizziamolo, quindi dandogli il
giusto valore.
Gran bella giornata
quella di oggi, cari amici: ricca di riflessione e di analisi della nostra
fragile religiosità; riflessione che ci aiuterà senz’altro a meditare e a
vedere l’altro, il nostro prossimo, con occhi diversi: come un fratello che ha
bisogno di noi. Rinnoviamo con Lui un patto di Comunione e di Condivisione
fraterna.
Grazie dell’attenzione.
Mario
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