Oristano 27 Novembre
2013
Cari amici,
non pochi lettori di
questo Blog sanno che mi occupo anche di un altro sito internet, per conto
del Rotary Club di Oristano (www.rotary-club-oristano.blogspot.com).
Questi giorni scorsi, a seguito anche della conferenza che il Rotary ha offerto
alla città sui Giganti di Mont’e Prama Venerdì 22 Novembre (che ha avuto
seguito Domenica 24 con la visita a Sassari - Centro di Restauro della
Soprintendenza di Li Punti - dove i giganti sono stati restaurati), ho affrontato
nel blog del Rotary proprio l’argomento dei “giganti”, queste “meravigliose sculture”
che appartengono alla nostra civiltà sarda più antica e che precedono di secoli
la mitica civiltà greca.
Queste splendide statue
che ormai il mondo conosce come i “Giganti di Mont’e Prama” sono non solo una
rarità, per secoli rimasta sconosciuta, ma una scoperta che si trascina con se un grande mistero,
ancora tutto da svelare. La storia di questi splendidi uomini di arenaria ha
provato a farcela il Dottor Alessandro Usai, funzionario Archeologo della
Soprintendenza di Cagliari e Oristano. L’esperto studioso ha, con grande
capacità, riepilogato il lungo percorso che i giganti hanno fatto prima di
approdare a “Li Punti” a Sassari, nel laboratorio di restauro dove si trovano
ora. Li, validi giovani studiosi hanno cercato di ricomporli: di rimettere
insieme i mille pezzi in cui erano stati ridotti, per chissà quale causa, nel
lontano passato. Abbiamo da Lui riascoltato la storia del ritrovamento nel
nostro Sinis di Cabras, del “lungo sonno” trascorso nei magazzini della
Soprintendenza a Cagliari, delle polemiche che negli anni hanno accompagnato la
loro storia, fino ad arrivare, finalmente, al restauro, ormai completato, per
quello che era possibile.
L’archeologo ha anche parlato degli scavi effettuati
nel luogo del ritrovamento, delle perplessità e del mistero che il ritrovamento
in quel luogo, apparentemente poco significativo, ha creato e che ancora non si
è riusciti a svelare. Le ipotesi sono tante: cosa lega i “veri giganti”,
costruttori dei nuraghi, a queste statue, che si differenziano nettamente dalla
civiltà precedente? I giganti erano parte di un tempio (magari come colonne
antropomorfe) o erano un corredo funebre, un grande onore concesso ai nuragici
illustri? Alle mille domande senza risposta si cercherà di dare qualche ipotesi
più credibile con la ripresa degli scavi che, a Suo dire, non tarderanno. Scavi che
potranno collegare meglio la civiltà precedente, quella dei costruttori dei
nuraghi e delle tombe cosi dette “dei giganti”, come luogo di sepolture
collettive, a quella degli uomini di Mont’e Prama, che praticavano invece la
sepoltura in tombe “individuali”, a pozzetto, sia tonde che quadrate. Due
epoche, quelle citate, non proprio vicine l’una dall’altra, ed il cui legame
appare ancora misterioso e poco chiaro.
Chi ha avuto la
possibilità di osservare queste statue da vicino si rende conto della grande
abilità degli scultori di quella lontana epoca: i Giganti di Monte Prama sono
delle sculture a tutto tondo, con una lavorazione accurata che mette in risalto
l’abbigliamento, le armi, le protezioni
che i guerrieri nuragici portavano nella lotta o in battaglia. Essi rappresentano
la scoperta archeologia più interessante degli ultimi decenni dell'isola,
svelando, anche se solo in parte, la nostra storia millenaria: una parte ancora
così poco conosciuta della storia delle popolazioni del Mediterraneo
occidentale del I millennio a.C. Il casuale ritrovamento delle statue, avvenuto
nei primi anni '70, ha dato il via ad una lunga serie di indagini
archeologiche. Venne riportato alla luce un “Heroon”, dal greco un santuario
monumentale eretto per il culto eroico, costruito lungo una importante via di
transito. Gli archeologi si trovarono di fronte una vasta necropoli dove alcune
sepolture erano associate a numerosi frammenti di statue. Queste ultime
ricomposte con grande perizia dal Laboratorio di Li Punti della Soprintendenza
di Sassari, possono essere raggruppate in tre modelli principali: Pugilatori,
Arcieri e Guerrieri, come dalle figure che potete osservare.
Oltre al nutrito gruppo
di statue, ognuna collocata sopra una lastra tombale, forse rappresentazione di
antichi antenati, o eroi appartenenti ad un'aristocrazia nuragica tramandata
oralmente, sono stati trovati resti scultorei di nuraghe e betili. Fino ad oggi,
come sostiene l'architetto/illustratore Panaiotis Kruklidis (autore anche delle
ricostruzioni figurate dei guerrieri), soltanto pochi studiosi del settore
erano a conoscenza di questa importante scoperta. L'argomento fortemente
dibattuto, celato da una fitta rete di ipotesi, finalmente viene in parte dipanato
da una pubblicazione di Fabula Editore. Gli studiosi che hanno preso parte agli
scavi archeologici (A. Bedini, C. Tronchetti, G. Ugas, R. Zucca) forniscono per
la prima volta, nel libro "Giganti di Pietra, Monte Prama, L'Heroon che
cambia la storia della Sardegna e del Mediterraneo", un quadro completo
del sito di Monte Prama. Con rigore scientifico il volume integra una proposta
attendibile per la ricostruzione dell'Heroon e una restituzione della statuaria
degli eroi sulla base dei reperti archeologici recuperati e analizzati
(ricostruzione effettuata dall'architetto/illustratore Panaiotis Kruklidis).
Come ha sostenuto
l’architetto Dottor Alessandro Usai, una verità più chiara, un
collegamento storico più a fuoco con le civiltà nuragiche precedenti, potrà
esserci svelata con la ripresa degli scavi, previsti in tempi brevi.
Cari amici, la nostra
storia millenaria è ancora tutta da scoprire…ci basti pensare, quando visitiamo
un nuraghe, una tomba di giganti, un pozzo sacro o una necropoli di domus de
Janas, quanto erano tecnologicamente avanti i nostri antenati, capaci di
lavorare la dura pietra con una precisione ed una capacità da far invidia agli
uomini di oggi. Grande Sardegna, costituita ieri da grandi uomini, meglio definiti giganti, non certamente solo
per la loro statura! Forse l’oblio della nostra Isola è cominciato quando da
giganti, lentamente ma inesorabilmente, siamo diventati piccoli e litigiosi, in una parola...ominidi!
Grazie dell’attenzione.
Mario
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