Oristano 9 Novembre
2013
Cari amici il 9 di Novembre è sicuramente una data
storica per il mondo: nel 1989, dopo anni di triste DIVISIONE del mondo in due
blocchi, si riunificava non solo la Germania ma si poneva fine anche alla sottile
e sotterranea “guerra fredda”. A beneficio dei giovani di oggi, proprio quelli
che hanno all’incirca “l’età della caduta muro”, i 20/25enni insomma, vorrei
ripercorrere con Voi la storia di questa “muraglia di separazione”, che funzionò
da spartiacque, dividendo il mondo in due blocchi per quasi trent’anni: iniziato a costruire il 13 di agosto del 1961,
crollò idealmente 24 anni fa, il 9 di Novembre del 1989.
La decisione di
dividere in aree di influenza la Germania fu presa alla fine della guerra
mondiale. Nel 1945, nel
corso della conferenza di Jalta venne decisa la divisione di Berlino in quattro
settori controllati e amministrati da: Unione Sovietica, Stati Uniti d'America,
Regno Unito e Francia. Il settore sovietico (Berlino Est) era il più esteso, e
comprendeva i distretti orientali di Friedrichshain, Köpenick, Lichtenberg,
Mitte, Pankow, Prenzlauer Berg, Treptow e Weißensee. Inizialmente ai cittadini
di Berlino fu consentito di circolare liberamente tra tutti i settori, ma con
lo sviluppo della Guerra Fredda i movimenti vennero limitati; il confine tra
Germania Est e Germania Ovest fu sottoposto a chiusura nel 1952 e,
contemporaneamente, l'attrazione dei settori occidentali di Berlino, per i
cittadini della Germania Est, aumentò. Circa 2,5 milioni di tedeschi dell'est
passarono ad ovest tra il 1949 e il 1961. Per fermare l'esodo delle persone
della Germania Est ad Ovest nell’agosto del 1961iniziò la costruzione di un
muro attorno ai tre settori occidentali.
Il 13 agosto 1961, data storica della
chiusura tra i settori Est e Ovest, mentre gli orientali iniziavano la
costruzione del muro, le truppe del Kampfgruppen iniziarono a presidiare la
linea di confine. Inizialmente questa separazione consisteva in rotoli di filo
spinato, ma già il 15 di agosto dello stesso anno iniziarono ad essere
utilizzati degli elementi prefabbricati di cemento e pietra, destinati a
formare una grande ed invalicabile barriera. Il muro
divideva fisicamente in due la città: quando circondò completamente Berlino
Ovest, trasformò in pratica i settori occidentali in un'isola rinchiusa dentro i
territori orientali.
Lo scopo principale
della disposta “chiusura” era quello di impedire ai cittadini della Germania
Est di “fuggire” ad Ovest e di conseguenza lasciare la Germania Est. Questa,
più nota come DDR, soffriva, infatti, di una massiccia fuga di professionisti e
lavoratori specializzati che si spostavano all'ovest, per le diverse condizioni
di vita, per non parlare delle numerose diserzioni dall'esercito. Con la
costruzione del muro le emigrazioni passarono da 2,5 milioni tra il 1949 e il
1962 a cinquemila tra il 1962 e il 1989. Dal punto di vista propagandistico la
costruzione del muro fu un disastro per la DDR e, in generale, per tutto il
blocco comunista; divenne infatti un simbolo della tirannia comunista,
specialmente dopo le uccisioni, spesso sotto gli occhi dei
media, di chi aspirava alla libertà Da
notare che anche molti comunisti tedeschi si erano schierati contro questa
divisione e contro l’applicazione del sovietico “socialismo reale”.
Il muro, quella terribile “fisica separazione” tra due mondi economici
che si sviluppavano a velocità diverse, era lungo più di 155 km. Dopo la costruzione
iniziale, furono effettuati non pochi rifacimenti, compreso un secondo muro
all'interno della frontiera destinato a rendere più difficile la fuga verso la
Germania Ovest: tra i due muri fu creata la cosiddetta "striscia della
morte", che vide fallire non pochi tentativi d’evasione. Durante il
periodo di esistenza del muro vi furono circa 5.000 tentativi di fuga coronati
da successo verso Berlino Ovest. Nello stesso periodo varie fonti indicano in
un numero compreso tra 192 e 239 i cittadini della Germania Est uccisi dalle
guardie mentre tentavano di raggiungere il settore ovest e molti altri feriti.
La prima persona a
pagare con la vita il suo tentativo di fuggire fu Ida Siekmann, che il 22
agosto del 1961 aveva tentato di salvarsi, saltando dal suo appartamento nella
Bernauer Straße. L'ultimo morto era Winfried Freudenberg, morto l'8 marzo del
1989: aveva intrapreso una fuga spettacolare con una mongolfiera autocostruita,
caduta poi sopra il territorio di Berlino Ovest. Sovente vengono nominati
Günter Litfin come prima vittima del Muro e Chris Gueffroy come ultima; in
realtà erano il primo e l'ultimo ucciso a colpi di armi da fuoco dai soldati di
confine. Chris Gueffroy venne ucciso il 5 febbraio 1989 mentre cercava di
scavalcare il muro presso Nobelstrasse. Aveva poco più di vent'anni, era nato
il 21 giugno 1968, una croce lo ricorda, insieme a tante altre, in piazza 14
marzo alle spalle della porta di Brandeburgo.
« L’obiettivo
del muro: evitare che il popolo della Germania socialista potesse scappare nel
mondo normale. Il muro fu costantemente perfezionato e rinforzato, trasformato
da un normale muro in un sistema insormontabile di ostacoli, trappole, segnali
elaborati, bunker, torri di guardia, tetraedri anti carro e armi a sparo
automatico che uccidevano i fuggitivi senza bisogno di intervento da parte
delle guardie di confine. Ma più lavoro, ingegnosità, denaro e acciaio i
comunisti mettevano per migliorare il muro, più chiaro diventava un concetto:
gli esseri umani possono essere mantenuti in una società comunista solo con
costruzioni impenetrabili, filo spinato, cani e sparandogli alle spalle. Il
muro significava che il sistema che i comunisti avevano costruito non attraeva
ma repelleva. ».
I presupposti per la caduta del muro si videro già nell’agosto del
1989: il 23 agosto l'Ungheria rimosse le sue restrizioni al confine con
l'Austria e a partire dall'11 settembre 1989 più di 13.000 tedeschi dell'Est
scapparono verso l'Ungheria. Le dimostrazioni di massa contro il governo della
Germania Est iniziarono al passaggio dei primi treni provenienti dall'Ungheria
e dalla Cecoslovacchia, nell'autunno del 1989. Il leader della DDR Erich
Honecker si dimise il 18 ottobre e venne sostituito pochi giorni dopo da Egon
Krenz. Honecker aveva predetto nel gennaio dello stesso anno che l'esistenza
del muro sarebbe stata assicurata per altri cent'anni. Era invece l'inizio
della fine. Il nuovo governo di Krenz decise di concedere ai cittadini dell’Est
permessi per viaggiare nella Germania dell’Ovest. Il 9 novembre 1989, una conferenza stampa annunciò che tutti i
berlinesi dell’Est avrebbero potuto attraversare il confine con un appropriato
permesso, ma senza precisare l’entrata in vigore del provvedimento.
Immediatamente decine di migliaia di berlinesi dell’Est avendo visto
l’annuncio di Schabowski (Günter Schabowski, Membro del Politburo del Partito
Socialista Unitario della Germania e Ministro della Propaganda della DDR), dato
in diretta alla televisione, si precipitarono ai posti di frontiera, chiedendo
di entrare immediatamente in Berlino
Ovest. Le guardie di confine, alle quali la disposizione non era ancora
pervenuta, sorprese, iniziarono a tempestare di telefonate i loro superiori, ma
era ormai chiaro che , a prescindere da tutto, non era più possibile rimandare
indietro tale enorme folla, vista la mancanza di equipaggiamenti atti a sedare
un movimento di tali proporzioni. Furono allora costrette ad aprire i checkpoint e, visto il gran numero
di berlinesi, nessun controllo sull’identità fu eseguito. Gli estasiati
berlinesi dell’Est furono accolti in maniera festosa dai loro fratelli
dell’Ovest: spontaneamente i bar vicini al muro iniziarono a offrire birra
gratis per tutti. Il 9 novembre è quindi considerata la data della caduta del
Muro, festeggiata l'anno seguente, il 21 luglio 1990 con il mega concerto di
Roger Waters (ex bassista dei Pink Floyd) con l'esecuzione di The Wall dal
vivo.
La libertà di circolazione concessa dalla Repubblica Democratica
Tedesca agli abitanti, era una vera e propria dichiarazione di “apertura delle
frontiere”, che avveniva dopo troppi anni. A Berlino la gente, in preda ad un’euforia
mai vista, si riversò nelle strade, e con pietre ed attrezzi domestici iniziò
ad abbattere l’odioso muro che per decenni aveva diviso in due la capitale, tenendo
lontani famiglie ed amici e divenendo il simbolo per eccellenza della Cortina
di Ferro. Un folla festante di giovani arrivò in aiuto da tutta Europa, unitamente
a gran parte della stampa mondiale: la caduta del muro simboleggiava la fine
della Guerra Fredda e la riunificazione della Germania sotto un’unica bandiera.
La reale sconfitta del blocco sovietico si concretizzerà, due anni più tardi,
con la dissoluzione dell’URSS e la scomparsa dei governi comunisti in tutta
l’Europa dell’Est.
La Germania, ormai, era riunificata. Il 18 marzo 1990 furono tenute le
prime e uniche libere elezioni della storia della Repubblica Democratica
Tedesca; esse produssero un governo il cui principale mandato era quello di
negoziare la fine stessa dello Stato che rappresentavano. La Germania fu
ufficialmente riunificata il 3 ottobre 1990 (questa è la data designata per il
"Giorno della riunificazione"), quando i cinque Laender già esistenti
nel territorio della Repubblica democratica tedesca ma aboliti e trasformati in
province (Brandeburgo, Meclemburgo-Pomerania Occidentale, Sassonia, Sassonia-Anhalt
e Turingia), si ricostituirono e aderirono formalmente alla Repubblica federale
tedesca (Germania ovest).
Oggi, come ben sappiamo, la Germania, a ragione o a torto, è il motore
della Comunità Europea. La sua massima rappresentante, Angela Merkel è, tra l’altro,
nata e cresciuta proprio nella Germania dell'Est. Quello che fa riflettere di Lei
e della sua politica, e che anche personalmente mi impensierisce, è che –
dimenticando il passato - Lei non è mai stata troppo tenera con gli altri Paesi d’Europa
che oggi necessitano, come un tempo la “sua Germania Est”, di aiuto e sostegno.
Il suo egoismo attuale fa pensare che abbia presto dimenticato quello che gli
altri Stati europei fecero per la riunificazione della Germania: compreso un
massiccio salasso economico che causò un
fortissima inflazione nelle loro economie. All’atto della riunificazione tra le
due Germanie, quando al marco orientale fu dato lo stesso valore del marco
occidentale, l’altissimo costo lo pagarono, sotto forma di inflazione la gran
parte delle economie degli altri Paesi europei.
Oggi tutto questo sembra dimenticato, è acqua passata, e la locomotiva economica tedesca travolge le
altre, incurante di quelle degli altri Paesi che un tempo, invece, furono
l’ancora di salvezza per la Germania riunificata. La storia insegna, però, che “chi di spada ferisce……
Grazie amici, per oggi accontentiamoci
di riflettere e meditare…
Mario
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