Oristano 4 Novembre
2013
Cari amici,
ieri, Domenica, il
Vangelo ci ha ricordato l'incontro tra Gesù e Zaccheo. Il Vangelo, secondo Luca,
ci ha rapresentato la curiosa figura di Zaccheo (19,1-10) che, arrivando Gesù a
Gerico, era stato attratto dalla sua fama e dal suo carisma e desiderava ardentemente
vederlo, conoscerlo. Essendo piccolo di statura, ostacolato dalla numerosa
folla al seguito del Maestro, pensò bene di salire su un sicomoro. Ecco come
Luca (19,1-4) descrive il fatto.
“Entrato
in Gerico, Gesù attraversava la città, circondato dalla folla. Un uomo, tale
Zaccheo, ricco sovrintendente degli esattori del fisco e sfruttatore dei più
poveri, cercava di vedere chi fosse Gesù, ma essendo piccolo di statura non ci
riusciva. Corse dunque avanti e per poterlo vedere salì sopra un sicomoro,
perché Gesù doveva passare di là…”. Quando Gesù giunge
sotto l'albero si fermò e disse: “ Zaccheo, scendi subito, perché oggi
devo fermarmi a casa tua”. La gioia di Zaccheo fu grande: un
misto di curiosità ma anche di ansia interiore, spirituale. Il desiderio di
Zaccheo, che "cercava di vedere
quale fosse Gesù” in mezzo agli apostoli, non è giustificato solo dalla curiosità di conoscere quell’uomo, ma anche dalla voglia di capire “che tipo di persona” si celasse dietro
quel personaggio. Zaccheo è descritto da Luca come un uomo ansioso di
analizzarsi, di capire cosa c’era veramente nel suo cuore; Egli appare come un uomo coraggioso,
disposto a giocarsi la reputazione fino ad arrampicarsi su un albero di
sicomoro, pur di arrivare al suo intento. E’ un uomo ricco,
Zaccheo, capo dei pubblicani, sovraintende alla riscossione delle tasse, duro, non
certo tenero con i poveri. Le parole di Gesù illuminano il cuore di Zaccheo che
scende in fretta dal Sicomoro e accoglie l’invito, pieno di gioia. Vedendo ciò,
tutti mormorarono:” «E’ andato ad alloggiare da un peccatore!”. Ma Zaccheo,
ormai trasformato, alzatosi disse al Signore: “Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato
qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Gesù gli rispose: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa,
perché anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a
cercare e a salvare ciò che era perduto”.(dal Vangelo di Luca 19,1-10). L’omelia
di Domenica mi ha dato lo spunto per parlarvi oggi, nella mia riflessione, di
quest’albero straordinario, il Sicomoro, un albero antichissimo, presente in
Palestina da migliaia di anni.
Il sicomoro (Ficus
sycomorus L.) è una pianta appartenente alla famiglia delle Moraceae, diffusa
in Africa e Medio Oriente. Questa pianta cresce fino ad
un'altezza di 20 metri e raggiunge i 6 metri di larghezza, con una chioma ampia
e tondeggiante. La corteccia va dal verde-giallo
all'arancione. Le foglie hanno forma ovale con apice
rotondo. Raggiungono i 14 cm di lunghezza per 10 cm di larghezza, e sono
disposte a spirale intorno ai rami. Quello che comunemente
viene ritenuto il frutto è in realtà una grossa infiorescenza carnosa piriforme
(siconio), all'interno della quale sono racchiusi i fiori unisessuali,
piccolissimi; una piccola apertura apicale, detta ostiolo, consente l'entrata
degli imenotteri pronubi; i veri frutti, che si sviluppano all'interno
dell'infiorescenza, sono dei piccoli acheni. La pianta cresce
spontanea nel sud della penisola Arabica e in alcune regioni dell’Africa, dal
Senegal al Sudafrica, nonché in ristrette aree del Madagascar. È inoltre
coltivata da epoche remote in Medio Oriente (Egitto, Israele e Siria).
L’albero divenuto
famoso nella nostra storia cristiana per il racconto dell’incontro di Gesù con
Zaccheo, che per vederlo salì proprio su un sicomoro, risulta presente in quei
luoghi da epoca remotissima. Conosciuto ed apprezzato dagli Egizi, nella
loro mitologia il sicomoro era l’albero consacrato alla dea Hathor, detta anche
la "Signora del sicomoro”. Albero ritenuto sacro era considerato simbolo
di immortalità e il suo legno era usato per la fabbricazione dei sarcofagi. La mitologia egizia
narra che all'arrivo della primavera, l'Uovo cosmico (plasmato da Ptah e da lui
deposto sulle rive del Nilo) si apriva e ne usciva Ra/Osiride, il Sole. Il
fiume viveva in simbiosi col dio del sole. Recita infatti il "Libro dei
Morti" (celebrando il perpetuo rigenerarsi della vita, la resurrezione di
tutte le cose caduche): "Cresce, io
cresco; vive, io vivo". Con questa resurrezione cessava finalmente il
pianto di Iside (sempre alla ricerca del suo amato Osiride) e, per festeggiare
la fine del suo dolore, si mettevano in scena gli episodi del mito di Osiride,
culminanti nella resurrezione del dio, che avveniva quando dalle zolle alla
base del sicomoro sacro iniziavano a spuntare i germogli di grano e orzo. Il
fico sicomoro era insomma considerato un sacro albero cosmico, assimilato alla
fenice. Sicomoro, dunque, simbolo di immortalità, di vittoria sulla morte, di
rinascita dalla distruzione.
Nella civiltà egizia il
sicomoro era dunque “l'Albero della Vita”. Il suo succo, inoltre, era prezioso
perché si riteneva donasse poteri occulti e il suo legno (come abbiamo già
visto) era usato per la fabbricazione dei sarcofagi: seppellire un morto in una
cassa di sicomoro significava reintrodurre la persona nel grembo della dea
madre dell'albero, facilitando così il viaggio nell'aldilà. Sempre nel
"Libro dei Morti" il sicomoro era ritenuto l'albero che stava fuori
dalla porta del Cielo, da cui ogni giorno sorge il dio sole Ra. Esso inoltre
era consacrato alla dea Hathor, chiamata anche la "dea del sicomoro".
La dea Hathor si presentava sotto forme diverse. Dea madre, feconda e nutrice,
Hathor abita gli alberi ed era la "signora del sicomoro del sud", a
Menfi; ma era anche la "signora dell'occidente", ossia la signora del
regno dei morti. Un ultimo accenno infine al fico sicomoro nella numerologia.
Il sicomoro è legato al numero 9, il numero tre volte sacro (3x3=9), il numero
dell'Amore Universale. Rappresenta l'immagine completa dei 3 mondi: materiale,
psichico e animico ed è simbolo di verità totale e completa (il 9 moltiplicato
per qualsiasi altro numero dà un prodotto le cui cifre sommate tra loro danno
ancora 9).
Come accennato prima, nella
civiltà ebraica il sicomoro era noto e apprezzato. Nel Libro di Amos, redatto
ai tempi del Regno di Giuda attorno al 775-750 a.C., il profeta omonimo
asserisce di essere stato, prima di dedicarsi alla missione profetica, "un
pastore e raccoglitore di sicomori": il che testimonia che in quell'epoca
l'albero era già presente in Palestina e utilizzato dall'uomo. Inoltre
una leggenda riferita però al Nuovo Testamento, racconta che Giuda Iscariota,
il traditore di Gesù, si sia impiccato su un albero di sicomoro. In
Grecia, il fico era considerato sacro a Dionisio e, soprattutto, a Priapo, il
dio lubrico della fecondità. A Roma era sacro a Marte, vero fondatore della
città eterna in quanto si sostiene che Romolo e Remo siano nati proprio dalla
sua unione con Rea Silvia, dopo che il dio della guerra aveva posseduto con la
forza la giovane vestale di Alba Longa.
Essendo prole illegittima, i gemelli
vennero quindi strappati alla madre per essere uccisi. Ma un servo pietoso li
sottrasse a morte sicura adagiandoli in una cesta, che fu affidata alle acque
del Tevere. Trasportata dallo straripamento del fiume, la cesta si fermò in una
pozza sotto un fico selvatico, all'ombra del quale Romolo e Remo furono
allattati dalla lupa. Secondo alcune fonti, il fico che si ergeva alle pendici
del colle Palatino era proprio un sicomoro. Ad ogni modo nella
civiltà romana il fico fu sempre considerato un albero “fausto”, collegato com’era
alla fondazione di Roma. L’albero era venerato soprattutto dai pastori, che vi
si recavano con offerte di latte.
Il sicomoro, dunque,
albero di “congiunzione” tra la vita terrena e quella ultra-terrena. Se la
civiltà egizia seppelliva i suoi morti in bare di sicomoro, considerava questa
pianta proprio un viatico per il viaggio nell’aldilà: bara di sicomoro come un
rinnovato ventre materno, che accompagnava il defunto nel suo viaggio.
L’omaggio
fatto dalla civiltà ebraica e cristiana al sicomoro, avendolo scelto come
pianta degna di “elevazione” (capace di dare altezza e visione al piccolo
Zaccheo che, proprio attraverso la sua grandezza ha potuto vedere e farsi
vedere da Gesù), significa che a quest’albero viene attribuita “la forza ed il
potere” della congiunzione tra il terreno ed il divino. Sicomoro, quindi come
albero della vita ed allo stesso tempo anche viatico della morte: albero di
speranza e di risurrezione, come è successo a Zaccheo, che tramite il sicomoro
ha incontrato la salvezza, ma anche albero della “buona morte”, albero che accogliendo
nel suo ventre ligneo l’uomo nell’ultimo suo viaggio, lo accompagna fiducioso e
pieno di speranza. Albero con poteri soprannaturali, quindi sacro: con poteri
di salvezza in vita e di viatico per l’aldilà.
Cari amici chi l’avrebbe
mai detto che il sicomoro rappresentasse cosi tanti simbolismi?
Io preferisco vederlo
come albero della vita, considerato che i suoi frutti, per quanto piccoli hanno
sfamato nel passato tante poveri pastori!
Grazie della Vostra
attenzione, cari amici.
Mario
17 commenti:
meraviglioso.
Interessante nn sapevo nn conoscevo
Veramente gesu gli dice di scendere dal sicomoro, non che ha fatto bene a salirvi. anzi gli dice di scendere in fretta, perché non é sulle altezze del sicomoro che lo vuole incontrare, ma direttamente in casa sua, nella sua condizione naturale e spontanea di uomo peccatore. Gesu non vuole forti e puri a causa del loro stesso sforzo, ma impuri desiderosi d'incontrarlo. E non richiede nessuno sforzo anzi, quasi con quel "scendi subito" ribadisce l'inutilità dello sforzo di volerlo vedere a tutti costi. A lui basta il desiderio ed é lui a venire a trovarvi, ovunque voi siate, in qualunque bassezza voi possiate trovarvi, poiché egli é il verbo divino per mezzo di cui é stato fatto tutto ciò che esiste e senza del quale nulla sarebbe esistito. Qualsiasi nostra condizione anche la piu bassa é già prevista all'interno della creazione totale e prevista dal verbo. E Colui che é la Via, la Verità, La Vita é come l'acqua egli ama abitare i luoghi piu bassi, egli abita l'impluvio del mondo. Non cerca vanagloriosi cattolici solo nel nome, farisei dell'apparenza che praticano la domenica con rigore e asetticismo, egli cerca i mafiosi pentiti, le prostitute piangenti, i frammassoni, i pubblicani che celano il desiderio della verità, anche se poi si sbagliano nella forma. Egli non guarda le apparenze, guarda i cuori e se ne frega di tutti i vostri sacrifici fatti nel suo nome, che siano animali, riti, azioni, rinuncie, preghiere o elemosine, Lui se ne frega: Misericordia voglio non sacrificio. Egli viene ad abitare chi con cuore sincero sanguina penitente qualsiasi sia l'immoralità delle sue azioni e si allontana quasi al punto da schifare, chiunque erge tra se e il mondo una corazza di sapienza apparente ma non vissuta nella carne. Quanto odia gli "Io-vado-a-messa-tutte-le-domeniche", quanto ama gli "allontanati-da-me-perché-sono-peccatore". Questi ultimi e solo questi sono la sua Dimora.
La Pace sia con voi.
"Marta, marta, tu ti affatichi per troppe cose, Maria ha scelto la parte migliore e non le sarà tolta."
Cuore e mente, la mente si affatica in tutto ma non comprende l'Amore, che non conosce. Come puoi amare i nemici?Il cuore invece sa,solo che non ricorda, per questo si siede come Maria ai piedi del Cristo per sperimentare con lo Spirito Santo la trasfigurazione prima,la resurrezione poi...in modo diretto, senza intermediari inutili.
Meditazione meravigliosa. Grazie. Sono in accordo. Pace
Fantastico
Fantastico, tutto cio' che parla di Gesu
E così è. Il Maestro Perfetto ha dato un Esempio affinché i Suoi possano fare ancora di più nella pienezza dello Spirito Santo ricevuto.
Meditazione abbastanza eretica e protestante. Lutero diceva le stesse cose stravolgendo il significato di salvezza e redenzione.
Gesù odia???
Il sicomoro è l'albero della pazienza?
C.inter
interessante....signif ricco di contenuti......nn avevo mai approfondito......
Meditazione lascia il tempo che trova...può esser anche una sincera meditazione ma lascia un(aspetto) importante aperto...e vero GESÙ e venuto x i peccatori a salvare l umanità, e l aspetto e proprio questo...se sono peccatore e mi ha salvato allora devo uscire da questa condizione di peccato e dunque vien normale confrontarsi con i vari vado a messa riconosco il mio peccato e lo detesto etc etc...xciò metti la tua vita in condizione "giusta" ma a quanto pare la meditazione sembra dirti continua a peccare tanto il Signore ti salva. No caro/a nn è cosi puoi farti tante meditazioni su zaccheo il sicomoro il salire il scendere il Signore ci vuole incontrare ma con i suoi pensieri e le sue vie nn certo imponendogli i nostri pensieri e le nostre via....pace e bene a tutti e Dio Padre ci benedica in Cristo Gesù suo figlio e Nostro Signore
Ciao, potevi dire la stessa cosa anche senza supponenza. Frasi come: "meditazione lascia il tempo che trova"; "No caro/a"; "puoi farti tante meditazioni su zaccheo il sicomoro il salire il scendere"; denotano il tuo atteggiamento supponente.
Hai perfettamente ragione per il resto. Dici bene infatti: "sembra dire", sembra dire, non dice. Quel che poi aggiungi al discorso l'ho purtroppo dato per scontato, ma sono d'accordo. Non ha senso continuare a peccare che tanto Dio ti salva, non é un discorso che riguarda il cammino cristiano. Ma é appunto vero che l'unico vero luogo di incontro con Dio é nella confessione della nostra miseria, non nell'esaltazione della propria virtù, forza e bontà. Per quello penso che Gesù ordini al Zaccheo di scendere dall'albero, che é anche simbolo dei complicati ragionamenti, pieni di ramificazioni che si possono fare a livello intellettuale e teologico sul divino e la morale. Gesù và piuttosto a visitarlo a casa sua, nel luogo massimo della sua intimità. Il riconoscersi peccatore é il punto di partenza e di ripartenza ad ogni ricaduta, che ci sarà sempre fino alla nostra morte, tutto qui. Quel che poi il mio discorso "sembra" dire l'hai estrapolato tu, perché così tu ti sei orientato al suo interno, cosa che altri come vedi dai commenti non hanno fatto. Comunque se lo dici tu é vero, ho comunque lasciato la questione aperta senza accorgermene. Tu ne sei la prova e senza il tuo commento non mi sarei accorto di questa mia disattenzione. Tu a modo tuo me lo hai fatto notare e l'hai completata e di questo ti ringrazio. Questo si chiama dialogo. Ci si completa a vicenda l'uno con l'altro, senza bisogno di salire su sicomori o sulle teste altrui.
Deve scendere dall' albero in fretta xchè il sicomoro rappresenta la gente che è stata tradita o impoverita da quelli come lui , la storia di Cristo è la storia di tutte le persone vendute x soldi e fama , lui , o lei , potrebbe essere Maria uno dei cristi venduta x soldi, cioè sacrificata dall' umanità , ascensione , bambina venduta prima che nascesse , così a accedere a potere e ricchezza fossero altri . Succede spesso che genitori religioni ecc in nome dei loro credi usino un capro espiatorio dove riversare le negatività , molti vip cantano canzoni contro Maria , la chiamano Maddalena anche se non era una prostituta . Credo che le scritture confondano solo x non dire la verità , e che l' apocalisse di dolore sia stato dato a lei e agli eventuali figli se sposatasi subissero le stesse agonie .
D' altronde il legno n è presente nel crocifisso , equivale a una specie di rogo , Ipazia fu uccisa tagliata a pezzi e bruciata , il legno attira e assorbe come pianta l' energia solare e quando si accende il fuoco le fiamme sono la fuoriuscita di quella energia .Maria dunque è la donna a cui il mondo ha continuato a gettare pietre e insulti è la donna a cui hanno strappato il suo YHW x darlo ad altri , i preti infatti ripetono il signore è con te YHW è con te il rosso è con te l' intelligenza di calcolo è conte tipo litania , stessa sorte hanno scritto x suo figlio o figlia o figli , di te non rimarrà nessuna traccia nessuno capirà il delitto , scriveremo ciò che vorremo e tu sarai sottomessa da tutti .Tipico comportamento di odio .Mai visto tanto odio su una sola donna e la sua eventuale prole .
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