Oristano 12 settembre 2025
Cari amici,
La nostra società sta
subendo un processo particolarmente pericoloso, in quanto INVOLUTIVO e non
evolutivo. Questo processo, noto come “INFANTILIZZAZIONE” (O
BAMBINIZZAZIONE), è praticato da quegli adulti che rifiutano gli attuali sistemi
di vita impegnata, dove sono presenti i carichi di responsabilità, e/o gli impegni
a lungo termine. Questa “ritorno al periodo Infantile” si traduce in un rifiuto
delle responsabilità, evitando gli impegni e le sfide dell'età adulta, andando alla
costante ricerca, invece, della spensieratezza e della comodità dell'infanzia. L’adulto
infantilizzato nella sua mente mantiene quella iniziale “Dipendenza emotiva”, che si manifesta con un forte attaccamento alle figure autorevoli, così come
agli oggetti feticcio come i cellulari, incapace di gestire autonomamente persino le
proprie emozioni e le relazioni in capo alle persone mature.
Questo adulto, ovvero quel
particolare soggetto che non vuole
crescere, è praticamente un nostalgico della fanciullezza, della mancanza di
responsabilità, della comodità e della spensieratezza dell’età giovanile (quella della
formazione), che cerca quindi di continuare a vivere quell’eterna giovinezza, evitando
in sintesi le complessità e le responsabilità del mondo adulto. Questo ADULTO
INFANTILIZZATO ha costantemente bisogno di sentirsi dire cosa fare e come
farlo, come succedeva nel lontano passato. Insomma, non è altro che un eterno bambino
“diventato grande”, che è passato dalla protezione dei genitori alla ricercata,
curiosa vita infantile di oggi, fornitagli dalla odierna società, sotto certi
aspetti diventata “infantilizzata”.
La realtà, cari lettori,
è che, purtroppo, l’infantilizzazione
della società è una realtà ormai consolidata. La ricerca effettuata da Nathan
Winner e Bonnie Nicholson nel 2018, presso l’University of Southern
Mississippi, ha evidenziato il preoccupante ruolo svolto in questa
infantilizzazione dall’OVERPARENTING, ovvero da quell’eccesso di
attenzioni per i figli, che è causa e conseguenza di questo pericoloso “ritorno
al passato”. Lo sgretolarsi dell’autorità genitoriale, sempre più carente di maturità,
ha costruito figli non solo privi di educazione, ma anche di senso di
responsabilità. I genitori attuali, in gran parte, continuano ad esonerare i
“figli” da quella autonomia responsabile e dalla necessaria disciplina. Ciò,
come conseguenza, ha portato a questa infantilizzazione della società, con
effetti sempre più evidenti.
Amici, se è pur vero che il
lavoro è oggi alquanto impegnativo e stressante, che assorbe in maniera totale e prevaricante i
genitori con figli, ciò non dovrebbe, comunque, diminuire il loro ruolo
genitoriale ed educativo dei figli. Oggi i figli sono praticamente poco seguiti,
quando, addirittura, per niente! Quello stretto necessario è fornito dai nonni,
che, in gran parte in pensione, sopperiscono alle carenze dei genitori, e dagli
insegnanti a scuola, con i risultati che
ben conosciamo. Questa impropria delega, come tutti ben sappiamo non funziona,
in quanto ognuno ha il proprio ruolo da svolgere e il proprio carico di
responsabilità. Da ciò ne deriva che, in un contesto educativo carente, questi
giovani diventati adulti, restano poi ancorati allo stadio infantile, entrando
nel circuito della infantilizzazione.
Purtroppo l’Infantilizzazione
aumenta, e non può essere liquidata come una “eccentricità folkloristica”! In
realtà in questa società è sempre più presente l’instaurarsi di un processo
culturale che sta sostituendo la crescita con la regressione. Una società che offre
oggetti e simboli che alimentano la nostalgia di un’infanzia senza fine,
trasformandola in un consumo di infantilismo di massa, e costruendo una realtà
paradossale in ambito educativo! Le statistiche confermano che un adulto su tre in Italia fatica a leggere e
a fare di conto, segno di un analfabetismo funzionale, derivato dai nuovi
congegni che sostituiscono lo studio e la ricerca, portando il cervello in
regressione.
Cari amici, stiamo
creando una società non più stimolata a pensare, allenata a risolvere problemi, ma stupidamente sicura
che ci sarà sempre qualcuno che ce li risolverà! L’infantilizzazione in atto non
è un semplice gioco innocente a “tornare bambini”, ma piuttosto una fuga dalle
complessità della vita, un rifiuto a viverla impegnandoci ad affrontare e
risolvere i problemi che la vita ci pone davanti! Ecco dunque la necessità di
ritrovare il coraggio di lottare, di vivere il presente senza nascondersi, vivendo
da adulti responsabili. Perché l’infanzia, se non si trasforma in maturità
responsabile, diventa soltanto un sogni irrealizzabile, un volo pindarico da
cui, poi, precipitiamo facendoci anche molto male!
A domani.
Mario
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