mercoledì, marzo 07, 2018

L'UNIONE EUROPEA E LA CONFLITTUALE DIVERSITA' DELLE ECONOMIE DEI PAESI ADERENTI. L'ESEMPIO DEL PORTOGALLO.



Oristano 7 Marzo 2018
Cari amici,
Il primo concetto di Europa, alla sua nascita, prevedeva inizialmente degli accordi di tipo economico, da completare, successivamente, con una unione politica vera e propria, tra i vari Stati europei, trasformandosi in un unico “Stato federale”, sul tipo degli USA o della Svizzera. Questo disegno risale alla prima metà del secolo scorso e fu espresso e messo in evidenza da Robert Schuman, allora Ministro degli esteri del Governo francese, il 9 Maggio 1950 a Parigi, in un discorso politico nel quale compare per la prima volta il concetto di Europa, intesa come un’unica entità a se stante. Tanta acqua è passata da allora sotto i ponti, ma nessun passo avanti, dal punto di vista dell’unione politica, è stato fatto in quasi 70 anni.

In questo "limbo" indefinito, in questa palude di Stati che continuano a scontrarsi tra di loro, l'Unione Europea arranca. Le enormi differenze fiscali, tributarie, delle politiche del lavoro, della gestione delle diversissime situazioni del debito pubblico di ciascun Paese aderente all’U.E., continuano a far sussultare, se non peggiorare di giorno in giorno un equilibrio che, a furia di traballare, sicuramente spezzerà i deboli lacci che la tengono unita. Anche la creazione della moneta unica, resa operativa prima della nascita dello stato federale, non ha certo agevolato il processo di amalgama e di successiva fusione.
Tutto ciò ha creato situazioni al limite del paradosso: aziende che spostano la sede legale da uno Stato all’altro dell’Unione (dove la tassazione è più lieve), arrivando addirittura alla crisi delle famiglie, con una fuga crescente dei nostri pensionati, che scelgono Malta, l’Irlanda o il Portogallo (per citare gli esempi più noti) dove fissare la residenza fiscale e incassare la pensione senza le nostre gravose tasse. Credo che non sia questo lo spirito che animò i padri fondatori dell’Unione nel secolo scorso. Questo gioco al massacro, tra economie appartenenti comunque ai Paesi che fanno parte dell’Unione, risulti realmente come qualcosa di assurdo, privo di senso!

Abbiamo letto negli anni passati dell’avanzare veloce di economie come quella dell'Irlanda, così come oggi vediamo crescere economie a velocità sostenuta come quelle di Malta e del Portogallo. È proprio su quest’ultimo Paese che oggi voglio focalizzare la mia attenzione. 
Come mai, si chiedono in tanti, molti pensionati “fuggono” in Portogallo lasciando l’Italia per stabilirsi “fiscalmente” in questo Paese? Semplicemente perché, dopo aver ottenuto la residenza fiscale in Portogallo un pensionato italiano può incassare la sua pensione per 10 anni senza un euro di trattenuta: ovvero incassa fino all’ultimo centesimo la pensione lorda erogata dal suo Ente previdenziale. Vi sembra questa una concorrenza leale tra Paesi aderenti all'UE?
Ottenere la residenza fiscale portoghese è anche abbastanza semplice. Secondo il patto bilaterale tra Portogallo e Italia sottoscritto nel 2009, i requisiti necessari per ottenere il beneficio della totale detassazione della pensione in entrambi i Paesi sono: percepire una pensione privata e non pubblica, non aver risieduto in Portogallo negli ultimi cinque anni, dimostrare l’intenzione di risiedere in Portogallo per sei mesi +1 giorno durante l’anno solare, anche in modo non continuativo, presentando un regolare contratto d’affitto annuale o un contratto d’acquisto immobiliare. Condizioni semplicissime, dunque, acquisibili in tempi brevi.
Il Portogallo, inoltre, facilita anche la concessione della doppia cittadinanza, anche questa possibile senza troppi risvolti di natura burocratica. La doppia o anche multipla cittadinanza altro non significa che entrare in possesso simultaneamente di due o più cittadinanze, il cui ottenimento può essere raggiunto in diversi modi: per nascita, per discendenza, per naturalizzazione, matrimonio, o concessione da parte di un altro Paese, oltre il proprio. 
Il Portogallo la 'doppia cittadinanza' la concede senza restrizioni particolari, ferma restando l’accettazione da parte del Paese natale del richiedente. In effetti l’acquisizione, in primis, della residenza fiscale è il primo passo per avere, successivamente, anche il doppio passaporto.
Cari amici, oggi il Portogallo vive un'economia ben più avanzata della nostra. Le analisi degli esperti lo definiscono il Paese dei miracoli, in quanto la sua economia cresce più della media europea, con un mercato del lavoro in pieno boom. Nel 2017 i consumi sono diventati il vero motore della sua crescita, spinti in particolare dagli acquisti di beni durevoli, con un avanzamento nel 2017 del 2,2 per cento in media annua; il trend positivo continua a crescere senza soste al ritmo del 2 per cento per il quarto anno consecutivo. Il livello della fiducia delle famiglie è ai massimi storici e al di sopra della media dell’Eurozona.
Anche il mercato del lavoro è in una fase molto positiva; l’occupazione continua a crescere a ritmi superiori a quelli del PIL, in particolare grazie al settore del turismo che sta vivendo una stagione di rinascita, grazie agli investimenti in pubblicità e immagine positiva del Paese. La disoccupazione è scesa a ritmi impressionanti: è ai minimi dal 2004, risultando inferiore ormai alla media dell’Eurozona e a molti altri Stati, risultando la più bassa tra i Paesi dell’Europa meridionale. Per l’anno in corso è previsto un nuovo calo: dal 9,1 all’8,3 per cento. 
Cari amici, questa caotica diversità commerciale, fiscale e di politiche economiche, non credo che porterà l'Europa molto lontano. Questa alta competizione tra i Paesi aderenti all'Unione Europea sono certo che finirà in una Babele tale da portarla all'estinzione. Ognuno riprenderà a coltivare il ravanello del suo orto. In Italia, dopo le recenti elezioni, l'affezione all'Europa credo che subirà un ulteriore, drastico calo...

A domani.
Mario

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